Foa, nomina a rischio in Vigilanza Rai. Dem e Forza Italia all'attacco

Sabato 28 Luglio 2018
Rai, appello opposizioni a Fi contro l'elezione di Foa. Gelmini: «Per ora propendiamo per il no»
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Un vero e proprio fuoco di fila sta sommergendo Marcello Foa, il presidente della Rai indicato dal governo con il placet di Matteo Salvini.

Un fuoco di fila che vede un inedito asse tra Forza Italia e Pd, entrambi decisamente critici sulla scelta dell'Esecutivo, sia pure con motivi e obiettivi diversi. Una situazione che potrebbe però creare una saldatura tra le opposizioni mercoledì prossimo quando la commissione di vigilanza Rai sarà chiamata a votare per ratificare, in maniera vincolante, le decisioni del governo. 

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Foa per essere confermato presidente dell'azienda radiotelevisiva nazionale dovrà poter contare sui due terzi della vigilanza, una soglia raggiungibile solo con l'assenso di tutta la maggioranza e di una parte delle opposizioni. Netta e senza via di ritorno la posizione contraria del Pd: ostile a Foa non solo, come ha spiegato ieri Emanuele Fiano, per i suoi attacchi al Capo dello Stato in un suo intervento su Facebook. Ma anche per il suo essere un «sovranista», «amico di Putin» e costruttore di «fake news», come sottolinea Andrea Marcucci. 
 
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In questa via di non ritorno i Dem tentano di convincere Forza Italia a mantenere il punto e di votare contro. E al momento tale sarebbe l'orientamento del partito di Silvio Berlusconi che già aveva dato battaglia per evitare l'arrivo di Giovanna Bianchi Clerici, anche lei vicina alla Lega. Pollice verso che Fi conferma, in queste ore, con Foa sia per il metodo con cui sarebbe stato scelto sia perché non corrisponderebbe alla figura condivisa nel centrodestra che gli azzurri avevano in mente. «Non siamo stati parte della decisione, siamo stati informati soltanto a cose fatte», ha spiegato il presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani ai giornalisti.

«Le nomine dovranno essere votate dalla Commissione di Vigilanza. Se ci sarà una maggioranza, la proposta del Governo passerà. Se non ci sarà si troveranno altre soluzioni. Noi le stiamo esaminando perché non siamo stati parte della decisione. Vedremo il da farsi. Mercoledì prenderemo le nostre decisioni», ha ribadito nel suo ragionamento che si basa, come quello di tutti gli altri esponenti di spicco del partito, come Maria Stella Gelmini, sulla necessità di avere una «figura di garanzia» che evidentemente nell'analisi dei forzisti non sarebbe rappresentata da Foa. Ma quella di Fi sarebbe, in realtà, una linea attendista. Non ci sarebbe una netta chiusura ma piuttosto uno «stand by» anche per capire e valutare fino a che punto - si ragiona in ambienti parlamentari - si potrà alzare la posta con Matteo Salvini per ottenere contropartite in tema di nomine all'interno dell'azienda.

Una partita tutta da giocare anche nella maggioranza con il successivo arrivo dei nuovi direttori e vicedirettori di rete e delle testate giornalistiche. Luigi Di Maio incassa con soddisfazione l'Ad Fabrizio Salini e conferma il suo sostegno a Marcello Foa («è un giornalista con la schiena dritta»,dice). Sostegno corroborato anche dal fatto che il presidente in pectore scriveva già dal 2014 per il blog delle stelle, come si fa notare in ambienti M5s.

Matteo Salvini cede sulla figura apicale ma sicuramente, stretto nel vortice delle polemiche sul presidente, farà sentire la propria voce quando ci sarà da indicare le altre cariche interne al servizio pubblico: al Tg1 da tempo si fa il nome di Gennaro Sangiuliano, al Tg2 si fa l'ipotesi di Alessandro Giuli, giornalista di Libero; al Tg3 potrebbe alla fine essere confermato Luca Mazzà. Stesso discorso potrebbe valere quando sul tavolo di Conte arriveranno le altre nomine, una tra tutte quella sulle Ferrovie. Una compensazione che Forza Italia invece potrebbe provare a far valere proprio nei confronti del leader del Carroccio.

Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 09:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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