Manovra, spunta norma salva Fininvest:
sospende risarcimento 750 milioni a Cir

Lunedì 4 Luglio 2011
Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti (foto Alessandro Di Meo - Ansa)
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ROMA - Sulla manovra economica varata dal governo e inviata oggi al Quirinale, scoppia il caso Lodo Mondadori, mentre vengono confermati i tagli alle pensioni, con il blocco della rivalutazione dei trattamenti pensionistici superiori a cinque volte il trattamento minimo di pensione Inps» (cioè 1.428 euro lordi).



«Per le fasce di importo dei trattamenti pensionistici comprese tra tre e cinque volte il predetto trattamento minimo Inps (cioè tra 1.428 e 2.380 euro lordi al mese) l'indice di rivalutazione automatica delle pensioni è applicato nella misura del 45%». È quanto prevede il testo del decreto legge che contiene la manovra, approvato giovedi scorso dal governo, e inviato oggi al presidente della Repubblica. Il provvedimento, titolato «disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria», è composto da 39 articoli e da due allegati.



Confermato poi al 2014 l'avvio della misura che aggancia l'età pensionabile alla speranza di vita. La norma precedente faceva cominciare questo processo dal 2015.



A sorpresa nella manovra spunta anche una norma che potrebbe sospendere l'esecutività del mega risarcimento di 750 milioni di euro a carico della Fininvest e a favore della Cir di Carlo De Benedetti, se fosse confermato in appello a Milano il verdetto sul Lodo Mondadori. Si tratta di una modifica a due articoli del codice di procedura civile che obbliga il giudice, a differenza di quanto accade ora, a sospendere l'esecutività della condanna nel caso di risarcimenti superiori ai 20 milioni di euro (10 in primo grado) dietro il pagamento di «idonea cauzione», in attesa che si pronunci in via definitiva la Cassazione.



Le due modifiche riguardano gli articoli 283 e 373 del codice civile. Il primo nella sua attuale formulazione riguarda la possibilità per il giudice civile - in presenza di «gravi e fondati motivi» - di sospendere, in tutto o in parte, l'esecuzione della sentenza di primo grado, con o senza cauzione. Con la manovra, viene previsto un secondo comma dell'articolo, con il quale si stabilisce che la sospensione dell'esecuzione della sentenza di primo grado «è in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a dieci milioni di euro» se la parte ricorrente «presenta idonea cauzione». L'articolo 373 stabilisce che «il ricorso per cassazione non sospende l'esecutività della sentenza» di secondo grado, lasciando tuttavia al giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata - «qualora dall'esecuzione possa derivare grave e irreparabile danno» - la facoltà di disporre «che l'esecuzione sia sospesa o che sia prestata congrua cauzione». Con la modifica dell'articolo introdotta con la manovra, viene meno il potere discrezionale del giudice per le condanne di importo superiore a venti milioni di euro. La sospensione - dice la modifica - «è in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a 20 milioni» se la parte presta «idonea cauzione».



Nella causa civile con al centro la vicenda del Lodo Mondadori e che vede contrapposte Cir (della famiglia De Benedetti) e Fininvest, il Tribunale di Milano, nell'ottobre 2009 ha condannato la holding della famiglia Berlusconi a un risarcimento di 750 milioni a favore di Cir. La sentenza di secondo grado è attesa per i prossimi giorni. In base alle nuove norme, in caso di conferma o di riduzione della condanna di Fininvest ad una cifra comunque superiore a 20 milioni di euro, la Corte d'appello di Milano, sezione civile, su istanza dei legali di Fininvest, sarebbe obbligata a disporre la sospensione dell'esecuzione della sentenza, a condizione che la Fininvest presti «idonea cauzione».



Le opposizioni insorgono. «Anche le azioni criminali hanno un limite per essere credibili, oltre il quale diventano ridicole. Se nel testo definitivo della manovra ci fosse una norma criminogena, volta ad assicurare a Berlusconi l'annullamento del pagamento dovuto al gruppo De Benedetti, sarebbe la dimostrazione che il governo ha perso il senso del limite e il senno. Come si può approfittare così delle istituzioni? Un giudice accorto dovrebbe disapplicare questa disposizione perchè palesemente immorale e incostituzionale», dice Antonio Di Pietro. Di «insulto al Parlamento» parla Pier Luigi Bersani. «Una cosa del genere qualora fosse confermata - ha detto il segretario del Pd - sarebbe la prova che per tutti gli italiani la manovrà sarà un problema e per il presidente Berlusconi una soluzione. Voglio credere che non si insulti il Parlamento trasmettendogli una norma del genere».



L'Anm: iniqua e incostituzionale. Una norma che sospende i risarcimenti nei processi civili e che potrebbe riguardare anche il Lodo Mondadori? «Se dovesse essere confermata - dice il presidente dell'Anm, Luca Palamara - si tratterebbe di una norma che nulla ha a che vedere con il tema dell'efficienza del processo civile, che determinerebbe un'iniqua disparità di trattamento, e che sarebbe, quindi, incostituzionale».



Stangata su deposito titoli. Il bollo che si applica alle comunicazioni relative al deposito di titoli può salire fino a 380 euro se ha un ammontare complessivo a cinquantamila euro ed è gestito da una banca. L'importo varierà infatti in base al valore del «conto»: dai 120 euro annuali per le comunicazioni di intermediari finanziari ai 150 per i conti inferiori ai 50 mila euro relativi a comunicazioni di depositi titoli presso banche, fino ai 380 euro annuali se si supera questa soglia.



Balzello sulle auto potenti. A partire dal 2011 «per le autovetture e per gli autoveicoli per il trasporto promiscuo di persone e cose è dovuta una addizionale erariale della tassa automobilistica, pari ad euro 10 per ogni chilowatt di potenza del veicolo superiore a 225 chilowatt, da versare alle entrate del bilancio dello Stato».



Il giallo delle rinnovabili. Il taglio del 30% di «tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni» presenti in bolletta torna nel testo della manovra inviato al Quirinale. «Allo scopo di ridurre il costo finale dell'energia per i consumatori e le imprese - dice l'articolo 35 - a decorrere dal primo gennaio 2012 tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e gas naturale, previste da norme di legge o da regolamenti sono ridotti del 30 per cento rispetto a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010». L'entità degli incentivi, dei benefici e delle agevolazioni sarà rideterminata dal ministero dello Sviluppo su proposta dell'Autorità per l'energia entro 90 giorni.



«Nel testo definitivo della manovra finanziaria inviato al Quirinale non c'è nessun taglio degli incentivi per le energie rinnovabili», afferma il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani. «Non mi risulta che nel testo della manovra inviata al Quirinale sia stata reintrodotta la norma che prevede il taglio del 30% di incentivi e agevolazioni relative alle forniture di energia elettrica», conferma il ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo.



Nel testo arrivato al Colle, vi sarebbero invece anche i commi 10 e 11 dell'articolo 35 nei quali è previsto che «allo scopo di ridurre il costo finale dell'energia per i consumatori e le imprese a decorrere dal primo gennaio 2012 tutti gli incentivi, i benefici e le altre agevolazioni, comunque gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e gas naturale, previste da norme di legge o da regolamenti sono ridotti del 30 per cento rispetto a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010». L'entità degli incentivi, dei benefici e delle agevolazioni - prevede la norma - sarà rideterminata dal ministero dello Sviluppo su proposta dell'Autorità per l'energia entro 90 giorni.



Secondo Palazzo Chigi le norme sulla riduzione degli incentivi per le fonti rinnovabili non sarebbero presenti nel testo presentato al Quirinale. Fonti della Presidenza del Consiglio fanno infatti presente che l'articolo in questione ha solo 9 commi. I due commi indicati invece per i tagli erano il 10 e l'11 che il testo inviato al Quirinale non ha.



Stangata Irap per banche e assicurazioni. Per gli istituti di credito e per le altre società finanziarie l'Irap sale al 4,65% mentre per le assicurazioni passa al 5,90%, riporta poi la bozza del decreto.



Anche la politica stringe la cinghia con riduzioni e tagli, molti dei quali però entreranno in vigore solo a fine legislatura. I primi sette articoli della manovra riguardano risparmi che il Palazzo si appresta a fare. Il trattamento economico di deputati, senatori, ministri ed anche di alti dirigenti pubblici non potrà superare quello della media europea. Coinvolti anche i consigli regionali che dovranno adeguarsi con proprie leggi ai tetti stabiliti a livello nazionale.



Il secondo taglio riguarda uno degli status simbol dei politici, e cioè l'auto blu. La manovra stabilisce che la loro cilindrata non può superare i 1600 cc. Faranno eccezione le auto per il Capo dello Stato, per i presidenti di Camera e Senato e per il Presidente del Consiglio, oltre che quelle blindate. E delle auto blu, così come di ogni altro benefit (es. telefonino, studio), non potranno più godere quanti cessano dalle cariche istituzionali, ad eccezione del presidente della Repubblica, e ferme restando i dispositivi di sicurezza. Perderanno il diritto ad avere un loro studio nel Palazzo gli ex presidenti di Camera e Senato.



Dei voli di Stato potranno beneficiare solo in cinque: il presidente della Repubblica, i presidenti di Camera e Senato, il presidente del Consiglio, e quello della Corte costituzionale. Non sono stabiliti limiti a livello quantitativo o a livello funzionale, come quelli introdotti nel 2007 dal governo Prodi e poi abrogati dal governo Berlusconi. Le deroghe per i ministri dovranno essere pubblicate sul sito della Presidenza del Consiglio.



Dal 2012 Senato e Camera dovranno deliberare «riduzioni di spesa» anche per gli stipendi dei funzionari. I risparmi finiranno nelle Casse dello Stato al fine di pagare interventi straordinari per la fame nel mondo, calamità naturali, assistenza ai rifugiati, conservazione di beni culturali. E sempre dal 2012 saranno ridotte del 20% le spese del CNEL, del Csm nonchè delle autorità indipendenti, compresa la Consob.



Solo dalla prossima legislatura arriverà il taglio del 10% al finanziamento dei partiti (circa 50 milioni degli attuali 500) che se aggiunti a analoghi tagli del 2007 e dell'anno scorso, porta una riduzione del 30%. E diventa obbligatorio anche l'election day, cioè l'accorpamento di varie elezioni in un unico girono, che porterà circa 300 milioni di risparmi.



Confermata la sanatoria sulle liti fiscali «di valore non superiore a 20.000 euro» di cui l'Agenzia delle Entrate è parte e pendenti dal primo maggio 2011. Le liti possono essere definite «con il pagamento delle somme» previste dalla legge 289/2002. E cioè 150 euro se l'importo della lite è inferiore ai 2.000 euro ovvero il 10% del valore della lite. Sono anche «estinte di diritto» le liti nelle quali sia parte l'Inps, «il cui valore non superi 500 euro» e pendenti nel primo grado alla data del 31 dicembre 2010



La Commissione europea giudica positivamente la manovra del governo, ma attende dettagli per poter dare un giudizio complessivo. L'adozione della nuova Finanziaria multiannuale del governo italiano, ha detto rispondendo a una domanda dell'agenzia Ansa il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari, è «positiva, poiché è in linea con le raccomandazioni, appena adottate, che chiedevano di prendere tutte le misure necessarie, senza ritardi, per raggiungere l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014 e accelerare la riduzione del debito pubblico molto elevato».



La manovra economica «non arriva al pareggio, non arriva a introdurre un refolo di crescita ed è più probabile che provochi recessione»: in sintesi è questa l'opinione del segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, secondo il quale il provvedimento «arriva solo a dare una bastonata micidiale ai redditi medio-bassi e a lasciare la patata bollente ai prossimi che arrivano». In più sulla manovra «il governo, che non ha più la fiducia degli italiani, mette la fiducia chiudendo la discussione e affidando ai posteri l'esecuzione». «Questo - ha concluso - pone qualche problema di natura istituzionale».
Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 18:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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