Manovra, cosa succede ora? Dalla fiducia al voto finale in Senato: 5 giorni per evitare l'esercizio provvisorio

Per tutta la notte proseguirà la discussione in quella che si annuncia come una seduta fiume

Venerdì 23 Dicembre 2022 di Alberto Gentili
Manovra, cosa succede ora? Dalla fiducia al voto finale in Senato: 5 giorni per evitare l'esercizio provvisorio

Dopo giorni e giorni di schermaglie, di lotta all’ultimo sangue su ogni singolo emendamento, questa sera alle 20.30 la manovra riceverà la fiducia della Camera dopo le dichiarazioni di voto dei singoli partiti che cominceranno a partire dalle 19.

Ma la maratona sulla legge di bilancio non finirà lì. Per tutta la notte proseguirà la discussione in quella che si annuncia come una seduta fiume. Il voto finale sul provvedimento è infatti previsto per le sei del mattino. Poco prima dell’alba della Vigilia di Natale.

LA CORSA PROSEGUE

Il percorso della legge di bilancio non si conclude con il via libera di Montecitorio. Dopo la palla passerà al Senato che avrà tempo fino al 31 dicembre per dare il suo "sì" definitivo. "Sì" che non prevede alcuna correzione da parte dei senatori. Se infatti dovesse cambiare anche un solo comma della corposissima legge di bilancio, il provvedimento dovrebbe tornare alla Camera. E diventerebbe serio e concreto il rischio dell’esercizio provvisorio.

IL PERICOLO

Quando scatta il regime dell’esercizio provvisorio, il governo non è autorizzato ad adottare le variazioni di bilancio previste nel disegno di legge della manovra, ma deve limitarsi a gestire le operazioni di ordinaria amministrazione. «L’esercizio provvisorio del bilancio - si legge nell’articolo 81 della Costituzione - non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi». La spesa pubblica viene consentita «per dodicesimi», ovvero: in ogni mese è utilizzabile al massimo un dodicesimo delle poste iscritte nei capitoli del progetto di bilancio. La limitazione vale sia per le spese di competenza sia per quelle di cassa. Sfuggono a questo vincolo le uscite obbligatorie, come quelle per gli stipendi al personale statale. Uno scenario, c’è da aggiungere, che Giorgia Meloni è determinata a scongiurare. E che con ogni probabilità non si verificherà.

 

L’APPELLO DI SALVINI

Che la situazione sia seria è comunque dimostrato dalle parole del vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: «La manovra va approvata, costi quello che costi entro la fine dell’anno. Abbiamo una settimana di tempo, non si scappa». Il leader leghista che è anche senatore e dunque da martedì 27 dicembre sarà costretto a presidiare l’aula di palazzo Madama: «Si vota stanotte alla Camera e noi al Senato facciamo Capodanno, sono pronto».

LA LUNGA VIA CRUCIS

La legge di bilancio è giunta al voto finale della Camera dopo giorni di tensione. Solo nella tarda serata di ieri è arrivata la richiesta di fiducia del governo. L’ultimo scontro si è consumato sull’emendamento da mezzo miliardo per i Comuni che è stato stralciato per mancanza di coperture tra le proteste delle opposizioni. A far discutere è stato anche il bonus per i diciottenni. Norma bandiera del governo Renzi e rivista e corretta dal ministro Gennaro Sangiuliano, ma sulla quale la Ragioneria ha chiesto una puntualizzazione necessaria a specificare il destino dei nati nel 2004 che riceveranno il bonus nel 2023 e dunque con l’attuale normativa.

Ultimo aggiornamento: 18:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci