Cannabis light, è ancora lite: resta la norma sulla vendita. Oggi il voto in Senato

Lunedì 16 Dicembre 2019 di Michele di Branco
Cannabis light, è ancora lite: resta la norma sulla vendita. Oggi il voto in Senato

Manovra verso il voto con una schiarita sul nodo delle coperture finanziarie, mentre continuano a infuriare le polemiche sull'emendamento sulla cannabis. Dopo il via libera della commissione Bilancio, arrivato giovedì notte al termine di una seduta durata quasi 14 ore, e conclusa la discussione generale in Senato, la legge di Bilancio si prepara a imboccare, con il voto di oggi a Palazzo Madama, la penultima curva. È stato un weekend di lavoro per l'esecutivo alle prese con il maxiemendamento ala fine inviato in aula. Nel testo c'ancora la norma che rende legittima la vendita di prodotti a base di cannabis con principio attivo Thc al di sotto dello 0,5%. Una norma pesantemente contestata da Giorgia Meloni e Matteo Salvini (il segretario della Lega parla di «spaccio di Stato») che promettono battaglia: l'originario emendamento voluto in commissione dal M5S è del resto all'esame di ammissibilità formale, che spetta alla presidenza del Senato.

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LA STRADA
È necessario armonizzare, ai fini dei saldi di bilancio, il percorso legislativo del decreto fiscale che contiene, appunto, una fetta delle risorse per finanziare la manovra ed è, seppur blindato, ancora all'esame del Senato in seconda lettura. Nel maxiemendamento, secondo quanto filtra da fonti della maggioranza, è stata inserita una clausola per garantire a livello giuridico che i saldi del dl collegato restino invariati. L'esito del voto è previsto per il primo pomeriggio, poi la manovra approderà alla Camera, blindata in seconda lettura, per l'approvazione definitiva. O almeno questo è l'accordo raggiunto nei giorni scorsi nella maggioranza, anche se non mancano le pressioni per ulteriori modifiche e interventi. Il problema di fondo è che la carica di micro misure inserite quattro giorni fa in commissione Bilancio ha appesantito il capitolato della manovra creando alcuni problemi di copertura. Ma ieri sera il viceministro dell'Economia Antonio Misiani ha smentito l'esistenza di un buco di 700 milioni e fonti di Via XX Settembre hanno ridimensionato il problema indicando modeste coperture da reperire. «Il testo del maxi-emendamento - hanno fatto sapere gli uomini del ministro Roberto Gualtieri - è stato trasmesso al Senato in una forma pressoché identica a quella votata in commissione, con interventi minimi sul fronte delle coperture». Il vertice di oggi a Palazzo Chigi, pertanto, non riguarderà i temi della legge di bilancio ma altri dossier sul tavolo del governo. Resta però un fatto che, nelle ultime ore, nel mirino del Tesoro sono finite norme che valgono complessivamente un centinaio di milioni.
Nel mazzo, ad esempio, un milione all'anno per tre anni ai carnevali storici e altrettanti per le bande musicali, i 100 mila euro all'anno, sempre per tre anni, destinati allo studio preliminare di un fantomatico volo turistico. Sotto la lente 300 mila euro per la Lega delle autonomie italiane e 800 mila euro destinati al festival del cinema italiano all'estero del programma Vivere all'italiana.

I NODI
In bilico anche i 150 mila euro per l'anniversario di Roma capitale d'Italia e 1,5 milioni in tre anni per gli spot anti-abbandono degli animali. Alcune di queste micronorme potrebbero essere state ridimensionate. E lo stesso destino potrebbe toccare alla norma che consente all'Inps di assegnare incarichi da 35 ore settimanali ai medici fiscali.
Forti dubbi di legittimità poi sull'articolo 18-quinquies - sponsorizzato da Nicola Morra, presidente M5S della commissione Antimafia, che decurta l'indennità di risultato ai dirigenti pubblici che si rifiutano di pubblicare online i dati previsti dalla legge sulla trasparenza.

Insomma, gli ultimi cento metri della manovra si sono trasformati in un percorso accidentato che ha creato tensioni con le opposizioni che rischiano di scaricarsi anche su Quirinale e Consulta. Per dare un'idea del clima, i 5 Stelle erano pronti, proprio nelle ultime ore, a rimettere in discussione il miliardo destinato ai lavori legati alle Olimpiadi invernali del 2026. Ed a rischio è stata la tobin tax sulle transazioni finanziarie on line: l'aliquota è già stata corretta da 0,4% a 0,04%..

Ultimo aggiornamento: 11:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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