Leggi-lumaca, scossa di Draghi: «Smaltire subito un terzo dei decreti attuativi arretrati»

Sabato 12 Giugno 2021 di Luca Cifoni
Leggi-lumaca, scossa di Draghi: «Smaltire subito un terzo dei decreti attuativi arretrati»

Leggi pubblicate e teoricamente in vigore, ma monche perché di fatto non applicabili. E fondi stanziati che non arrivano a destinazione. La nuova strategia voluta dal premier Draghi punta a prendere di petto la piaga atavica dei decreti attuativi richiesti dalle norme approvate, che restano però nel cassetto rendendo inefficace l’azione del governo e del Parlamento.

Il monitoraggio è uno dei compiti dell’Ufficio per il programma di governo, struttura che opera a Palazzo Chigi: al 28 aprile, nonostante gli sforzi per accelerare, si erano accumulati 644 provvedimenti relativi alla diciottesima legislatura, quella in corso. Da allora qualche testo ha visto la luc, ma altri da scrivere si sono aggiunti, senza contare lo stock arretrato che risale alla legislatura precedente. Il problema è annoso e si ripropone periodicamente: a volte nel passato sono stati ottenuti discreti risultati, quando c’era pressione politica sul tema. Ma poi la pila dei dossier è tornata a crescere.

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La spinta

Nel Consiglio dei ministri di giovedì Mario Draghi è intervenuto energicamente, in prima persona, per dare una nuova spinta, con l’incarico al sottosegretario Roberto Garofoli di definire obiettivi quantitativi per ciascun ministero da raggiungere nei mesi di giugno e luglio. I cronoprogrammi per dicastero arriveranno la prossima settimana, ma l’obiettivo complessivo è ridurre di almeno un terzo - nei primi due mesi - l’intero arretrato dei provvedimenti. Questo vuol dire naturalmente ottenere una percentuale ancora maggiore su quelli relativi alla legislatura in corso, che sono una parte rilevante del totale. Lo stesso Garofoli ha avviato un programma di incontri con i vari ministeri; il primo si è già svolto all’Economia, che per sua natura ha la titolarità di una quota consistente di provvedimenti attuativi.


La fissazione di target numerici è solo uno dei punti della strategia che sarà concretizzata dal sottosegretario insieme all’Ufficio del programma di governo. Un altro aspetto importante in prospettiva è la creazione in ciascun dicastero di un piccolo nucleo - all’interno degli uffici di diretta collaborazione - che si dedichi proprio a questo compito. In modo da dar vita a una sorta di rete. La presidenza del Consiglio avrà un ruolo di coordinamento, che include anche intervenire per risolvere situazioni in stallo perché i provvedimenti richiedono la concertazione di ministeri diversi. Inoltre proprio l’allungamento dei tempi rende evidente un fenomeno: un bel numero di provvedimenti semplicemente non serve più, perché il contesto in cui erano stati pensati è ormai superato. In questo caso si tratta di procedere con abrogazioni esplicite: una prima ondata è in arrivo e dovrebbe passare per la fase di conversione di uno dei decreti legge ora in Parlamento. Ad esempio quello in materia di semplificazioni.

Il monitoraggio

Un’ulteriore novità riguarda proprio il monitoraggio: l’attuale motore di ricerca sarà potenziato per includere oltre agli estremi del provvedimento anche l’impatto finanziario. E naturalmente il criterio delle risorse in gioco sarà uno dei quelli decisivi nella definizione dei cronoprogrammi dei ministeri, insieme ad altri quale la lunghezza del procedimento. Smaltire l’arretrato però è solo una parte del lavoro: si tratta di impedire che poi si vada a riformare. Anche su questo aspetto ci sono alcuni criteri guida. Il primo è chiedere a tutti i ministeri di limitare al massimo il ricorso a ulteriori provvedimenti e rendere quindi le norme di legge il più possibile autoapplicative. Per cui quando sarà proposta una norma bisognerà specificare perché eventualmente richiede successivi decreti. Qualora effettivamente servano, i capi di gabinetto e degli uffici legislativi saranno sensibilizzati ad indicare termini realistici per la loro adozione.

Siccome poi le leggi non le fa solo il governo (anzi il compito primario spetterebbe alle Camere) si cercherà anche di estendere alla loro azione alcune di queste linee guida, fermo restando naturalmente che il Parlamento è pienamente sovrano. Infine un ruolo importante nell’azione preventiva lo avrà il Dagl, il Dipartimento affari giuridici e legislativi della presidenza del Consiglio. Ad esempio, cercando di evitare decreti attuativi che richiedono il concerto di quattro-cinque dicasteri, magari toccati solo da un aspetto marginale delle norme in questione. La procedura di concertazione dovrà essere limitata ai casi veramente essenziali.

Ultimo aggiornamento: 13:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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