Il segnale è arrivato ieri in Commissione Lavoro dove il governo è andato sotto su due emendamenti. Uno sulla governance dell’Inps che introduce una riforma ordinamentale tramite la legge di bilancio, l’altro sul raddoppio degli indennizzi ai lavoratori per i licenziamenti senza giusta causa. Parere contrario del governo ma passano con i voti del Pd.
I due temi erano già stati oggetti della trattativa con Giuliano Pisapia. Ora l’ex sindaco di Milano si è fatto da parte, ma le ragioni per la costruzione di una gamba a sinistra del Pd, restano tutte. Compreso il tema dello ius soli la cui approvazione ieri è stata ribadita non tanto da Matteo Renzi, ma anche dal ministro dell’Interno Marco Minniti. Come? Con il voto di fiducia e superando le resistenze di palazzo Chigi e del Quirinale che temono le conseguenze politiche di una possibile bocciatura.
Ma al tempo stesso, sia Quirinale che palazzo Chigi, hanno molto più a cuore il buon esito della legge di Bilancio e lo scambio a palazzo Madama potrebbe avvenire anche a costo di chiudere la legislatura non del tutto in modo ‘ordinato’. Al Nazareno, infatti, vogliono la prova di forza sulla cittadinanza. Anche a costo di perderla.
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