Berlusconi "incorona" Zaia e rilancia: «Con gli aiuti dell'Europa si possono tagliare le tasse»

Martedì 15 Settembre 2020 di Ario Gervasutti
Silvio Berlusconi
È appena uscito dalla «prova più pericolosa della sua vita», ma nemmeno in ospedale si è fermato: Silvio Berlusconi ha solo rallentato i giri per qualche giorno, e già dal pomeriggio è sul pezzo. Dal suo isolamento domiciliare ad Arcore telefona, sprona i candidati, rilascia interviste: «Purtroppo non potrò partecipare ad incontri pubblici. Cercherò, da remoto, di partecipare comunque alla campagna elettorale».
È ottimista, come suo solito: per il centrodestra, ma anche per Forza Italia. La brutta esperienza del Covid non ha lasciato segno: ha solo rafforzato l'idea che si era fatto fin dai primi giorni della pandemia: «Nelle fasi iniziali il Governo ha indugiato troppo ad ascoltare il grido d'allarme dei Governatori del Nord, come se il problema fosse il razzismo nei confronti dei cinesi e non la tutela della salute degli italiani. Ma guardiamo davanti a noi...». E davanti a ci sono le elezioni regionali. In Veneto Zaia sembra avviato a un'ampia riconferma, in particolare con la sua lista. La convivenza con una personalità forte è un problema per FI? «Non vedo il problema. Sosteniamo lealmente il Presidente Zaia, che è stato un ottimo governatore e merita la riconferma.  Forza Italia porta un contributo di numeri, di persone, di idee, sulla base dei valori cristiani e dei principi liberali, garantisti ed europeisti di cui siamo i soli coerenti portatori».

Da più parti il governatore veneto è indicato come possibile candidato premier per il centrodestra. Che cosa ne pensa?
«Non entro in questa discussione. Il candidato premier che il centro-destra proporrà al Capo dello Stato sarà indicato dal partito della coalizione che avrà ottenuto più voti». 

Lei, Salvini e Meloni avete firmato un patto che vi impegna a una serie di riforme nel caso andiate al governo. Tra queste c'è l'autonomia regionale, attesa in Veneto da decenni. Davvero pensa che i parlamentari di Forza Italia del Sud la voteranno?
«Certamente sì: l'Autonomia è una sacrosanta richiesta dei Veneti come di cittadini di altre regioni, ma non è un provvedimento per dividere l'Italia. Il principio di sussidiarietà, che consiste nel portare il livello delle decisioni il più vicino possibile alla gente è uno dei cardini della nostra cultura politica». 

Quante probabilità ci sono che Conte si dimetta in caso di sconfitta dell'area di governo alle regionali? Probabilità, non speranze...
«Credo nessuna: il patto di potere su cui si fonda il Governo delle quattro sinistre prescinde dalla volontà dei cittadini. Proprio perché sanno di essere in minoranza rimangono incollati alle posizioni che non riotterranno mai più».
La scuola è iniziata con il fiatone: che cosa avrebbe dovuto fare (tre mesi fa, non oggi), il governo?
«Scelte chiare, coerenti, razionali, seguendo le indicazioni degli scienziati. Invece i ministri interessati si sono divisi e contraddetti su tutto, lasciando famiglie, studenti e insegnanti nell'incertezza e nella preoccupazione».
Quali sono le prime 3 cose sulle quali investirebbe i soldi che l'Europa ci presterà?
«Un profondo taglio delle tasse, un grande piano casa e infrastrutture, importanti investimenti nella sanità utilizzando le risorse del MES».
Salvini sospetta che il Recovery fund nasconda un do ut des: l'Europa ci dà i soldi, noi ci teniamo le ondate di migranti. È possibile?
«Mi sono personalmente occupato di sollecitare l'approvazione del Recovery Fund presso i principali leader politici europei, e posso assicurare che nessuno ha mai neppure preso in considerazione uno scambio di questo tipo. Questo naturalmente non esclude che abbia ragione Salvini nel chiedere un maggiore impegno dell'Europa di fronte al dramma dell'immigrazione clandestina».
Perché in Italia lo spazio moderato oggi è più esiguo? Perché fanno più presa gli slogan e i temi più divisivi? 
«Credo che la questione principale sia il crescente disinteresse e disgusto dei moderati per la politica. È un disgusto che comprendo ma che porta a un disimpegno anche dal voto che potrebbe avere effetti disastrosi per l'avvenire del nostro Paese e dei nostri figli. Sta a noi farlo capire agli Italiani, ai sette milioni di italiani che annunciano di non voler votare ma che sui contenuti si dichiarano di centro-destra».
I sondaggi dicono che nel carro del centrodestra Forza Italia è il terzo partito. Dica la verità: non è mai stato tentato dall'idea di scompaginare il quadro e costruire un altro carro al centro con Renzi e altri? 
«Ovviamente no, anche perché questo sì che porterebbe a un fallimento elettorale e politico. Ho stima per Renzi ma giochiamo in metà-campo opposte».
Ha deciso se voterà Si o No al referendum sul taglio dei parlamentari? E perché? 
«Sono molto perplesso. È un taglio che fa male alla libertà e limita spazi di democrazia. Ridurre i Parlamentari è giusto, andrebbe però fatto con una riforma organica come quella che noi avevamo varato nel 2005 ma che poi è stata cancellata dalla sinistra».

Che cosa ha pensato quando ha letto di Di Maio che propone per la Libia il piano Berlusconi del 2008? 
«Che i nostri rapporti con la Libia e il nostro ruolo nel Mediteraneo nascevano da un lungo e paziente lavoro di relazioni, anche mie personali, con gli Stati e con i principali leader dello scacchiere mediterraneo. Tutto questo non si recupera in un giorno».

Di fronte alla qualità della classe politica di questi ultimi anni, per caso rimpiange i suoi vecchi avversari? Prodi, Veltroni, D'Alema...
«No, non li rimpiango. Non amo dare giudizi sulle persone, alcune delle quali certamente stimabili, ma non mi sono mai trovato in sintonia né con i vecchi professionisti della politica né con i nuovi ambiziosi improvvisati che fanno dell'incompetenza e dell'inesperienza il loro tratto distintivo».
 
Ultimo aggiornamento: 12:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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