Governo Draghi, Boschi: «Difficile dire no al Colle, grazie a noi un esecutivo migliore»

Giovedì 4 Febbraio 2021 di Barbara Jerkov
Governo Draghi, Boschi: «Difficile dire no al Colle, grazie a noi un esecutivo migliore»

Draghi premier incaricato. E Mattarella che ha chiarito che in questo momento il Paese non può andare a elezioni. Non sarà che questo era sin dall'inizio il vero obiettivo di Italia viva, presidente Boschi?
«No. Il nostro obiettivo era semplicemente dar vita a un governo migliore di quello uscente. Credo che ci siamo riusciti e che nessuno possa più far polemica sull'opportunità della crisi. Abbiamo fin dall'inizio espresso a Mattarella la nostra disponibilità a sostenere un governo nato da una sua eventuale iniziativa.

E a maggior ragione con l'incarico a Draghi pensiamo sia la cosa giusta».

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Ma su cosa è saltato allora il tavolo di Fico? O non sarà - è l'impressione di molti - che non è mai servito davvero a qualcosa?
«Ci abbiamo provato fino all'ultimo minuto. Purtroppo su tutti i punti che avevamo posto negli ultimi mesi, piano vaccini, fondi per la sanità con il Mes, riforma della giustizia, tav ci siamo sentiti dire di no. Più davamo disponibilità, più trovavamo muri».


Raccontano che Renzi sia arrivato a offrire a Pd e M5S che lei non facesse il ministro nel Conte ter, per chiudere l'intesa con i rosso-gialli. Sapeva di essere considerata così scomoda?
«La verità è che ho fatto un passo indietro io, d'accordo con Matteo. Non avevo e non ho mai chiesto nulla. Dato che il mio nome rischiava di essere usato come pretesto da qualcuno, ho preferito togliere alibi. Del resto questo era stato lo stile anche di Bellanova, Bonetti e Scalfarotto. Ma evidentemente non di Azzolina, Bonafede e di altri».

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Ora con Draghi i partiti resteranno fuori dal governo: i gruppi di Italia viva terranno a questa nuova sfida?
«E perché mai non dovrebbero? Per due settimane abbiamo letto di continui addii da Iv e alla fine se ne è andato Carelli dal M5S. Penso semmai che nelle prossime settimane arriveranno nuovi colleghi. Iv è molto più forte di come venga descritta».


Il perimetro della nuova maggioranza arriverà quasi certamente a includere Forza Italia e la stessa Lega lancia segnali di apertura. Sta nascendo un nuovo fronte moderato che va, appunto, da voi di Iv a FI?
«Mi pare prematuro sapere cosa faranno FI e Lega. Di sicuro sono in forte difficoltà a dire no all'appello di Mattarella e a una figura come Mario Draghi in un simile momento. Ciò detto, il governo che nascerà sarà un governo istituzionale per rispondere ai bisogni del Paese, non una nuova coalizione politica. C'è un allarme per la situazione della pandemia e per l'utilizzo delle risorse europee: utilizziamo questo periodo per lavorare nell'interesse dell'Italia, non per costruire nuovi poli».


Il Pd ha difeso Conte fino all'ultimo escludendo qualsiasi piano B diverso dal voto. La fine di qualsiasi alleanza con Iv?
«In molte regioni e comuni stiamo governando insieme, a cominciare da Firenze e la Toscana. Non credo che i sindaci vorranno rompere le coalizioni solo perché lo chiede Goffredo Bettini. Più che le future alleanze elettorali, mi preoccupa che ci sia presto un governo capace di varare un piano vaccini, riaprire le scuole, spendere bene i 200 miliardi del Recovery e bloccare l'emorragia di posti di lavoro».


La maggioranza Draghi può essere l'abbrivio alla futura maggioranza per il Quirinale sullo stesso nome?
«Intanto facciamolo nascere questo governo e vediamo con quale maggioranza. Al Quirinale nel 2023 spero comunque ci sia un convinto europeista e una personalità della statura di Mattarella. Abbiamo visto anche in questa crisi quanto sia importante il ruolo del presidente della Repubblica».


Si aspetta che la squadra di governo includa anche nomi politici o solo tecnici?
«Noi ci affidiamo alla saggezza di Mattarella, come abbiamo fatto fin qui. Spero che nessun partito inizi il triste spettacolo del suq dei posti di governo in cambio dei voti per Draghi. Dopo i vari passaggi in Senato delle ultime settimane, il Paese non si meriterebbe anche questo».


Tanto per fare un esempio: è possibile cambiare in corsa il ministro della Sanità in piena pandemia? Conte avrà un ruolo nel prossimo governo?
«Non sta a me dirlo. Valuteranno Mattarella e Draghi. Roberto Speranza è un amico, ma se si cambia il presidente del Consiglio penso si debba lasciare al nuovo incaricato ampia libertà di valutazione anche sulla squadra».


In queste ore si parla di un ministero per Conte...
«Lo stesso discorso vale anche per il ruolo e le ambizioni personali di Giuseppe Conte».


Nei giorni scorsi erano circolati tanti nomi di possibili premier tecnici donne. Un'altra occasione persa per il nostro Paese?
«Definire Mario Draghi un'occasione persa sarebbe ridicolo e offensivo per lui e per Mattarella che lo ha indicato: Draghi è un orgoglio del Paese. Sicuramente ci sarebbero stati nomi di donne di alto profilo capaci di svolgere questo ruolo, ma penso che per l'esperienza maturata in Europa in questi anni e la competenza economico-finanziaria, oltre che per sensibilità politica, draghi sia un nome eccellente. E sono convinta che presto arriverà anche il momento per un donna alla guida del governo».

Ultimo aggiornamento: 08:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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