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Crisi di governo, Provenzano: «L’Aula ascolti il premier. Iv? Frattura insanabile»

Italia > Politica
Domenica 17 Gennaio 2021 di Mario Ajello
Crisi di governo, Provenzano: «L Aula ascolti il premier. Iv? Frattura insanabile»

Ministro Provenzano, ancora non si sa come andrà a finire la crisi ma una cosa è evidente: il dicastero del Mezzogiorno, che lei detiene, è molto ambito. E' spaventato?
«Sono lusingato. Mi sembra il segno del riconoscimento del lavoro svolto, e soprattutto la riprova della centralità che il Mezzogiorno ha assunto nelle nostre politiche e nell'idea di Paese che cerchiamo di costruire. Il Recovery Plan, di cui siamo soddisfatti, contiene uno sguardo e uno sforzo per il Sud che sono importantissimi. Sono cresciuti gli investimenti, in particolare in quest'area. Ci sono ora tutte le premesse per un lavoro profondo che bisogna fare con il Parlamento. Definendo i progetti e poi presentando tutto all'Europa. Ecco, voglio dire che c'è una visione strategica per l'Italia e per il Sud. E ci sono anche le risorse della coesione che abbiamo integrato e questo impegno ci viene riconosciuto».

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Ma i numeri per andare avanti il governo Conte li avrà?
«Tutti gli scenari sono aperti. Partiamo dalle certezze che abbiamo. La prima è questa: ci sono gli irresponsabili. Aprire la crisi al buio, con la terza ondata del virus in arrivo e in questa situazione difficilissima sul piano sanitario ed economico e sociale, è irresponsabilità verso i cittadini del nostro Paese. Ma non solo. E' anche un regalo immeritato alla peggiore destra della storia italiana, come si è accorta bene la stampa internazionale».

La soluzione è prendere i renziani ma non Renzi?
«Bisogna essere coscienti della serietà del momento. Noi abbiamo la necessità tutta democratica di andare in Parlamento, e lì ognuno si deve assumere la propria responsabilità davanti agli italiani. Non c'è più spazio per trattative estenuanti e irrispettose verso i cittadini. Di questo non ne possono più. Io vedo troppo tatticismo in questi giorni. Renzi, ma non solo lui, è convinto di poter giocare a poker sulle sorti del Paese. E' sbagliatissimo. Si deve andare in Parlamento, e vedremo se c'è la fiducia. Sennò, si prende atto. Noi facciamo di tutto per evitare l'esito elettorale, ma il rischio esiste».

Italia Viva, al momento, sarebbe per l'astensione in Senato.
«Ma se denunci un vulnus democratico da parte del governo, come fai poi ad astenerti? Allora vuol dire che le parole che pronunci non significano più nulla. I parlamentari di Italia Viva hanno votato tutti i provvedimenti del governo e dicono di voler votare anche i prossimi, come possono condividere i giudizi di Renzi? Sarà questa la ragione dell'astensione. Se ti astieni, quando in realtà vuoi far cadere il governo, è solo furbizia. Ma il tempo delle furbizie è finito. Il Paese questo non lo può tollerare. La politica ha il dovere della chiarezza e invece si vede costretta a discutere soltanto di se stessa. Mentre i cittadini aspettano i vaccini e sono giustamente impazienti affinché il Recovery Plan venga approvato presto e bene e si traduca materialmente in investimenti e lavoro».

Però ministro non può negare che molti errori sono stati fatti da parte del governo.
«Io non nego che ci fossero errori da correggere e limiti nell'azione del nostro esecutivo. Ma anche grazie al tentativo del Pd, abbiamo adottato un metodo per migliorare le cose. A fronte di questo, Renzi che dimette le due ministre non è stato solo un attacco a Conte. Ma anche uno schiaffo al Pd, al suo tentativo di mediazione e al suo lavoro per migliorare il Recovery Plan. Forse è proprio per questo protagonismo del Pd che Renzi ha accelerato il suo strappo. Ha ingaggiato un duello personale e mediatico con Conte, che ha finito per nascondere la politica e per negare la possibilità che il governo potesse alzare il livello della sua qualità di lavoro. Questo sforzo di miglioramento era la linea del Pd e perciò la nostra reazione è compatta».

Renzi l'inaffidabile e il demolition man?
«Non è un fatto di carattere. Io rifiuto di interpretare la politica con la psicologia. Si è palesata una divergenza politica di fondo, lo ha detto anche Orlando. Una frattura non più componibile che riguarda il passato, con il giudizio liquidatorio sull'azione del governo, il presente, con il rifiuto al tentativo di rilancio del governo promosso dal Pd, ma soprattutto il futuro. Conte è il punto di equilibrio dell'alleanza tra Pd e M5S. E' un'alleanza difficile e piena di questioni ancora da risolvere, ma necessaria per vincere contro la destra peggiore di sempre sia alle amministrative sia alle elezioni politiche».

Ma Conte si salva o no nel voto a Palazzo Madama?
«Non faccio previsioni. Dico che c'è bisogno di politica e non di giochi di prestigio. E dico basta a descrivere il Parlamento come un mercato delle vacche. Bisogna andare alla Camere e ognuno si assuma le sue responsabilità. Lì Conte descriverà l'agenda dei prossimi mesi, dirà come fronteggiare la crisi sanitaria e descriverà la maniera con cui cercheremo di superare l'emergenza economica e sociale. Offriremo al Parlamento il Recovery Plan come metodo di lavoro».

Ma basta liberarsi di Renzi per risolvere tutti i problemi?
«Assolutamente, no. Infatti dobbiamo mettere in agenda le riforme. Il 31 marzo finisce il blocco dei licenziamenti e dobbiamo continuare a proteggere il lavoro sempre di più, da un lato riformando le politiche del lavoro e gli ammortizzatori e dall'altro mettendo a terra tutti gli investimenti possibili per creare occupazione. Ma c'è un tema di democrazia, anche. Serve una nuova legge elettorale. Il fatto politico rimosso è che la fiducia nell'alleanza è stata minata quando Italia Viva ha negato l'accordo sul proporzionale che tutti avevamo appena sottoscritto, dopo il referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari. Ma fin dall'inizio gli obiettivi dichiarati di Italia Viva erano due. Il primo era dare stabilità politica al governo, e non mi pare sia andata così. Il secondo era distruggere il Pd, e tutti i tentativi sono falliti fin qui. Fallirà anche questo».

 

Crisi di governo, cosa può succedere: Conte ter al 40%, solo il 10% all'ipotesi nuovo premier

 

Ultimo aggiornamento: 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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