Farnesina, lite Iv-Di Maio. Renzi frena Scalfarotto: «Ma presto faremo i conti»

Sabato 29 Febbraio 2020 di Simone Canettieri
Farnesina, lite Iv-Di Maio. Renzi frena Scalfarotto: «Ma presto faremo i conti»

Sarà anche un «focolaio isolato», come dicono i renziani con una metafora di stretta attualità. Ma il caso delle dimissioni (in sospeso) di Ivan Scalfarotto da sottosegretario agli Esteri apre un altro fronte nella maggioranza. E rischia di riaccendere le fibrillazioni a Palazzo Chigi e sul suo inquilino Giuseppe Conte. Per il momento la pratica è «congelata» a causa dell'emergenza Coronavirus.

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Tanto che è stato proprio Matteo Renzi, l'altra notte, a fermare l'addio di Scalfarotto dalla Farnesina. Una decisione già presa e protocollata. Perché? La miccia si è accesa con la decisione di Luigi Di Maio di assegnare all'esponente di Italia Viva le competenze alle politiche commerciali e all'altro sottosegretario pentastellato Manlio Di Stefano le «questioni relative alle imprese». Il ministro degli Esteri ha avocato a sé le deleghe su Ice, Sace, Simest e Invitalia.

Una volontà che Scalfarotto dice di aver subìto - il decreto è già firmato e inviato alla Corte dei Conti - e che «rinnega gli accordi assunti al momento della formazione del governo». Il che, sottolinea il renziano mandando un messaggio all'esecutivo, «non depone mai favorevolmente per la solidità di una coalizione».
Il sottosegretario dice di aver spiegato a Di Maio nel corso di una telefonata molto «franca» che si tratta di «un errore gravissimo frazionare le competenze del Commercio internazionale privando le aziende che esportano e le nostre fiere già in gravissime difficoltà a causa del coronavirus di una interlocuzione unitaria con il governo, soprattutto nel momento di passaggio di queste delicate competenze dal Mise agli Esteri».

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LO SCONTRO
Un «errore grossolano», prosegue sempre Scalfarotto, di cui «non desidero assumermi la benché minima responsabilità». Da qui la scelta di fare la valigia, bloccata per il momento a causa dell'emergenza virus. Ma quando sarà passata, fan capire, le dimissioni arriveranno. Sarà l'inizio di una resa dei conti all'interno del governo? Inizierà un'escalation con l'uscita dall'esecutivo anche delle ministre Bellanova e Bonetti? Chi ha parlato con Renzi in queste ore smentisce l'ipotesi che dalla Farnesina possa partire una strategia più ampia: «Adesso c'è il Coronavirus da debellare, il resto non importa, ma Ivan ormai ha preso una decisione dopo aver subito un torto con la spinta e la complicità del Pd».

L'ex premier «per il momento» vuole mettere da parte le tensioni e le critiche a Conte, preoccupato dalla crisi economica che potrebbe scoppiare come reazione al Covid-19. «Ma i nostri rilievi - dice Renzi ai suoi fedelissimi - restano». Facendo capire che la resa dei conti è solo rinviata per cause di forze maggiori. Ma rimane nell'agenda di Italia Viva, così come l'ipotesi di un governissimo se l'Italia dovesse trovarsi davanti a una prospettiva di forte recessione.

Il resto della maggioranza preferisce «isolare» il caso Scalfarotto. Di Maio non risponde alle accuse del suo sottosegretario, rivendicando la scelta presa: «Stiamo lavorando per il Paese». Anche se il titolare degli Esteri definisce «disarmante» il fatto di essere l'unico Paese «in cui mentre c'è una crisi di questo tipo c'è chi sta pensando a giochi politici», un affondo a Matteo Salvini, ma anche a Renzi, accusato dal Pd e dal M5S di una perenne intelligenza con il leader del Carroccio, tornato all'assalto di Conte: «A Palazzo Chigi serve uno con le palle».

Dal Pd invece non credono alle dimissioni di Scalfarotto. E raccontano un aneddoto velenoso: «Ai tempi della formazione del governo, Renzi, era pronto a non entrare perché non soddisfatto dal numero di posti ottenuti dalla sua corrente. Avvisammo Scalfarotto di questo problema, ma Ivan ci rispose: se il Paese chiama come faccio a dire di no?».
 

Ultimo aggiornamento: 16:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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