Fino a ieri pomeriggio, fino allo strappo di Matteo Renzi e alle dimissioni delle due ministre di Italia viva, sul tavolo c’era di fatto una sola opzione: la nascita di un nuovo governo guidato da Giuseppe Conte, l’ormai famoso Conte-ter, rivisto e corretto.
Conte-ter con “responsabili”
Probabilità: 50%
La partita, quella vera, come al solito si gioca in Senato dove i numeri sono incerti e ballerini. Conte è determinato a non dimettersi, a conservare l’interim delle due deleghe (Agricoltura e Famiglia) lasciate da Teresa Bellanova ed Elena Bonetti e ad andare a palazzo Madama a cercare una nuova fiducia nei prossimi giorni. Ma per farlo deve prima nascere in Senato un nuovo gruppo di “responsabili”, appunto. Il nome già c’è: Udc. Vi potrebbero far parte, come dimostrano i contatti tra Gianni Letta e Goffredo Bettini, i centristi che attualmente sono nel gruppo di Forza Italia-Udc, ex grillini, qualche forzista e anche qualche renziano contrario alla rottura con nConte. I voti necessari sono circa 18. Se nascesse il gruppo, potrebbero cadere le perplessità del Quirinale riguardo a «una maggioranza raccogliticcia». Quelle del Pd sono già cadute: Dario Franceschini dice che «non bisogna vergognarsi di cercare in Aula i responsabili, ma bisogna farlo alla luce del sole».
Conte-ter con Italia viva
Probabilità: 5%
Come si diceva fino a ieri era l’ipotesi più probabile, ma ormai Renzi si è bruciato i ponti alle spalle. Di certo, Conte e i 5Stelle non lo vogliono più. E anche il Pd ormai, pur temendo di essere cannoneggiato alle spalle da Renzi dai banchi dell’opposizione, ormai ha deciso che con Italia viva non si può ricucire. Inoltre l'ipotesi del Conte-ter con Renzi comporterebbe un ridimensionamento del premier (che dovrebbe ingoiare uno o due vicepremier e cedere la delega ai Servizi), ragione in più per l'avvocato per dire di no.
Nuovo premier, stessa alleanza
Probabilità: 5%
Da mesi Renzi lavora per spedire a palazzo Chigi un premier del Pd, facendo i nomi di Dario Franceschini e Nicola Zingaretti. Oppure, in alternativa, di Luigi Di Maio. Ma questa strada è sbarrata dai grillini e anche dal Pd, che non vuole rompere con Conte in vista delle elezioni e della nascita di uno schieramento progressista anti-Salvini. Inoltre i 5Stelle non hanno alcuna voglia di lasciare palazzo Chigi a un esponente del Pd.
Governo di scopo o elettorale
Probabilità: 30%
Se tutto precipita, se Conte non dovesse riuscire a ottenere i voti dei “responsabili” in Senato, potrebbe nascere un esecutivo tecnico con qualche esponente politico in prima linea contro la pandemia (come Speranza, Boccia, Gualtieri), votato da una maggioranza trasversale. Questo governo potrebbe essere guidato da Luciana Lamorgese (attuale ministra degli Interni), da Marta Cartabia (ex presidente della Corte costituzionale) o dall’economista Carlo Cottarelli. L’esecutivo avrebbe breve durata: servirebbe per portare il Paese al voto appena la pandemia allenterà la presa, presumibilmente verso maggio o giugno.
Governo istituzionale
Probabilità: 10%
Vale lo schema del governo di scopo ed elettorale: nel caso che Conte non avesse i numeri in Senato, potrebbe essere tentata la strada di un esecutivo guidato da Mario Draghi con un orizzonte fino al 2023. La maggioranza dovrebbe essere bipartisan. Ma il Pd non ne vuole sapere e anche Giorgia Meloni già si è chiamata fuori. In più è tutta da verificare la disponibilità dell’ex presidente della Bce, dato come candidato “forte” per il Quirinale, ad assumere l’incarico.