Giustizia, una riforma da completare: Csm e assunzioni i nodi del dopo voto

Assunzioni, digitalizzazione, snellimento dei processi e riti alternativi: gli obiettivi per la nuova legislatura

Martedì 30 Agosto 2022 di Angelo Ciancarella
Giustizia, una riforma da completare: Csm e assunzioni i nodi del dopo voto

Esiste una agenda Draghi per la giustizia? E cosa consegna alla prossima legislatura? Ammesso che esista, consegnerà (forse) decreti legislativi che attuano leggi delega di riforma dello scorso anno. Insomma: consegna parole, «al comune scopo di riportare il processo italiano a un modello di efficienza e competitività», per dirla con il Pnrr. Il quale, a sua volta, finanzia assunzioni temporanee per corrispondere ai ripetuti inviti della Commissione europea nelle cosiddette Csr, le Country Specific Recommendations.
Naturalmente il dibattito sulla giustizia, sul fronte politico, è sempre vivo e rappresenta - pur confusamente - uno dei temi della campagna elettorale.

In tema di garanzie nel processo penale e di ordinamento giudiziario ha importanti punti di contatto anche con le riforme organizzative e l'efficienza del processo. Insomma, per quanto si tratti di agendina, indubbiamente la prossima legislatura dovrà ripartire da lì.


RIFORMA CSM
La legge 71/2022 del 17 giugno 2022 avrebbe dovuto ridurre l'invadenza delle correnti della magistratura e riformare profondamente il Consiglio superiore. La trasparenza previene la corruzione e contribuisce all'efficienza, ma le buone intenzioni hanno partorito un topolino. Futuri decreti legislativi dovrebbero assicurare «princìpi di trasparenza e valorizzazione del merito (nei) criteri di assegnazione degli incarichi direttivi e semidirettivi» e, prima ancora, di «semplificazione, trasparenza e rigore nelle valutazioni di professionalità» dei consigli giudiziari, cioè i Csm locali all'origine del problema: lì si certifica, attraverso le autorelazioni, che tutti i magistrati sono eccellenti e straordinari. Non si è avuto il coraggio di ammettere a pieno titolo il voto dei componenti laici nei consigli giudiziari (avvocati e professori universitari, come al Csm). Ha invece prodotto effetti il senso unico nelle porte girevoli: forse nessun magistrato in servizio è candidato alle prossime elezioni.

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RINNOVO CSM
Per vedere all'opera il nuovo Consiglio, dato che l'attuale è in scadenza il 25 settembre, in coincidenza con le elezioni politiche, bisognerà aspettare almeno l'autunno. Il presidente Mattarella ha indetto le elezioni dei componenti togati per il 18-19 settembre e aveva invitato il presidente della Camera a convocare il Parlamento all'inizio di settembre, per eleggere i componenti laici. Lo scioglimento ha congelato questa possibilità e il Consiglio attuale dovrà probabilmente congelare le numerose nomine dei nuovi capi degli uffici. Un paradosso.
I DECRETI DELEGATI
Tra fine luglio e inizio agosto il Consiglio dei ministri, già dimissionario e con le Camere sciolte, ha adottato in via preliminare tre importanti decreti legislativi, in attuazione delle leggi delega di un anno fa. Le commissioni Giustizia di Camera e Senato dovrebbero dare un (dubbio) parere in settembre, poi in ogni caso potranno essere emanati.
L'UFFICIO PER IL PROCESSO
Sulla carta esiste da dieci anni. La vera novità - insieme a 1.550 assunzioni ordinarie e al più ampio coinvolgimento dei giudici onorari - è che ora ci sono i soldi per assumere, ma solo a tempo determinato per 2 anni o 2 e mezzo, 16.500 giovani laureati, anche in materie economiche. In realtà saranno la metà, assunti a rotazione o in parte le stesse persone, rinnovate. Il concorso si è già svolto e le assunzioni del primo scaglione sono in corso da alcuni mesi.
I compiti principali dell'ufficio sono lo studio dei fascicoli e la preparazione di minute e bozze di decisioni, l'implementazione delle banche dati e l'estensione della digitalizzazione dei fascicoli, con l'obiettivo di ridurre nel 2026 la durata dei processi civili del 40% e penali del 25% rispetto al 2019; e abbattere fino al 90% l'arretrato civile.
RETRIBUZIONI SENZA TECNOLOGIA
I 2,4 miliardi di euro per la giustizia rientrano nella missione M1 del Pnrr, i cui obiettivi sono la digitalizzazione, l'innovazione e la sicurezza nella Pubblica amministrazione. Ma il 95% sarà utilizzato per le retribuzioni. Solo 83,5 milioni sono previsti per estendere al penale e in Cassazione il fascicolo digitale; e appena 50 per «l'adozione di strumenti avanzati di analisi dati». Manca un progetto tecnologico di effettiva automazione dei procedimenti e di gestione dei big data che si potrebbero costruire. La speranza è che questo avvenga nel più ampio contesto dell'automazione della Pubblica amministrazione, come lasciava presagire, un anno fa, la nomina di un esperto alla direzione generale per i sistemi informativi automatizzati.

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SNELLIMENTO DEL PROCESSO CIVILE
Il secondo decreto legislativo riguarda il processo civile, con incentivi anche fiscali alle soluzioni alternative, dalla mediazione alla negoziazione assistita (estesa alle cause di lavoro). Già alla prima udienza dovranno essere definite le richieste risarcitorie e le prove del danno. Viene estesa la competenza del giudice di pace e del giudice singolo, riservando al tribunale collegiale le questioni di maggior valore e complessità. Le novità scatteranno dal secondo semestre 2023 e non si applicheranno ai processi in corso. Basteranno tre anni per abbattere la durata e gli arretrati? Ulteriore step è previsto tra due anni, con l'accorpamento della materia di famiglia e di quella minorile nel tribunale per le persone, i minorenni e le famiglie.
PROCESSO PENALE
Il terzo decreto legislativo modifica profondamente il processo penale e cerca un punto di equilibrio tra efficienza, ragionevole durata del processo e garanzie per gli imputati, senza perdere di vista le vittime. È il compromesso tra la sospensione della prescrizione (governo Conte) e l'improcedibilità processuale (ministra Cartabia), che tanto tempo ha portato via. Il processo telematico sarà graduale, non prima di un paio d'anni. Termini più rigorosi per le indagini preliminari e condizioni più stringenti per il rinvio a giudizio, quando sia dubbia la sostenibilità dell'accusa. Potenziati i riti alternativi e la definizione anticipata anche attraverso la messa alla prova, con sospensione della condanna; la conversione della pena sia in forma pecuniaria che di prestazione (lavori di pubblica utilità).
La giustizia riparativa trova una disciplina organica con l'istituzione di Centri in ogni corte d'appello, e dovrà gradualmente coinvolgere enti locali e altre professionalità. Tutto questo, più che ridurre la durata media, potrà ridurre i carichi giudiziari o spostarli all'esterno del sistema. La scommessa potrà essere vinta solo con un mix di efficienza e di efficacia delle indagini preliminari, tra professionalità dei Pubblici ministeri e totale reinterpretazione del proprio ruolo da parte dei giudici delle indagini e dell'udienza: quel che è scritto da 33 anni nel nuovo Codice di procedura penale.
 

Ultimo aggiornamento: 15:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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