Mattarella, nell'Aula dei 55 applausi anche quello di Meloni: «Segnali di discontinuità»

La leader FdI: "Non cambia il giudizio sul bis, ma nel discorso parole condivisibili"

Venerdì 4 Febbraio 2022 di Francesco Malfetano
Mattarella, nell'Aula dei 55 applausi anche quello di Meloni: «Segnali di discontinuità»

«Vedo una significativa discontinuità con il presidente precedente». Si affida ad un po' di facile ironia Giorgia Meloni per commentare in prima battuta il discorso con cui Sergio Mattarella ha inaugurato il suo mandato bis. Una freddura che in realtà nasconde, come chiarisce la stessa Meloni in transatlantico, un apprezzamento vero ad alcune delle parole scelte dal Capo dello Stato, unendosi anche ai 55 applausi tributati dal Parlamento a Mattarella.
A beneficiare del consenso dei 63 grandi elettori di FdI, i passaggi relativi all'«attenzione contro le disuguaglianze», al fatto che «le donne non debbano scegliere se essere madri o lavorare, giovani, tema della sicurezza sul lavoro».

Meloni, applausi in Aula a Mattarella

 

Una «serie di affermazioni condivisibili» fa subito eco a Giorgia il suo luogotenente Ignazio La Russa, caustico nei confronti dei colleghi grandi elettori: «Mi è sembrato lo facessero più per se stessi, per convincersi che la loro scelta è stata dettata da un'oggettiva necessità».

Mattarella, l'agenda bis: «Diseguaglianze e giustizia»

Ma ad entusiasmare di più quello che di fatto è la formazione politica che più si è opposta al bis di Mattarella, è stato il passaggio con cui il Presidente si è riferito alle «correnti all'interno della magistratura e del Csm». Come anche, ha detto ancora Meloni, «la bacchettata al governo Draghi per i mancati diritti del Parlamento e, segnatamente, delle opposizioni - lui non lo ha detto ma io lo interpreto così». Una presa di posizione importante, anche perché FdI non ha mai nascosto non solo che auspica che quella appena terminata sia stata l'ultima elezione in cui a decidere sia stato il Palazzo e non il popolo, ma anche l'ultimo bis. Tant'è che proprio il partito ha già depositato a Montecitorio (sull'onda di quanto già fatto un mese fa a palazzo Madama dal Pd), una proposta di legge costituzionale proprio per dire definitivamente no alla possibilità che si possa rielegge il capo dello Stato.
Chiaramente non sono mancati commenti e apprezzamenti bipartisan.

Dal leader leghista Matteo Salvini che, bloccato in casa all'ultimo minuto perché positivo al Covid, ha «applaudito convinto» il discorso dicendosi «orgoglioso e felice di aver offerto il mio contributo per la riconferma», fino a Silvio Berlusconi (che chiosa «discorso ineccepibile, ci riconosciamo completamente») e Matteo Renzi. Tutti e tre sottolineando l'importanza del passaggio destinato alla necessità di una riforma della giustizia.

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GLI ALTRI
Il segretario dem Enrico Letta invece, ha definito «la frase più forte» il passaggio fatto da Mattarella sulle disuguaglianze che «non sono il prezzo da pagare alla crescita. Sono il freno alla crescita reale». Attesa la reazione anche del presidente 5S Giuseppe Conte, che ha posto l'accento sulle parole dedicate a «giovani, lotta alla precarietà e tutela dell'ambiente» che rappresentano «la bussola per continuare a costruire una società più giusta, più inclusiva e più equa». In generale, le parole del Presidente hanno fatto breccia tra i grandi elettori. Così, in qualche modo chiamato in causa in prima persona nel passaggio fatto dal capo dello Stato sulla necessità di preservare le regole per la formazione delle decisioni, per la discussione e la partecipazione, il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D'Incà ha assicurato il suo impegno per «quell'indispensabile dialogo collaborativo tra Governo e Parlamento al fine di salvaguardare la necessità che le Camere siano poste sempre in condizione di esaminare e valutare gli atti fondamentali di governo con tempi adeguati».
 

 

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 02:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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