Franco Frattini, i funerali a Roma. Mattarella, Meloni e le massime autorità dello Stato alla cerimonia

La cerimonia a Santi Apostoli. Nato a Roma, aveva 65 anni. Nella sua carriera è stato due volte ministro degli Esteri

Martedì 27 Dicembre 2022
Franco Frattini, i funerali a Roma. Mattarella, Meloni e le massime autorità dello Stato alla cerimonia

Il feretro del presidente del Consiglio di Stato Franco Frattini è entrato nella Basilica dei Santi Apostoli, in piazza Santi Apostoli a Roma dove sono in corso i funerali di Stato celebrati dal cardinale Giovanni Battista Re. A rendere l'ultimo omaggio all'ex ministro degli Esteri, scomparso il 24 dicembre all'età di 65 anni, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le massime autorità dello Stato.

Presenti ai funerali tra gli altri il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il ministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso, il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderoni, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Sono giunti inoltre il senatore Pier Ferdinando Casini e l'ex segretario generale della Farnesina, Elisabetta Belloni.

Video

Addio a Franco Frattini, le immagini della camera ardente al Consiglio di Stato

Commozione durante la cerimonia

«Caro Franco, sii orgoglioso di ciò che hai fatto e di quello che sei». Sono le parole del giudice costituzionale Filippo Patroni Griffi, già presidente del Consiglio di Stato, intervenuto con voce rotta dalla commozione durante i funerali di Stato per Frattini. Patroni Griffi ha ricordato di Frattini il «servizio reso alle istituzioni nell'interesse del Paese» e la « politica con la P maiuscola». «Ha sempre privilegiato le ragioni del dialogo costruttivo….» Perché «il contrasto per lui era una offesa all'intelligenza. Insieme a lui si trovava sempre la quadra e questo spirito lo contraddistinse da ministro». «Ci siamo conosciuti al Tar 40 anni fa….Era sempre disponibile a dare il suo impegno dove fosse richiesto - ha proseguito - Ci teneva a concludere la sua carriera come presidente, avrebbe avuto bisogno di concludere. Abbiamo avuto il privilegio di conoscerlo e frequentarlo». «La memoria tiene in vita le persone. Caro Franco sii orgoglioso di ciò che hai fatto e quello che sei», ha concluso.

 

Al termine della celebrazione officiata dal cardinale Giovanni Battista Re, poco prima dell'uscita del feretro dalla chiesa dei Santi Apostoli, a ricordarlo oltre al giudice costituzionale Filippo Patroni Griffi, anche il presidente aggiunto del Consiglio di Stato Luigi Maruotti che ha descritto Frattini come un «gentile, equilibrato, rigoroso servitore dello Stato» e un «punto di riferimento per i magistrati della giustizia amministrativa», nonché «modello di vita e grande amico con cui parlare di tutto»; e l'assistente personale di Frattini, Tonino Bettanini. A dare l'ultimo saluto al feretro fuori dalla chiesa a piazza dei Santi Apostoli a Roma anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il ministro dell'Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il presidente del Coni Giovanni Malagò, il capo della Polizia Lamberto Giannini, Lorenzo Cesa.

Chi era

Frattini, il liberal gentile che si considerava «l'allievo» di Giuliano Amato se ne è andato giorni fa. Presidente del Consiglio di Stato dal gennaio dello scorso anno, Frattini (65 anni) ha dipanato la sua vita tra la giustizia amministrativa, l'attività politica, i ruoli di ministro degli Esteri e di commissario europeo per la Giustizia. 

Franco Frattini, oggi i funerali


Nato a Roma nel 1957, Frattini frequenta il liceo classico Giulio Cesare nel quartiere Trieste e, ad appena 23 anni, si laurea in Giurisprudenza presso l'università La Sapienza («Volevo fare il giudice, questo era il mio sogno da bambino», raccontò), accompagnando gli studi con l'impegno politico nel Partito socialista italiano. «Anche se non ho mai preso la tessera di un partito», chiosava. A ventisette anni Frattini diventa avvocato dello Stato e quindi magistrato del Tar del Piemonte. Nel 1986 il passaggio al Consiglio di Stato, con la nomina a consigliere giuridico del ministero del Tesoro. Ruolo che svolge, tra il 1990 e il 91 anche per Claudio Martelli, allora vicepresidente del Consiglio e responsabile della Giustizia nel VI governo di Giulio Andreotti, con cui lavora alle leggi anti-mafia: «Quelle norme che il povero Giovanni Falcone voleva e rivendicava», rivelò un paio d'anni fa Frattini.

 


Il grande salto nella politica avviene nel 1994, con la vittoria del centrodestra alle elezioni, quando Silvio Berlusconi (neopremier) lo porta con sé a palazzo Chigi come segretario generale della presidenza del Consiglio. Un anno dopo, a causa della caduta del governo del Cavaliere per mano di Umberto Bossi, Frattini diventa ministro della Funzione pubblica e per gli Affari regionali con Lamberto Dini. E nel 1996 sveste del tutto i panni del tecnico per candidarsi con il Polo delle libertà, nella lista di Forza Italia. Berlusconi si fida di lui, al punto di affidargli la presidenza del Comitato parlamentare di vigilanza sui Servizi segreti.


IL RITORNO
Nel 2001 nuove elezioni e ritorno in Parlamento, sempre con il centrodestra. Qui scatta il bis, con il secondo governo Berlusconi, da ministro della Funzione pubblica. E, un anno dopo, il passaggio alla Farnesina. Europeista convinto («Il nostro futuro sono gli Stati Uniti d'Europa, solo la Ue garantisce libertà e benessere»), da ministro degli Esteri dovette affrontare il nodo della guerra in Iraq, limitando prima l'impegno dell'Italia all'appoggio logistico alle operazioni della Coalition of the willing varata da Geroge W. Bush. E poi autorizzando l'invio di un contingente italiano (3.200 uomini) a Nassiriya, dove il 12 novembre 2003 morirono 19 soldati. «Fu un lutto dolorosissimo, una ferita che non guarisce», raccontava. Nel 2004, a causa di un rimpasto di governo, Frattini lascia la Farnesina a Gianfranco Fini e viene nominato poco dopo commissario europeo per la Giustizia. In questo ruolo si batte contro la violenza nel web, chiedendo il divieto per i videogiochi violenti. E suggerendo la censura in Internet di «parole pericolose» come «bomba, uccisioni, genocidio, terrorismo».

 


Quattro anni dopo, nel 2008, lascia Bruxelles e torna in Parlamento. E rientra alla Farnesina, sempre con Berlusconi premier. Qui promuove il trattato di amicizia tra Italia e Libia, con l'obiettivo di fermare le partenze dei migranti dalle coste del Paese nordafricano. Con il passare del tempo però il rapporto con Berlusconi si appanna. Tant'è, che Frattini alle elezioni del 2013 - dopo un passaggio come presidente della fondazione Alcide De Gasperi - sostiene Mario Monti e il suo movimento Scelta civica. Operazione che riuscì a metà. Così, sempre nel 2013, assume la presidenza della Società Italiana per l'Organizzazione Internazionale (Sioi), la principale organizzazione nel campo della formazione per la carriera diplomatica e internazionale. Incarico mantenuto fino alla sua scomparsa. E torna magistrato, rientrando nel Consiglio di Stato di cui diventa presidente nel gennaio scorso. «Il traguardo della mia vita», dirà. Proprio alla guida di palazzo Spada, come ricorda il suo amico e collaboratore Tonino Bettanini, «il suo ultimo atto è stato il coordinamento del lavoro sul codice degli appalti. Si era impegnato a consegnarlo all'allora presidente del consiglio Draghi in autunno. E così è stato. Un lascito importante».


LA VITA PRIVATA
Frattini è stato sposato fino al 2009 con Chantal Sciuto, dermatologa siciliana. Dalla coppia nel 1991 è nata la figlia Carlotta. Nel 2010 l'ex ministro sposa Stella Coppi, figlia di Gaetano Coppi, ex atleta sciatore ed ex presidente della Federazione italiana sport invernali. Scelta non casuale: Frattini è stato maestro di sci. E negli ultimi anni svolge una «convinta battaglia» animalista. «Solo la difesa degli animali gli faceva perdere l'aplomb», racconta Bettanini.
 

Ultimo aggiornamento: 28 Dicembre, 09:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci