Avvocata vicentina, classe 1971, Erika Stefani è la nuova ministra alle politiche per la disabilità del governo Draghi.
E l'avvicinamento alla Lega è arrivato in corsa. Alle elezioni Comunali del 2009 si è presentata come candidata del Carroccio a Trissino, è stata eletta e ha ricoperto le cariche di vicesindaca e assessore all'Urbanistica. La "svolta" politica vera e propria c'è stata "solo" nel 2013, quando alle politiche è stata eletta senatrice con la coalizione di centrodestra. Durante la legislatura, è stata vicepresidente del gruppo Ln-Aut dal 15 luglio 2014, membro della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari, componente della commissione Giustizia. Inoltre, ha fatto parte della commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e su ogni forma di violenza di genere; del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa; della commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza.
Era anche membro della commissione di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro. Alle elezioni del 4 marzo 2018 ha ripetuto il successo ottenuto alle precedenti politiche ed è stata rieletta nel collegio uninominale di Vicenza. Poi è approdata, con Giuseppe Conte, al ministero chiamato ad occuparsi dei rapporti con le Regioni. Ora torna in campo con Draghi. Solo ieri Matteo Salvini era tornato a proporre di far «rinascere» il ministero per le disabilità. Stefani, che si è occupata molto di giustizia, femminicidi e autonomie, durante la prima esperienza come ministra, aveva anche presentato le iniziative per il turismo accessibile definendole «un'occasione di inclusione sociale».