Un Figliuolo per Roma. Sarà questo lo slogan elettorale del centrodestra nella Capitale, visto che tra Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia si sta pensando a un generale, e in ballo ce ne sarebbero addirittura due, come candidato al Campidoglio? La figura del militare, di questi tempi, è abbastanza pop vista la buona performance del generale Figliuolo nella campagna di vaccinazione anti-Covid.
Il Figliuolo del Campidoglio sarà lui? Salvini lo ha già incontrato e lo rivedrà prossimamente. Con Forza Italia, il generale Nistri ha avuto tanti rapporti al tempo del governo Berlusconi quando era (con Bondi al Mibac ma prima con Rutelli alla guida di quel ministero) il numero uno del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dal 2007 al 2010. E quanto a FdI, che su questo nome non ha alcuna pregiudiziale ma neanche gli alleati lo hanno sul generale Graziano e quindi la generale trattativa non è mal messa, un generale come Nistri - moderato di centrodestra e apprezzato come commissario all’area archeologica di Pompei dal 2013 al 2015 - viene considerato potabile dai meloniani. Ma chissà. Il vero negoziato - su Nistri o Graziano e intanto Salvini chiede «più soldi e più tutele giudiziarie per i sindaci» - comincia lunedì. Entro la fine del mese uscirà il nome.
Monument man
«E’ un monument man, un grande cacciatore di opere trafugate il generale Nistri», dice chi sta lavorando alla sua candidatura, «e Roma è una grande opera d’arte che va recuperata in pieno». Si tratta, fanno notare nel centrodestra, di un tecnico che ha dimestichezza con la politica. E anche qualche relazione buona in Vaticano, con il cardinale Re e con altri, che gli deriva da quando andava a caccia in tutto il mondo, dalla Svizzera ai paradisi fiscali più sperduti, dei quadri rubati nelle nostre chiese. Sulla disponibilità di Nistri alla candidatura giurano in tanti, e anche Graziano che è stato sondato da FdI non avrebbe opposto un diniego.
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Gli altri
Intanto nel centrodestra in cerca del candidato c’è al momento abbastanza timore per la forza della Raggi (che sta preparando il suo bagno di folla in un evento a Ostia l’8 giugno): «Nelle periferie la sindaca sfonda». Mentre nel Pd, sondaggi alla mano, questo timore è molto più contenuto. Il report targato MG Research, che gira al Nazareno e nella stanze del partito romano, dice così (ma è ancora tarato su Bertolaso): nel ballottaggio con la Raggi vincerebbe Gualtieri (57,7 a 42,3), nel testa a testa Gualtieri-Bertolaso il dem arriva primo per 55,2 a 44,8, mentre fra Bertolaso e la sindaca finisce 52,8 a 47,2. Si sentono forti nel Pd. Che sarebbe, sempre secondo questo sondaggio, il primo partito in città (28 per cento), con M5S al 26,9 e FdI al terzo posto e che surclassa la Lega (17,8 contro 6,8). Con sondaggi così, il generale del centrodestra per Roma non avrebbe partita facile. Ma a dispetto di una famosa freddura attribuita a Talleyrand («La guerra è una cosa troppo seria per lasciarla in mano ai militari»), non è detto che non vedremo un generale nella battaglia del Campidoglio.