Decreto sulle Regionali, caos in Senato: si rivota stamattina

Venerdì 19 Giugno 2020 di Emilio Pucci
Decreto sulle Regionali, caos in Senato: si rivota stamattina

Potrà arrivare solo oggi il vi a libera all'election day. Il 20 e il 21 settembre (fino alle ore 15): un'unica tornata le elezioni suppletive per Camera e Senato, le Regionali, le comunali e il referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari. Ieri il finale thrilling: i senatori hanno abbandonato l'Aula convinti del via libera alla fiducia al dl elezioni (con 149 sì) ma è stato determinato, solo successivamente, che l'asticella sul numero legale avrebbe dovuto essere fissata a 150.

LA REPLICA
Oggi quindi si replica. Con la maggioranza sulle montagne russe, visto che già in mattinata la Lega aveva tentato di mandare sotto i rosso-gialli, tentativo fallito solo per due voti.
Se arriverà la fumata bianca sarà il governo a decidere ufficialmente la data: la finestra va dal 15 settembre al 15 dicembre ma varrà l'emendamento di FI approvato durante l'esame del provvedimento alla Camera che fissa, per le elezioni Regionali, il 20 settembre (il ballottaggio è previsto il 4 ottobre) come prima domenica utile.

In realtà spetta ai governatori decidere su questo punto ma la convinzione nell'esecutivo è che i presidenti di Regione si adegueranno.

ALTA TENSIONE
La giornata al Senato è stata drammatica per la maggioranza. L'opposizione è salita sulle barricate per la blindatura del testo che senza l'ok di oggi decade. «Il Senato ormai è un passacarte», l'affondo dell'ex ministro Emma Bonino. Un clima da guerriglia nel giorno in cui la seconda carica dello Stato ha detto di condividere l'appello c'è il sì anche di Salvini - a lasciare le Aule aperte ad agosto. L'esperto Calderoli ha chiesto - prima che il governo ponesse la fiducia sul decreto - di procedere subito al voto per alzata di mano sul non procedere all'esame degli articoli.

LO STOP
La presidente Casellati ha posto improvvisamente in votazione la richiesta, decretandone l'approvazione.

All'invito alla controprova' ha fatto svolgere la votazione di conferma con voto elettronico che appunto non è passata: 102 i favorevoli e 104 i contrari. Si è scatenata quindi la bagarre nell'emiciclo con cori onestà, onestà, dell'opposizione. L'accusa è che alcuni senatori, non presenti in un primo momento, siano accorsi nell'emiciclo per votare. E' stata necessaria la Var'. «In questo periodo il nostro mestiere è salvare il governo. E' successo già due volte. Hanno voluto fare la prova di forza e i numeri non c'erano. Il governo stia più attento alle procedure parlamentari», la critica di Matteo Renzi che poi, oltre alla presidente Casellati («Atteggiamento discutibile»), ha messo nel mirino per aver riaperto «una discussione che era tecnicamente chiusa, non permettendo subito al ministro D'Incà di mettere la fiducia» il sottosegretario Variati. «Ci proveremo ogni giorno a mandare sotto il governo», dicono dalla Lega che ha ricompattato il centrodestra. Da FI, infatti, non è arrivato alcun soccorso ai rosso-gialli. Un segnale dopo le fibrillazioni di due giorni fa. In realtà Salvini, Meloni e Tajani ancora non riescono a trovare un accordo sulle candidature alle Regionali. Ieri altro vertice e altra fumata nera.

Ultimo aggiornamento: 10:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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