Elezioni, Letta chiama i candidati: «Tutti a piazza del Popolo»

Il segretario Dem lancia la mobilitazione verso il 23: «Dobbiamo essere tantissimi»

Mercoledì 14 Settembre 2022 di Andrea Bulleri
Elezioni, Letta chiama i candidati: «Tutti a piazza del Popolo»

Non chiamatele pillole. Ma la mossa di Enrico Letta ricorda un po' la strategia social varata un mese fa da Silvio Berlusconi: brevi filmati dai 25 ai 60 secondi da lanciare e rilanciare sul web. Obiettivo: intercettare gli indecisi. «Fate girare quelle clip suona la carica di buon mattino il segretario ai candidati del Pd Usatele nei comizi elettorali». Sono gli spezzoni del confronto a due andato in onda sul sito del Corriere della Sera contro Giorgia Meloni. Un faccia a faccia che ha galvanizzato il leader dem. Che ora chiama a raccolta il popolo del centrosinistra: «L'ultimo giorno in Piazza del Popolo dobbiamo essere tantissimi».
Letta ne è convinto: per puntare alla remuntada si deve insistere sui contenuti.

E quei mini video, spiega alla platea di aspiranti parlamentari riuniti su Zoom alle 9,30 del mattino, mostrano plasticamente quanto siano «retrograde e retrive» le idee di Fratelli d'Italia. Dunque, è la linea dettata dal Nazareno, è su quei tasti che bisogna battere. Cambiamenti climatici, Pnrr, diritti civili. «Vi faremo girare un lavoro, che a me ieri è stato molto utile dice Letta collegato in streaming dall'auto sulle posizioni di FdI a livello nazionale ed europeo. Alcune le ho usate io ieri, altre non ho potuto...».

«Fate girare»

Il piano, insomma, è quello già messo in pratica coi manifesti divisi tra rosso e nero: polarizzare lo scontro con la rivale. Escludendo tutti gli altri. A questo serviranno le clip: «Vi chiedo di usare questo materiale, usatelo moltissimo, fatelo girare perché stabilisce il frame della campagna: o noi o Meloni», suona la carica Letta. Dev'essere questo, aggiunge il segretario, il «leit-motiv» degli ultimi dieci giorni. Chiede a tutti uno sforzo in più, il leader dem. A cominciare dalla riunione mattutina in streaming. Che, ha deciso, sarà quotidiana, per dettare ogni giorno l'agenda. «Oggi ha esordito ieri mattina Letta ci concentriamo sul dibattito con Meloni». Confronto che, insiste il front man del centrosinistra, «è andato molto bene». È uno spartiacque, anzi una «pagina voltata», per il segretario, perché dà il senso della scelta secca «dopo che tutti ci hanno attaccato: ex-alleati, nemici, avversari. Tutti ce l'hanno con noi sogghigna, lanciando una stoccata a Conte e a Calenda perché siamo centrali».
Ed è proprio al leader del Terzo polo che il segretario riserva un'altra frecciata. «Ha fatto il pazzo lo bacchetta lui e Renzi si sono messi a fare gli esposti all'Agcom per fermare il confronto» a due. Poi l'affondo sul controdibattito dell'ex ministro: «Ha fatto una cosa patetica, mettendosi in uno studio televisivo da solo e fare il suo commento» (gli risponde per le rime Calenda: «Ho colmato una lacuna: nervosismo e maleducazione rimprovera l'ex alleato non sono da te»). Resta in secondo piano la questione delle alleanze. Nessuna risposta a chi lo accusa di aver stretto un accordo con Verdi e Sinistra italiana. Coi quali, aveva precisato lui stesso, l'accordo è «elettorale, non di governo». Parole che lasciano «perplesso» il leader verde Angelo Bonelli: «Non siamo qualcosa di cui vergognarsi», replica.

Piazze piene

Ma Letta guarda oltre. Chiede ai suoi di gettarsi «pancia a terra»: uno sforzo anche di mobilitazione, mette in chiaro. A cominciare dall'evento di domenica a Monza, stesso giorno di Pontida. Sarà una contromanifestazione all'evento leghista, in una delle roccaforti espugnate al centrodestra alle amministrative di giugno: «Un appuntamento importantissimo coi nostri amministratori avverte il segretario dobbiamo essere davvero tanti». E «tantissimi», è la linea, bisognerà mostrarsi sopratutto al comizio finale del 23, in Piazza del Popolo. «Vi chiedo un grande impegno sulla chiusura, fate di tutto per mobilitarvi scandisce è fondamentale». Serve una «piazza piena», da contrapporre agli altri «che non le riempiono» o che scelgono location meno ambiziose (vedi i Cinquestelle in Santi Apostoli). La macchina dei pullman da tutta Italia si è già messa in moto. Ci lavora il segretario dei dem romani Andrea Casu. Consapevole che la sfida è ambiziosa («nel 2018 chiudemmo in un auditorium...»), ma «a portata di mano». Dunque, «pancia a terra».

 

Ultimo aggiornamento: 15 Settembre, 16:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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