Elezioni a ottobre 2022? Ecco cosa accade adesso dopo la mancata fiducia a Draghi

L'accelerazione verso il voto anticipato: alla fine si arrende anche Enrico Letta che evoca le urne

Mercoledì 20 Luglio 2022
Elezioni a ottobre 2022? Ecco cosa accade adesso dopo la mancata fiducia a Draghi
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Mario Draghi non ha ottenuto la maggioranza sperata con solo 95 voti favorevoli alla fiducia e ha lasciato palazzo Chigi. 

Cosa accade adesso? In un primo momento si era pensato che Mario Draghi sarebbe salito al Colle già in serata per presentare le proprie dimissioni irrevocabili al Presidente della Repubblica Mattarella. Tuttavia Draghi non si è presentato al Quirinale, dunque probabilmente il voto di fiducia si ripeterà domani alla Camera e solo successivamente - a meno di scoinvolgimenti imprevisti -  il premier presenterà le proprie dimissioni. 

Scioglimento anticipato delle Camere 

Voto domenica 25 settembre o più probabilmente domenica 2 ottobre se il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dovesse decidere di sciogliere le Camere. Per la prima data potrebbe esserci l'ostacolo della vigilia del Capodanno ebraico, quindi più probabile che si scelga la seconda opzione, anche se la data di scioglimento dovrebbe variare soltanto di un giorno. Occorre combinare un complicato puzzle di termini per arrivare a stabilire il giorno dell'apertura delle urne.

In base all'articolo 61 della Costituzione, infatti, «le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti». A questa disposizione occorre aggiungere la norma elettorale per cui il decreto che fissa la data del voto deve essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale «non oltre il 45° giorno antecedente quello della votazione». Infine va anche considerata la disposizione relativa al voto degli italiani all'estero, che prevede che l'elenco provvisorio degli aventi diritto vada comunicato dal ministero dell'Interno a quello degli Esteri 60 giorni prima della data delle elezioni.

Sciogliendo le Camere nel prossimo fine settimana, sarebbe possibile votare sia il 25 settembre, se si considera il termine dei 60 giorni, sia il 2 ottobre, in questo caso però partendo da domenica prossima, 24 luglio. Difficile ipotizzare un voto trascorsi soltanto 45 giorni dalla fissazione della data delle elezioni: significherebbe andare alle urne l'11 settembre, con adempimenti e breve campagna elettorale in pieno agosto. Tornando infine all'articolo 61 della Costituzione, nel decreto che fissa la data delle elezioni viene anche indicata quella per la riunione del nuovo Parlamento, che in caso di voto il 2 ottobre e in base ai precedenti potrebbe riunirsi il 21 ottobre.

Elezioni anticipate, lo scenario più plausibile 

Le elezioni anticipate sono al momento lo scenario più plausibile. Anche Enrico Letta, il segretario del Pd, si arrende ed evoca le urne con un tweet. «Noi abbiamo preferito l'interesse generale, della nazione, a quello di parte. Il nostro lineare impegno a favore del governo Draghi è continuato per tutta la giornata, fino all'ultimo momento utile, poco fa. Abbiamo fatto il possibile per convincere i partiti di maggioranza a pensare agli italiani e non a se stessi. Non ci siamo riusciti, ma la nostra linearità pagherà nel Paese. Da oggi ci prepariamo alla campagna elettorale. Parleremo agli italiani. L'Italia è diversa, è migliore di questo Parlamento». È quanto riferiscono fonti del Nazareno.

Anche il leader della lega Matteo Salvini ha attaccato il Pd, definendo il presidente Mario Draghi come "vittima dei giochini di potere del Pd" e dunque dando inizio alla campagna elettorale. 

 

Possibili elezioni a ottobre

Due date finora individuate per il voto: 25 settembre o più probabilmente il 2 ottobre (il 25 settembre sarebbe da escludere perché è la vigilia del Capodanno ebraico).

Come si arriva a queste date? L'articolo 61 della Costituzione recita così: «Le elezioni delle nuove Camere hanno luogo entro settanta giorni dalla fine delle precedenti. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni. Finché non siano riunite le nuove Camere sono prorogati i poteri delle precedenti». Il Testo Unico elettorale dice che 35 giorni prima si depositano le liste con i nomi dei candidati. 

Il 25 settembre impone che le liste siano depositate a Ferragosto (una data intoccabile nel calendario). Per questo la data più probabile è il 2 ottobre. Questo è il motivo per il quale, in attesa delle decisioni di Draghi e quindi di fine anticipata della legislatura, il nuovo esecutivo si insedierebbe in autunno inoltrato, tra fine ottobre e primi novembre nella migliore delle ipotesi, cioè in piena sessione di bilancio. Circostanza che pone il problema della presentazione della Legge di Bilancio alle Camere entro il 15 ottobre. 

In passato tra il decreto di scioglimento delle Camere da parte del Quirinale e le successive urne sono trascorsi sempre tra i 60 e i 70 giorni. I tempi potrebbero sembrare eccessivamente lunghi, ma gli adempimenti per i partiti sono molteplici, non solo per la campagna elettorale ma anche per la presentazione delle liste che devono essere accompagnate da un notevole numero di firme (tra 1.500 e 2.000 firme in ogni circoscrizione proporzionale per i partiti che non hanno gruppi parlamentari).

Sempre l'articolo 61 della Costituzione stabilisce che «la prima riunione delle Camere ha luogo non oltre il ventesimo giorno dalle elezioni, quindi si arriverebbe a una data tra il 15 e il 22 ottobre. Una volta eletti i Presidenti di Camera e Senato e formati i gruppi parlamentari, Mattarella aprirebbe le consultazioni, il cui esito dipende dalla chiarezza del risultato elettorale. Nel 2018 si votò il 4 marzo e il governo Conte I giurò l'1 giugno, cioè 90 giorni dopo; nel 2013 dopo le urne del 24 febbraio il governo Letta giurò il 28 aprile, vale a dire 63 giorni dopo; nel 2008, dopo il chiaro successo del centrodestra il 13 aprile, il giuramento del Berlusconi IV arrivò l'8 maggio, quindi dopo 25 giorni dal voto.

Non si è mai votato in autunno in Italia. Sarebbe un precedente unico nella storia della Repubblica. 

Ultimo aggiornamento: 22 Luglio, 09:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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