Elezioni Emilia, Bonaccini vince con il 51,4%. Pd primo partito avverte M5S: cambiano equilibri nel governo

Lunedì 27 Gennaio 2020 di Mauro Evangelisti
Elezioni Emilia, risultati: Bonaccini vince, dal Pd uno stop a Salvini
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Stefano Bonaccini ha vinto con il 51,6 per cento, ha respinto la spallata di Matteo Salvini e fermato l'avanzata verso sud della Lega. Il Pd torna a essere il primo partito, un primato che aveva perso sia alle politiche, sia alle europee, a vantaggio di M5s e Lega. Bonaccini ha raccolto anche un successo personale, perché come candidato presidente ha preso quasi 4 punti in più della sua coalizione di centrosinistra. In una campagna elettorale in cui il leader della Lega aveva rubato la scena alla candidata Lucia Borgonzoni (e non ha caso ha preso meno voti dei partiti e si è fermata al 43,7), la scelta del governatore uscente di investire energie su una campagna elettorale senza sosta ma anche slegata dai partiti, ha pagato.

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Otto punti di vantaggio sono moltissimi rispetto allo scenario di solo un anno fa uscito dalle Europee. L'altissima affluenza, oltre al 67 per cento, quasi il doppio delle regionali del 2014, è anche il frutto della reazione dei delusi dalla sinistra tornati alle urne pur di evitare che vincesse la destra. La decisione di Salvini di trasformare queste elezioni in un sondaggio sulla propria persona, si è rivelato un boomerang perché ha ricompattato la parte opposta. In estrema sintesi: effetto sardine (ma non solo, perché la storia della regione è più complessa).

Non è piaciuta la clava approssimativa su un tema delicato come l'inchiesta di Bibbiano. E si è rivelato fortunato lo slogan «liberiamo l'Emilia-Romagna», perché oggettivamente è stata pronunciata in un territorio mediamente ricco e con un servizio sanitario considerato tra i migliori in Europa, ed ha anche scosso la suscettibilità e l'orgoglio degli emiliani e dei romagnoli a cui il leader arrivato dalla vicina Lombardia voleva raccontare una storia differente. Non a caso Bonaccini ha risposto con lo slogan «noi siamo l'Emilia-Romagna».

Alla luce di alcuni sondaggi, la vittoria storica di Salvini sembrava nell'aria: solo pochi mesi fa il centrodestra ha conquistato due capoluoghi di provincia come Ferrara e Forlì (dove il governatore uscente ha scelto di chiudere la campagna elettorale). L'avanzata della Lega continua, si consolida in Emilia-Romagna, ma il muro non è caduto.

A proposito: il Movimento 5 Stelle? Si sono fermati al 4,8 per cento con Simone Benini che addirittura prende solo il 3,5: solo due anni fa, alle politiche, in Emilia-Romagna avevano fatto segnare il 27,5. I 5Stelle hanno pagato il voto disgiunto: la lista ha preso più di due punti in meno del candidato, l'elettore grillino comunque si è fidato di Bonaccini e quanto meno ha ritenuto fosse giusto reagire all'all-in di Salvini.

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Sotto il mezzo punto gli altri candidati: Domenico Battaglia (Movimento 3v) 0,5%, Laura Bergamini (Partito comunista) 0,4%), Marta Collot (Potere al Popolo) 0,3%, Stefano Lugli (Altra Emilia-Romagna) 0,2%.
 


DUBBI
Dopo la chiusura delle urne, con i primi exit poll, si ipotizzava un testa e testa, tale da fare catalogare il risultato dell'Emilia-Romagna come too close to call. Mano a mano che si sono consolidati voti e proiezioni è stato chiaro che Bonaccini aveva vinto ampiamente. Per il Pd c'è stato anche un dato rassicurante sul fronte della lista, al 32,8 per cento (cinque punti in più rispetto alle politiche del 2018). E alle Europee del 2019 prese il 31,2, ma in queste regionali va messo nel conto anche il buon risultato della Lista di Bonaccini, vicina al 6 per cento, nonché la scissione di Italia Viva. D'altro canto la Lega continua la corsa in Emilia-Romagna, al 31,8, ma meno del 33,7 delle Europee. Fratelli d'Italia è il terzo partito dell'Emilia-Romagna e si avvicina al 10 per cento, mentre Forza Italia quasi scompare al 3 per cento.

Dopo la chiusura dei seggi, in attesa dello spoglio, tutta l'attenzione si era concentrata sull'affluenza, decisamente più alta di quella delle regionali del 2014 che consentirono a Bonaccini di essere eletto governatore.
L'effetto delle dimissioni di Errani causò una fuga dai seggi. Votò appena il 37,3 per cento, ieri era al 67, con lunghe code sin dal mattino. Per tutta la giornata da Piacenza a Rimini, passando per Bologna, ci si è interrogati sul significato della folla corsa a votare. L'affluenza alta favorisce Salvini, è il segnale che il popolo del centrodestra, vedendo la vittoria possibile, si è mobilitato? Al contrario: c'è stata la reazione della sinistra, anche di chi da anni si asteneva, perché temeva la vittoria della destra e perché Salvini ha personalizzato le regionali in Emilia-Romagna? In sintesi: effetto Capitano o effetto Sardine? Effetto Sardine o, se preferite, effetto boomerang del Capitano.

Ultimo aggiornamento: 14:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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