Elezioni, gli esclusi dalle liste dei partiti: dalla Polverini a Pizzarotti

Sono tanti i nomi eccellenti che non correranno

Lunedì 22 Agosto 2022
A sinistra Renata Polverini, a destra Federico Pizzarotti

Elezioni politiche 2022 - C'è chi ha annunciato da subito il passo indietro. Chi è stato obbligato a farlo. Chi si sacrificherà in un collegio dato per perdente e chi ha rifiutato la sfida impossibile. Quel che è certo è che per tutti loro non scatterà (salvo sorprese) il seggio nel prossimo Parlamento. A ingrossare le fila degli esclusi, certo, è stato il referendum sul taglio dei parlamentari - che, di fatto, ha dimezzato gli scranni di Camera e Senato per ciascun partito. Ma sono anche i sondaggi politici, dopo 5 anni a mutare il peso dei vari schieramenti. Così è per Forza Italia che disporrà di una dote di collegi ben più ridotta (42 contro gli oltre 100 posti assegnati nella pregressa legislatura). 

Forza Italia

 

Il no alla candidatura di «pura testimonianza» al Senato giunge oggi da Renata Polverini, «per rispetto della Regione che ho avuto l'onore di rappresentare». In un post, l'esponente di FI ha spiegato di non farne un «caso personale», pur non nascondendo il «rammarico» per l'impossibilità di «proseguire alcuni percorsi legislativi»» in cui si era spesa spesa.

E tra cui ricorda «la tutela del lavoro», ma anche  «le libertà individuali» ma anche «l'integrazione», avendo fatto da coautrice della legge sullo ius-scholae».

Ad annunciare, volontariamente il suo passo indietro è stato Francesco Giro: «Dopo quasi 25 anni di impegno politico diretto, nelle istituzioni e fra la gente, a Roma e nel Lazio, è giunto il momento anche per me di fare un passo indietro con l'entusiasmo di sempre», ha ribadito in una nota il senatore uscente con doppia tessera FI-Lega. Come lui anche Renato Brunetta, che dopo l'abbandono di FI, all'indomani della caduta del governo Draghi, non si ricandiderà al fianco di nessuna forza politica. 

Il gran rifiuto di un collegio impossbile è giunto invece da Simone Baldelli e da Giuseppe Moles, che nella sua Basilicata ha ceduto il posto alla presidente del Senato, Elisabetta Casellati.

A rimanere fuori dalle liste del Cav anche il deputato Andrea Ruggieri, che in post non ha nascosto un certo malumore: «La regola d'ingaggio - spiega - era: 'Tutelare anzitutto gli uscenti'. Ma pur essendo io un deputato uscente, che a Forza Italia ha fatto sempre fare una bella figura, mi sono stati preferiti esordienti anonimi e senza titolo. Ora - ha concluso - mi prendo un paio di giorni di riposo e di silenzio. Poi ci rivedremo». A richio invece la riuscita di  Sestino Giacomoni, collocato al terzo posto nel proporzionale del Lazio. 

Partito democratico 

 

Anche al Nazareno non son mancati gli addii e le rinunce, in alcuni casi voluti, in altri decisi malincuore. Come è per il giovane under 35, Raffaele La Regina, costretto al passo indietro in Balisicata, dopo la polemica su alcuni suoi post che avrebbero messo in dubbio l'esistenza dello stato di Israele. Al suo posto, come capolista in Basilicata correrà ora Enzo Amendola. Lo stesso vale per Francesco de Angelis, leader provinciale del pd che ha rinunciato alla corsa alla Camera dopo il caso Ruberti, che ha coinvolto il fratello Vladimiro De Angelis. 

A tirarsi indietro, per primi, sono stati nei giorni scorsi erano state  Barbara Pollastrini Roberta Pinotti, oltre che a Luigi Zanda, a cui molti nel Pd hann riconosciuto «un fair play d'altri tempi». 

Più complicato il caso Monica Cirinnà che, inizialmente, aveva rifiutato il collegio che comprende il litorale laziale - considerato enclave della destra - giudicandolo «non adatto» alle sue competenze. Salvo poi fare marcia indietro, convinta da centinaia di messaggi di incoraggiamento. Dopo le iniziali remore sul collegio plurinominale anche Alessia Morani, alla fine correrà al terzo posto del listino proporizionale nelle Marche.

E' invece partito dal basso lo stop della candidatura di Laura Castelli, nel collegio di Novara con il Pd, dove i dirigenti locali dem hanno condiviso una nota critica nei confronti delle scelte effettuate dalla segreteria nazionale. «Scopro dai giornali, e da qualche simpatico tweet - ha risposto di tutto punto la Castelli -  che sarei candidata all'uninominale di Novara: no grazie, casa mia è Collegno». 

Terzo polo

 

Separazioni in corso anche nel Terzo polo. Dove l'ex primo cittadino di Parma, Federico Pizzarotti, che sui social, annuncia la rottura con il polo di Calenda e Renzi. A cui l'ex primo cittadino rimprovera «la scelta conservativa e poco coraggiosa»  di «salvare l'attuale dirigenza» non lasciando spazio «a rappresentanti dei territori e di persone che potessero far crescere questo nuovo soggetto»

Lega 

Nel Carroccio, in pericolo son soprattutto i giorgettiani, gli uomini più vicini al'ex ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. A cui il segretario Matteo Salvini avrebbe affidato posti non giudicati sicuri. In bilico i nomi di Raffaele Volpi, ex presidente del Copasir ai tempi del Conte 2 e di Paolo Grimoldi, scelto proprio da Giorgetti alla guida della Lega lombarda.

Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 09:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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