Draghi, Salvini applaude la linea sui migranti ma meno quella sull'Ue: «Ora cantieri e giù le tasse»

Giovedì 18 Febbraio 2021 di Emilio Pucci
Draghi, Salvini applaude la linea sui migranti ma meno quella sull'Ue: «Ora cantieri e giù le tasse»
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Non è certo piaciuta a Salvini l'insistenza di Draghi sull'irreversibilità dell'euro, la sottolineatura ripetuta più volte sulla necessità di una maggiore integrazione europea. Sono sembrate agli occhi del leader leghista delle provocazioni inutili. «Io mi occupo di lavoro. E Draghi ha sempre ragione», ha glissato con i cronisti, «il tema della moneta non lo ritengo d'attualità oggi». Anche Giorgetti pur apprezzando e non poco il discorso del presidente del Consiglio, durante quei passaggi ha scosso la testa, per la serie sarebbe stato meglio evitare perché quelle frasi era chiaro che venissero lette in chiave anti-Lega.

Ma sia il segretario del partito di via Bellerio che il neo ministro del Mise (i due dopo l'intervento del Capo dell'esecutivo si sono chiusi in una stanza per confrontarsi) hanno apprezzato la visione data dal premier, e soprattutto quel richiamo all'importanza di portare avanti una politica dei rimpatri più efficiente. «Sono contento, speriamo bene per l'Italia», il commento di Giorgetti. «E' un bel giorno per l'Italia, mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima, il digiuno degli italiani è durato anche troppo, speriamo sia l'anno della ripartenza, della rinascita, della vita», ha sottolineato il leader della Lega.

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LA STRATEGIA


In questa fase non sono necessarie repliche stizzite, serve progettare l'Italia, vestire i panni dei costruttori. Ecco il motivo per cui Salvini ai fedelissimi ha affidato un invito ben preciso: «Bisogna fare un passo indietro. Lasciamo lavorare Draghi, lo valuteremo su quello che fa». La fiducia per ora è piena, perché nel momento stesso che si decide di «mettere la faccia» sul governo non si può tergiversare. Ma i paletti ci saranno. Dalla sanità all'immigrazione, «anche se certamente non mi aspetto che arrivino i decreti immigrazione o Quota cento», il ragionamento. La strategia è quella di un pressing asfissiante sui provvedimenti da varare, sulle decisioni da prendere. Certo, c'è la preoccupazione per le varianti e la necessità di tenere la guardia alta. Ma Salvini si aspetta una programmazione, non una semplice gestione dell'emergenza sanitaria. E anche sulle crisi aziendali vuole fatti, non un semplice rinvio dei dossier.

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La moratoria resiste, si dialoga con il Pd, con i ministri (ieri l'incontro con il responsabile delle Infrastrutture Giovannini per chiedere l'apertura dei cantieri), con i leader. Venerdì sarà il momento del confronto con il responsabile dell'Interno Lamorgese e il ministro degli Esteri Di Maio. Salvini li vedrà in un'Aula giudiziaria, a Catania, entrambi sono chiamati a testimoniare sul caso Gregoretti. E Salvini si aspetta che ci sia una frenata anche sugli attacchi alla sua persona. «Su quello che ci divide ci confronteremo una volta sconfitta la pandemia, dividerci oggi su temi lontani dalla vita delle persone non mi sembra intelligente. Io accolgo l'appello di Draghi e Mattarella a esserci, noi ci siamo», il refrain.

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Intanto sul nervo scoperto, ovvero quello dell'Europa, Berlusconi tende una mano al suo alleato. «La Lega è maturata. Non credo che Salvini possa aderire ora al Ppe, ma se lo volesse gli darei una mano», ha detto il Cavaliere in un'intervista a Porta a porta. Salvini non ha colto la proposta. E' concentrato sui problemi da risolvere: «Abbiamo provato a farlo anche dall'opposizione, ma zero... Abbiamo scelto di esserci. Sto incontrando sindaci e imprenditori che mi chiedono non le polemiche ma salute, lavoro, e ritorno alla vita». E ancora: «Cosa serve? Riaperture, coraggio, soldi veri alle imprese, alle famiglie, merito non favori». L'ex ministro dell'Interno rilancia i temi a lui più cari: taglio delle tasse, apertura dei cantieri, sostegno al turismo e un piano vaccinale serio.

 


LE POSIZIONI
Nel partito di via Bellerio appoggiano la sua operazione. Nella convinzione che, soprattutto se il governo dovesse durare fino all'elezione del presidente della Repubblica (con il centrodestra che punta ad avere voce in capitolo), alle Politiche Salvini si presenterebbe come candidato premier ben visto in Europa. «Faranno di tutto per spingerci fuori ma non dobbiamo accettare le provocazioni», il suo ragionamento. Insomma non abbasserà la testa ma non punta a fare l'anti-Draghi. Piuttosto il premier ombra e il garante della Lega, insieme a Giorgetti, del centrodestra al governo. «Mi riconosco nel discorso di Draghi», la sponda anche di Berlusconi.

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Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 23:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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