Luigi Di Maio: «Conte cerca la vendetta personale su Draghi. Un disastro se ci sarà la crisi»

Il ministro degli Esteri: «L’ex premier sta cercando la sua vendetta personale»

Domenica 17 Luglio 2022 di Alberto Gentili
Luigi Di Maio: «Conte cerca la vendetta personale su Draghi. Un disastro se ci sarà la crisi»

Ministro Di Maio, ha raccontato che molti suoi colleghi l’hanno chiamata esterrefatti per le dimissioni di Draghi. E’ riuscito a spiegare che il governo è in crisi a causa del termovalorizzatore di Roma?
«La partita è ben più complessa. Il vero tema è spiegare da dove parte questa instabilità: è innescata da un partito, il partito di Conte che non ha più nulla a che vedere con il Movimento 5Stelle, che il 20 giugno ha ricevuto l’endorsement dall’ambasciatore russo a Roma sulla bozza di risoluzione che indicava la linea italiana sull’Ucraina».

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Sta dicendo che Conte è il sicario che per conto di Putin fa fuori Draghi, alfiere della posizione dura contro Mosca?
«Non ho certezze che vi sia una regia russa dietro la crisi. Ma sono sicuro che Putin, come ha detto Borrell, lavori per destabilizzare l’Italia e l’Europa. Non a caso qualcuno a Mosca ha brindato quando Draghi si è dimesso, basta guardare al post di Medvedev».
In caso di elezioni e di vittoria della destra, secondo lei l’Italia potrebbe adottare la linea filo-russa incarnata nella Ue dall’ungherese Orban?
«Di certo chi sta provocando la crisi sta regalando il Paese all’estrema destra.

In più, sono sicuro che Conte stia compiendo una vendetta politica buttando giù Draghi: ancora non si dà pace per non essere riuscito a restare a palazzo Chigi. Ma ciò conferma che il partito di Conte non è il M5S: noi siamo nati per andare al governo, fare le riforme e provare a cambiare il Paese, invece Conte è il picconatore dell’esecutivo. E, facendo così, attenta alla sicurezza economica e sociale dell’Italia. Conte è stato premier per 570 giorni, ma nonostante ciò ha dimenticato cosa significa avere senso delle istituzioni. Speriamo in un suo sussulto last minute».


Beh, non è solo Conte. Sono numerosi i falchi dentro il M5S.
«Ma sono più numerosi coloro che non sono d’accordo con lo strappo. E questo vale anche per gli elettori: De Masi ha detto che la scelta è motivata dai sondaggi. Ma devono avere letto i sondaggi sbagliati: l’elettorato del Movimento a maggioranza non è d’accordo nel mandare a casa Draghi. E numerosi parlamentari, pur restati per ora con Conte, sono contro la crisi».

 


Nel Pd si tifa per una nuova scissione del M5S per rafforzare Draghi. Lei?
«Credo che l’unico modo per rafforzare il presidente del Consiglio sia la ricostituzione della maggioranza di unità nazionale. E ora il partito di Conte ha una grande responsabilità sulle spalle: deve decidere cosa fare mercoledì quando Draghi andrà in Parlamento. Ma sono tre giorni che, a causa di una frammentazione interna clamorosa, non decide. In tutto questo Conte ha perso il controllo del gruppo della Camera e dei ministri. Ditemi se questo è un leader».


Per lei?
«Io ho fatto tanti errori e non posso giudicare. Ma non si può buttare giù Draghi, che è garanzia della stabilità economica dell’Italia (il Paese più indebitato della zona euro) e dell’attuazione del Pnrr. Così si fa un disastro, si crea un danno incalcolabile all’Italia e agli italiani. Se non ci sarà una svolta, il Parlamento verrà sciolto giovedì o venerdì e si andrà a elezioni il 25 settembre. Di conseguenza salteranno in Ue il tetto al prezzo del gas e in Italia le riforme del fisco e della concorrenza e non si potrà porre la fiducia per approvare leggi indispensabili per fronteggiare il disagio sociale provocato dall’inflazione e incassare i fondi del Pnrr. E poi...».
Poi?
«Esploderà la crisi dello spread. Per ora il differenziale con i Bund tedeschi è rimasto quasi stabile perché Mattarella ha respinto le dimissioni di Draghi, ma se il premier le confermerà accadrà il disastro. E questo perché, visto che il nuovo governo se va bene si insedierà a novembre, avremo in carica un esecutivo solo per gli affari correnti che non sarà in grado di gestire un autunno straordinario: qui si sciolgono le Camere che siamo in maniche corte e vedremo un nuovo governo quando indosseremo il cappotto. Per questo i parlamentari che stanno nel partito di Conte devono decidere quale responsabilità storica prendersi e cosa raccontare ai propri figli: sostenere ancora Draghi e arrivare a naturale scadenza della legislatura salvando il Paese, oppure di scomparire regalando la vittoria all’estrema destra».

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Lei ha chiesto ai partiti di rinunciare alle bandiere elettorali e di rilanciare il patto di unità nazionale. Ma il meno convinto di questo sbocco è Draghi, descritto «irremovibile» nella sua volontà di lasciare...
«Beh, se continua il teatrino di questi giorni tra veti e bandierine, è logico che sia questa la posizione del premier. Ho lanciato un appello alla responsabilità giovedì sera, ma vedo che accade il contrario, con il Paese appeso all’incapacità del partito di Conte di decidere».
Salvini e Berlusconi propongono un Draghi bis senza il M5s. Per lei sarebbe un buon epilogo: diventerebbe determinante con il suo nuovo partito...
«Credo che dobbiamo guardare, come dice Draghi, alla maggioranza di unità nazionale. In questa fase mettere veti è un grave errore, così non se ne esce».
Anche perché il Pd si chiamerebbe fuori: non vuole sostenere un governo a trazione di centrodestra.
«Mercoledì non sarà solo una prova di responsabilità, quel giorno si decideranno anche i futuri assetti politici e alleanze tra i partiti. Letta è stato chiaro. E ciò dimostra che il vero obiettivo di Conte è andare a elezioni per azzerare il gruppo parlamentare e non ricandidare il 99% dei deputati e dei senatori uscenti. Tanto più che alle elezioni andranno malissimo».
Lei ha fatto la scissione per mettere in sicurezza Draghi e poco dopo il governo è caduto. Non è un grande risultato...
«Insieme per il futuro è nato per marcare la differenza in politica estera rispetto alla linea filo-russa di Conte. E noi offriremo agli italiani una nuova proposta politica. Con Renzi e Calenda? Il punto non sono le persone, ma la prospettiva da dare al Paese. Gli italiani devono poter scegliere tra sovranismo e populismo o responsabilità, buonsenso e serietà».

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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