Di Battista, un cavillo giuridico lo mette a rischio nel M5S: per candidarsi serve una deroga di Grillo

Le norme del Movimento prevedono che, per candidarsi, sia necessario essere iscritti alla piattaforma di Skyvote da almeno sei mesi

Sabato 30 Luglio 2022
Di Battista, un cavillo giuridico lo mette a rischio nel M5S: per candidarsi serve una deroga di Grillo

Alessandro Di Battista a causa di un cavillo giuridico del M5S rischia di non potersi candidare alle elezioni politiche 2022. È il cavallo di razza, quello in grado di risollevare le sorti di un Movimento ammaccato. Eppure anche la candidatura è tremendamente a rischio. A frenarla un cavillo giuridico, una regola che potrebbe far saltare la sua corsa, che pure, a differenza di quanto si pensi, non è affatto scontata. Perché nei vertici del Movimento e in molti degli uomini più vicini a Giuseppe Conte l'ex pupillo di Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio non è poi visto così di buon occhio: «Tirerà elettoralmente, ma ci mettiamo un guaio in casa per 5 anni», il timore che rimbalza.

Di Battista-M5S per ora in stand-by

Sarà anche per questo che tra i due, a quanto apprende l'Adnkronos, non ci sono stati al momento contatti, nonostante Di Battista abbia dato, nelle settimane scorse, la sua disponibilità a sedersi a un tavolo vista la caduta del governo Draghi, ma con richieste "politiche" che non vuole vengano ignorate per tornare a ragionare su un suo ritorno. Di Battista è ancora in viaggio, seguendone le tracce sui social si trova a Vladivostok in queste ore. Rientrerà in Italia i primi di agosto. Gli ex parlamentari a lui più vicini lo descrivono sereno, certo non così smanioso di tornare a sedere in Parlamento.

Per ora, tra lui e Conte, la situazione risulta in stand-by.

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I timori dei "contiani" e il cavillo nel regolamento

Il contributo dell'ex volto noto del M5S potrebbe essere prezioso da spendere in campagna elettorale, ma rischia anche di rubare la scena all'ex premier, altro timore che serpeggia tra i "contiani". Ma sono soprattutto le regole grilline che rischiano di farlo "saltare", ammesso che lo si rivoglia in squadra. Perché le norme del Movimento prevedono che, per candidarsi, sia necessario essere iscritti alla piattaforma di Skyvote da almeno sei mesi. E Di Battista si è disiscritto dal M5S subito dopo esserne uscito, in dissenso con la decisione dei vertici pentastellati, validata dalla Rete, di appoggiare il governo Draghi. 

Per poter "vidimare" la sua candidatura servirebbe dunque una deroga, che passa dal disco verde del garante, Beppe Grillo. Che tuttavia, continua a essere granitico nella difesa delle regole interne, dalle parlamentarie al principio di territorialità al niet sulle pluricandidature. E che quello della mancata iscrizione sia un problema per Di Battista lo conferma anche Lorenzo Borré, il legale da sempre a capo delle battaglie giuridiche contro i vertici del M5S: «È una regola che è stata adottata dal marzo 2018 a seguire - dice all'Adnkronos -. Conoscendo Di Battista, non di persona ma come personaggio, dubito fortemente che accetti una deroga in suo favore». Ammesso che venga richiesta e che gli venga concessa. «Vista l'aria che tira - dice chi ha sentito Grillo nelle ultime ore - dubito fortemente che apra spiragli».

Ultimo aggiornamento: 1 Agosto, 08:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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