M5S in frantumi, altri 2 addii. Al Senato rosso-gialli in bilico

Mercoledì 24 Giugno 2020 di Mario Ajello
M5S in frantumi, altri 2 addii. Al Senato rosso-gialli in bilico

Altro che caminetti, altro che direttorio, altro che riti autoconservativi da partito tradizionale. Ora il fool, il pazzo, o il comico, non lo fa Grillo ma Casaleggio nello schema più classico dell'amico di Beppe che ne diventa nemicissimo intestandosi la tessera numero 1 della fazione del Dibba e della sua scalata, se ci sarà, al potere stellato. Insomma Davide Casaleggio in un giorno difficile per il movimento che perde altri due pezzi - uno al Senato e uno alla Camera - torna ad attaccare il quartier generale grillino in giallo-rosé e dice: «Stati Generali subito, e siano gli iscritti a scegliere qualunque cosa importante per il movimento». Non fa un endorsement classico per Dibba il Casaleggio ma lo sostiene in tutti i modi e si è messo di traverso all'asse Grillo-Di Maio che è quella della stabilità, del facciamo piano piano, del non facciamo esplodere subito i 5 stelle (in realtà già esplosi) allestendo a breve gli Stati Generali ed è bene rinviarli a dopo le Regionali e anche molto più in là o magari in un futuro inesistente. 

M5S, giornata nera: Riccardi passa alla Lega di Salvini, Ermellino al Misto
M5s, una fuga dopo l'altra: Alessandra Ermellino passa al gruppo Misto

Nel presente, l'annuncio della senatrice stellata Alessandra Riccardi («Passo alla Lega» e Salvini la accoglie dicendo «evviva, e ne arriveranno altri») rende sempre più esigua numericamente la maggioranza di governo a Palazzo Madama e M5S è sempre più impaurita e sbandata: «In corso c'è un'offensiva del centrodestra per andare al voto ancora prima della fine dell'estate e per questo Salvini vuole sfilarci i senatori», dicono ai piani alti del movimento. 

LE FUGHE
Ormai sono 13 con la Riccardi i senatori fuoriusciti dal gruppo (basti pensare al terzetto Grassi, Urraro, Lucidi già saliti sul Carroccio). E dei 25 cambi di casacca complessivi nelle Camere da inizio 2020, venti riguardano il movimento stellato. La diciannovesima è la deputata Alessandra Ermellino, uscita ieri in direzione Gruppo Misto («Non vado via da M5S ma dalle persone che si sono impossessate di un progetto tradendo le speranze di 11 milioni di cittadini»), la ventesima è la Riccardi traslocata in queste ore. Dicendo così: «Vi comunico il mio passaggio alla Lega. Gli ultimi mesi hanno visto acuirsi le distanze tra le mie idee e quelle del Movimento».
 



Non ultimo il voto sull'autorizzazione a procedere contro Salvini per il caso Open Arms. Quando poi a luglio si voterà sul Mes, sono previste una decina di diserzioni. Per non dire di quanto - già la chiamano la scissione della destra del movimento - accadrà in autunno con l'abolizione dei decreti sicurezza su cui il Pd non transige mentre M5S frena e cerca di allontanare la patata bollente. Lì altri pezzi stellati verranno meno e comunque tra un grillino e l'altro che abbandonano il movimento ora sono rimasti in 95 e la maggioranza di governo non può che ballare ancora più di prima a Palazzo Madama: ha 155 voti, il quorum di governabilità è 161, e per arrivare a superarlo solo sul Gruppo Misto si può contare e ogni volta saranno patemi d'animo. Anche se il soccorso azzurro, dalle parti di Conte, lo danno per sicuro se dovesse essercene bisogno. 

POLITICISMO
Nel caos e nello squagliamento generale, presto potrebbero arrivare inoltre i nuovi provvedimenti disciplinari per i parlamentari non in regola con le restituzioni. «Il sito tirendiconto.it piange: è sotto gli occhi di tutti, le deadline sono prossime», fanno notare fonti pentastellate, evidenziando l'elevato numero di eletti M5S che si tengono i soldi invece di devolverli al movimento in cui ormai credono in pochi. Sospensione o espulsione per chi non paga, ricorda il reggente Crimi a tutti e sta passando al vaglio la posizione contabile di ognuno. E per chi non vuol pagare le sirene del Misto o del Carroccio diventano irresistibili. Una decina sono i «morosi gravi» e dunque una decina di seggi sono in bilico per la maggioranza in Senato (anche se dal Misto qualcuno continuerà a votare, ma a piacimento, a intermittenza e alzando ogni volta la posta per l'esecutivo Conte). 

In più l'asse Casaleggio-Dibba inquieta non poco. Il figlio di Gianroberto insiste su Ale: «Ha sempre dato tanto al Movimento, vedrà in che modo vorrà dare il suo supporto in futuro». E chi sta con Ale non sta con Beppe, come si sa. Casaleggio punta sulla creazione di un capo unico, Grillo e gli altri su un ufficio politico allargato. E così sta svanendo, in dispute politiciste, quello che doveva essere un sogno palingenetico. 
 

Ultimo aggiornamento: 16:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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