Cospito, il pm Padalino: «Gli anarchici sanno sfruttare il dissenso. Il livello degli attentati può alzarsi in un attimo»

Il pm che indagò sugli attentati dei no tv: «In passato usavano plichi esplosivi o colpivano le cose. Cospito è stato il primo a sparare contro una persona»

Sabato 4 Febbraio 2023 di Erica Di Blasi
Cospito, il pm Padalino: «Gli anarchici sanno sfruttare il dissenso. Il livello degli attentati può alzarsi in un attimo»

Sono inseriti in «una rete internazionale molto coesa». Hanno la capacità di sfruttare «ogni minimo segnale di dissenso». E il livello delle loro azioni può alzarsi. Andrea Padalino, ex gip a Milano e oggi giudice civile a Vercelli, nel 1998 arrivò a Torino come sostituto procuratore e durante la sua lunga carriera nel capoluogo piemontese, si è occupato, oltre a tanti casi eclatanti, in particolare della galassia anarchica, legata anche al movimento No Tav in Valsusa.

Un ruolo che lo ha portato a essere per anni sotto scorta e oggetto di minacce, tra scritti online che lo indicavano come obiettivo alle più classiche buste con proiettili.

In questi giorni sono state rafforzate le scorte dei magistrati coinvolti in questa vicenda. Quanto sono davvero pericolosi gli anarchici oggi?

«Fino ad ora gli anarchici hanno puntato più alle cose che alle persone, ma hanno anche compiuto attentati a singoli, come Adinolfi. Ma è chiaramente una questione di strategia. Il livello può alzarsi in un attimo».

Che cosa ci si può aspettare?

«È un mondo veramente particolare da interpretare fuori dagli schemi. La vera strategia è quella di approfittare di ogni situazione in cui trovare uno spazio, un seguito. E in questo sono molto abili».

Come agiscono?

«Non si espongono mai direttamente basta osservare la viltà dei plichi esplosivi. Gettano il sasso e ritirano la mano. In una intercettazione che mi riguardava si chiedevano se eliminare un magistrato sarebbe stato condiviso dall'opinione pubblica».

Che ruolo ha Cospito all'interno di questa realtà?

«Cospito scelse per primo la gambizzazione come strumento di lotta politica provocando una netta spaccatura in quel mondo che ora sulla sua figura si è ricompattato».

Si può dire che oggi il livello è più internazionale? Forse lo era anche prima ma erano legami «sommersi»?

«Indubbiamente esiste una rete molto coesa che va dalla Grecia al Cile alla Spagna. Quando in qualche parte del modo qualcuno brucia un bancomat subito l'azione viene ripresa e veicolata nei siti d'area. Hanno una capacità di rigenerarsi e di sfruttare ogni minimo segnale di scontro o dissenso. Da lì a governarlo potrebbe essere più facile di quanto si pensa».

Soggetti come Cospito vanno isolati? La loro comunicazione è davvero pericolosa?

«Questo non spetta a me deciderlo e penso che chi è deputato a farlo abbia tutti gli elementi di valutazione».

Nella sua esperienza ha conosciuto gli anarchici anche per il ruolo che hanno avuto nella lotta No Tav.

«Il movimento No Tav a differenza della galassia anarchica ha sempre cercato il consenso popolare attraverso le proprie azioni. Ma da quando si verificò l'attacco al cantiere nel 2016, per il quale ipotizzammo un'attività terroristica mai riconosciuta in diversi gradi di giudizio, le guide di quelle azioni facevano parte proprio della galassia dalla quale avevano attinto molti attivisti».

Che cosa hanno portato gli anarchici nella lotta alla Tav? Qual era il loro modus operandi e in che modo hanno alzato il livello dello scontro in Val di Susa?

«Hanno introdotto nel movimento operazioni paramilitari. Diffuso il concetto di comunicazioni blindate. E avviato il controllo del territorio anche vivendo in loco».

Ci sono centri in Italia che più si prestano a essere una palestra o una culla per gli anarchici?

«Senza dubbio le grandi città del nord, ma anche Perugia e Trento».

Per le sue indagini scomode ha vissuto per anni sotto scorta ed è stato oggetto di attenzioni da parte della galassia anarchica. Che cosa ha provato?

«Ho vissuto anni privato di spazi e libertà con le mie figlie che chiamavano i ragazzi della scorta gli amici. Hanno scritto di tutto e di più ma la cosa più vile sono state le scritte di minaccia sotto casa, come per indicare un obiettivo».

Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 14:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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