Salvini e il viaggio a Mosca, il Copasir indagherà sul consigliere Antonio Capuano

Capuano ha lavorato all'organizzazione del viaggio a Mosca del leader leghista

Martedì 31 Maggio 2022
Salvini e i rapporti con Mosca, il Copasir indagherà sul consigliere Antonio Capuano

Su Antonio Capuano, consigliere di Matteo Salvini, si muove il Copasir.

Il Copasir «che come consuetudine non esprime mai valutazioni politiche sull'attività dei parlamentari, conferma di aver avviato le usuali procedure informative previste, a norma della legge 124/2007, in merito all'attività che sarebbe stata svolta, come emerge da notizie stampa, dall'avvocato Antonio Capuano nei confronti di alcune rappresentanze diplomatiche presenti nel nostro Paese su temi inerenti la sicurezza nazionale». Lo fa sapere il presidente del Copasir, Adolfo Urso. Capuano, consigliere di Matteo Salvini, ha lavorato all'organizzazione del viaggio a Mosca del leader leghista.

Salvini contro Letta: Pd parla solo di armi

«La Lega è una grande squadra, che ha vinto e vincerà ancora a lungo, per questo il tentativo di alimentare litigi e divisioni si ripete sempre uguale, noioso e inutile. In una grande squadra ci sono giocatori con caratteri diversi, ma gli obiettivi sono comuni e concreti: i più immediati e urgenti fermare la guerra e le armi, superare l'indegna censura mediatica che nasconde i referendum sulla giustizia del 12 giugno, eleggere tanti nuovi sindaci oltre agli 800 già al lavoro, difendere lavoro, casa e risparmi degli italiani». Così il leader della Lega Matteo Salvini in un messaggio inviato nelle chat del partito. Poi l'attacco a Enrico Letta: «Noi da settimane lavoriamo per la pace, dialogando con tutti per arrivare ad un cessate il fuoco, mentre il PD parla solo di armi e guerra. Più chiaro di così…». Ha scritto su twitter il leader della Lega Matteo Salvini rispondendo al segretario del Pd.

Letta: chiarezza, no tarallucci e vino

«Noi chiediamo delle risposte, non è che questa vicenda possa completarsi così. Mentre la crisi era in corso c'erano trattative non si sa bene tra chi, in che modo e in che forma tra l'invasore russo e un partito di governo italiano. Quindi noi chiediamo chiarezza, non può terminare a tarallucci e vino». Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta ai cronisti nella sede Dem a proposito delle notizie su incontri tra Dalvini e l'ambasciatore russo.

Il richiamo di Giorgetti a Salvini

«Sono delle proposte suggestive, però bisogna muoversi di concerto col governo». Giancarlo Giorgetti bolla così l'idea di Matteo Salvini di andare in Russia. Parole che certificano lo scontro tutto interno alla Lega tra salviniani e 'draghini' - come i fedeli al segretario federale definiscono i leghisti che cercano di indebolire la sua leadership su mandato più o meno esplicito del premier - ,alimentato in giornata anche dall'addio al centrodestra di Torino Bellissima. In vista dei prossimi appuntamenti elettorali, le acque nel centrodestra restano dunque fortemente agitate . «Considero Fontana un ottimo governatore, ma qui non si riesce a parlare della Sicilia dove si vota fra due mesi e vogliamo parlare della Lombardia? Una cosa per volta», dice la leader di Fratelli d'Italia, frenando gli entusiasi per Fontana del leghista Matteo Salvini, più tiepido invece sulla riconferma di Nello Musumeci. Una partita a scacchi ancora da giocare, come quella tutta interna al Carroccio tra i salviniani e filogovernativi di Giorgetti. Che sull'idea di recarsi in Russia non le manda a dire al segretario federale: «Sono questioni di portata mondiale, quindi ciascuno deve dare il suo contributo, ma all'interno di percorsi che sono molto molto complicati», dice a margine dell'assemblea degli industriali di Parma il ministro dello Sviluppo economico. Giorgetti non nasconde che «in certe situazioni il senso di scoramento pervade. Dopo di che c'è un senso di responsabilità che fa sì che Draghi si faccia carico di prendere la croce e la porti avanti fino in fondo». Una situazione di cui forse anche il presidente del Consiglio, secondo il ministro, «ne ha piene le scatole» perché, d'altronde il «periodo è complicatissimo: siamo a fine legislatura, sappiamo che il prossimo anno andranno in Parlamento due terzi dei deputati». Sullo sfondo dello scontro l'addio al centrodestra di Torino Bellissima, con il suo leader, il candidato sindaco Paolo Damilano considerato vicino a Giorgetti, che non le manda a dire alla Lega. Un partito che definisce in «profonda crisi di identità politica e di leadership», puntando il dito contro la «deriva populista» della coalizione. «La riconoscenza è sempre la virtù del giorno prima», è la replica piccata del capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari, mentre i salviniani non hanno dubbi: l'attacco rientrerebbe nella strategia della tensione contro Salvini che farebbe la felicità di Palazzo Chigi in un momento delicato per la Lega a causa delle polemiche sulla possibile missione russa. Nella Lega, secondo diversi osservatori politici, il 'redde rationem' sembra essere incominciato.

Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 09:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci