Caos liste, Berlusconi: porcheria contro
di noi. Bersani: premier è un disco rotto

Giovedì 11 Marzo 2010
Silvio Berlusconi oggi a Roma (foto Gregorio Borgia - Ap)
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ROMA (11 marzo) - Nuovo attacco a testa bassa del premier Silvio Berlusconi contro sinistra, magistratura e stampa. Ci stanno tentando di fare una grande, insopportabile porcheria, ha sostenuto oggi il presidente del Consiglio parlando del caos liste nel corso di una manifestazione elettorale del Pdl. «La sinistra e la sua mano giudiziaria non hanno perso il vizio», ha detto ancora il capo del governo.



Il caos delle liste elettorali «non è un caso ma mi sembra un disegno molto ben pensato», ha affermato Berlusconi, ricostruendo l'esclusione delle liste del Pdl in Lazio e Lombardia per le elezioni regionali. «I responsabili del partito non hanno nessuna responsabilità per quello che è accaduto - ha ribadito il premier - li ho interrogati per ore ma anche tra di noi hanno fatto passare l'idea che abbiamo fatto un pasticcio ma non è così. Abbiamo presentato liste in tutta Italia e non abbiamo avuto problemi ma, guarda caso, proprio nelle due situazioni più importanti c'è stato qualche problema».



«Mandiamo i militari in Afghanistan per far svolgere le lezioni mentre nella capitale ci viene interdetto», ha rilevato poi il Cavaliere.



«Ho fiducia nel Consiglio di Stato che non può chiudere gli occhi per non dare torto agli altri giudici -ha comunque aggiunto Berlusconi -. Sono convinto che non ci sia nessuna ragione per impedire al primo partito italiano di non essere presente nella circoscrizione di Roma».



L'attacco al giudice del tribunale. «È venuto fuori che la funzionaria del tribunale che ha detto "chi è dietro quella linea non passa più" aveva nella sua stanza una foto del Che, ad indicare la sua propensione culturale», ha attaccato poi il presidente del Consiglio, riferendosi alla presidente dell'Ufficio centrale circoscrizionale del Tribunale di Roma, Anna Argento, che tuttavia ieri aveva già smentito la vicenda. «Questa signora avrebbe dovuto rincorrere i nostri delegati per permettere a milioni di cittadini di esprimere il loro voto per il primo partito italiano», è invece l'opinione del premier.



«È il colmo l'atteggiamento di questa magistratura, di questa sinistra e di questi giornali che hanno messo in bocca delle parole al presidente del Consiglio contro i nostri uomini che io non ho mai pronunciato. È una vergogna», ha affermato ancora Berlusconi. «Vogliono vincere senza avversari», ha detto il Cavaliere, che poi ha aggiunto: «Sabato vedremo in piazza sfilare a braccetto Bersani, campione della faziosità, Di Pietro, campione del giustizialismo, e la Bonino, campione della cultura radicale. Vedremo, insomma, un'amalgama terrificante».



«Berlusconi ormai è un disco rotto, a Berlusconi dico basta!», ha replicato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani. «Cosa dovrebbero dire - ha aggiunto Bersani - tutte quelle liste che sono state escluse in queste elezioni e tante volte nelle elezioni precedenti? Basta, finiamola qui, mettiamoci a discutere dei problemi che interessano alla gente».



«Da ieri lo scontro sul Lazio non è più tra me e la Polverini, ma è ormai tra me e Berlusconi», ha detto oggi la candidata del centrosinistra alla presidenza della regione Lazio, Emma Bonino. «La gente - ha aggiunto - si fa un'opinione a partire dalla tv. Non essendo nemmeno iniziata una campagna elettorale di faccia a faccia, io continuo a fare riunioni con analisi approfondite ma questo non è sufficiente. Sblocchiamo i meccanismi per cui l'unico che parlerà agli italiani sarà Berlusconi. Cerchiamo di non essere ingenui e capiamo cosa sta succedendo». Per Bonino «l'arroganza, il non rispetto delle regole ha toccato livelli elevati».



Anm: offese premier minano credibilità istituzioni
. «È un clima insostenibile - dice Luca Palamara, presidente dell' Associazione Nazionale Magistrati - nel quale la magistratura e i singoli magistrati quotidianamente sono destinatari da parte del presidente del Consiglio di offese e invettive che stanno oramai minando la credibilità delle istruzioni, ma che non potranno minimamente intimidirci nello svolgimento delle nostre funzioni». Palamara esprime «solidarietà ai magistrati ingiustamente accusati».



Idv: il nervosismo del premier dimostra il suo declino. «Il nervosismo di Berlusconi dimostra che è al declino», afferma il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando. «Le gravi dichiarazioni di Berlusconi cha ha attaccato di nuovo la magistratura e che vede complotti ovunque - conclude - sono la prova del suo nervosismo perchè il suo regime è ormai alla fine e il suo un governo perde consensi ogni giorno».



Napolitano a Tor Vergata: qui tira una bella aria, altrove c'è la bolgia. «Qui si è respirata una bella aria, altrove c'è la bolgia». E' il commento fatto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, lasciando l'Università di Tor Vergata dove stamani ha partecipato a un convegno sul 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Nessun riferimento esplici al caos liste, ma evidente il riferimento alla situazione politica attuale.



La regione Lazio intanto ha chiesto alla Corte costituzionale di sospendere in via cautelare il decreto legge salva liste. La richiesta è contenuta nel ricorso depositato oggi alla Consulta per sostenere l'illegittimità del provvedimento varato la scorsa settimana dal Consiglio dei ministri. La Corte deciderà sulla richiesta giovedì18 marzo.



Nel ricorso depositato stamane alla cancelleria della Corte dal professor Federico Sorrentino per conto del vicepresidente della giunta regionale del Lazio Esterino Montino, si chiede di sospendere il decreto salva liste in quanto è «evidente il grave e irreparabile pregiudizio che deriverebbe all'interesse pubblico al regolare svolgimento delle elezioni regionali nel caso in cui le consultazioni del 28-29 marzo 2010 si svolgessero sulla base di norme suscettibili di declaratoria di incostituzionalita».



Se infatti lista del Pdl nel Lazio venisse riammessa in forza del decreto legge salva liste (e su questo punto dovrà esprimersi sabato prossimo, sempre in via cautelare, il Consiglio di Stato), la «declaratoria di incostituzionalita» del provvedimento varato nei giorni scorsi dal governo - si sottolinea nel ricorso - «travolgerebbe, invalidandolo, il risultato elettorale, con conseguente grave pregiudizio sia per la Regione, sia per i cittadini elettori». In considerazione dell'«estrema urgenza» di una pronuncia della Corte Costituzionale sulla legittimità del decreto legge, inoltre, la Regione Lazio chiede che siano ridotti i termini della discussione del ricorso.



Il decreto salva liste, secondo la regione Lazio è «illegittimo» innanzitutto perché il legislatore statale ha «invaso la sfera di competenza» riservata alle Regioni (art. 122, comma 1 della Costituzione), e in secondo luogo perché il provvedimento non ha una «natura interpretativa» ma «innovativa». È essenzialmente sulla base di queste due ragioni, supportate da recenti pronunce della Corte Costituzionale successive alla "devolution" del 1999, che il costituzionalista Sorrentino chiede alla Consulta, in un ricorso di 23 pagine depositato stamane a nome della Regione Lazio, la bocciatura del decreto varato la scorsa settimana in Consiglio dei ministri.



«In seguito alla riforma costituzionale del '99, in materia di elezioni del Consiglio e del Presidente regionale, al legislatore statale spetta il "solo" potere di fissare i principi fondamentali della materia, mentre - si precisa nel ricorso - è di competenza delle regioni la disciplina di dettaglio del procedimento elettorale». E su questa materia la Regione Lazio è intervenuta con la legge regionale n.2 del 2005. Dunque, non solo il dl elude il «limite» posto al legislatore statale dall'art. 122, comma 1, della Costituzione, ma è andato anche oltre in quanto «nelle materie di spettanza del legislatore regionale, come quella in esame, solo quest'ultimo può interpretare le norme esistenti».



E ancora: «l'invasione nella sfera riservata al legislatore statale - è scritto nel ricorso - è ancora più grave ed evidente se si tratta di una disciplina solo fittiziamente interpretativa ma in realtà innovativa», in particolare su due punti: dove prevede che la presentazione delle liste debba avvenire entro i termini stabiliti non più presso la cancelleria ma con il solo ingresso nei locali del Tribunale; nel punto in cui «trasforma» la «carenza delle forme richieste 'ab substantiam' per la validità dell'autenticazione in una 'irregolarità meramente formale».



Infine, nel ricorso della Regione Lazio alla Consulta si chiede di dichiarare illegittimo il dl perché «vulnera la funzione giurisdizionale ed altera le garanzie del giusto processo in contrasto con gli articoli 24,102, 104 e 11 della Costituzione», oltre che per violazione degli articoli 72, comma4, e 77, comma 2, sulla riserva di legge e per assenza di presupposti di necessità e urgenza del decreto.



Il Tar della Liguria intanto, per la prima volta in Italia, ha applicato il decreto interpretativo approvato dal Governo sulla presentazione dele liste per le elezioni regionali ed ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dai legali della lista provinciale di Genova del Nuovo Psi, esclusa dalla commissione elettorale il 26 febbraio. La lista era stata esclusa perché mancavano alcuni certificati a corredo delle firme, che sono stati prodotti successivamente al limite per la presentazione delle liste. I legali del Nuovo Psi, nell'invocare il decreto del governo, hanno fatto presente che anche la legge elettorale regionale prevede questa possibilità.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 18:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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