Bonaccini-Schlein, il faccia a faccia in tv. Uniti contro Calderoli, scintille sui precari

I due candidati per la guida del Pd promettono: «Dopo il voto di domenica lavoreremo insieme»

Lunedì 20 Febbraio 2023 di Andrea Bulleri
Bonaccini-Schlein, il faccia a faccia in tv. Uniti contro Calderoli, scintille sui precari

In piedi, l’uno accanto all’altra di fronte alla telecamera. Più sciolto lui, giacca blu e camicia bianca (senza cravatta), più nervosa lei (in fucsia), qua e là costretta a correre con la voce per non esaurire il minuto a disposizione per ogni risposta. Si apre con un faccia a faccia tv tra i due candidati al Nazareno l’ultima settimana di battaglia per la leadership del Pd. Stefano Bonaccini ed Elly Schlein: sono loro – come da previsioni – i due nomi in campo che domenica si giocheranno ai gazebo la guida del Pd. E sono loro a sfidarsi per un’ora su Sky Tg24, in un confronto a tutto campo: dal giudizio sul governo e su Giorgia Meloni al perimetro delle alleanze (su cui entrambi preferiscono rimanere vaghi), dalla guerra in Ucraina al Jobs Act. 
Ed è proprio sull’ultimo fronte temi che tra il governatore emiliano e la sua ex vice si accende la scintilla (in un confronto che, tutto sommato, termina senza momenti di pathos).

«Vorrei sapere se sei d’accordo su una battaglia per porre un limite ai contratti a termine, come in Spagna», incalza lei. «Per ridurre il precariato semmai bisogna rendere più costosi i contratti alternativi rispetto a quello standard», replica, pragmatico, lui: «Il Pd deve offrire soluzioni concrete, specie ai giovani».

I due concordano, invece, sul no all’autonomia differenziata targata Lega. Un ddl che «spacca l’Italia», affonda Bonaccini: «Con gli altri governatori di centrosinistra ci batteremo contro la proposta di Roberto Calderoli». Anche per Schlein il disegno di legge è «da rigettare con forza, e credo che il Pd debba essere compatto contro questo progetto pericoloso che crea un’Italia a due velocità», chiosa. Sfumature diverse, e relative punture di spillo, sui diritti civili (per Bonaccini devono andare avanti insieme «a quelli sociali, per evitare che appaiano sempre come la nostra unica priorità»), così come sulla guerra in Ucraina (con Schlein più vicina alle posizioni dei pentastellati). 

IL BUS

Entrambi però promettono «unità»: «Chiunque sarà il segretario – assicurano – il giorno dopo il voto lavoreremo insieme». Ma si dividono sul gioco del “camper”, ossia su chi porterebbero con sé in veste di conducente su un eventuale bus del Nazareno. Schlein include tra i passeggeri anche Giorgia Meloni («perché bisogna conoscere i propri avversari per batterli»), Bonaccini preferisce la senatrice a vita Liliana Segre e l’ex segretario dem Walter Veltroni, perché «da quando c’era lui alla guida del Pd abbiamo perso 7 milioni di voti». Ma su Meloni, precisa, «non mi permetto di giudicare, hanno già giudicato gli italiani: se dicessi che è incapace dopo che il suo partito ha vinto alle politiche e alle Regionali, suonerei ridicolo». 

Finisce con una stretta di mano, e i rispettivi appelli al voto. Mentre negli opposti schieramenti ci si prepara al rush finale. Il governatore emiliano – che chiuderà sabato a Bologna – parte in vantaggio, col 53% dei consensi dei tesserati dem. La rivale si ferma al 35%, ma arriva prima per un soffio nelle grandi città, come Milano e Roma. E i suoi supporter ostentano ottimismo: domenica, alle primarie, si apre un’altra partita.

 

Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 08:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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