Meloni-Berlusconi, i figli Marina e Piersilvio in campo: «Ora dovete ricucire». La via d'uscita nel totoministri

Si tratta su Mise e Giustizia. Pontieri al lavoro per riavvicinare gli alleati in lite, mercoledì il Quirinale potrebbe iniziare le consultazioni

Domenica 16 Ottobre 2022 di Francesco Bechis
Meloni-Berlusconi, Marina e Piersilvio in campo: «Ora dovete ricucire». La via d'uscita nel totoministri
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Adesso è una questione di famiglia. La tensione tra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni a tre giorni dal probabile incarico di governo al centrodestra inquieta la cerchia di Arcore. Che si mobilita.

Marina e Piersilvio, il clan Berlusconi a conclave.

Preoccupa lo scontro che il padre e fondatore di Forza Italia ha ingaggiato con la premier in pectore. Prima il braccio di ferro sui ministri, con un veto per la fedelissima Licia Ronzulli che ha fatto infuriare l'ex premier.

Per la senatrice azzurra Berlusconi aveva infatti chiesto un ministero. Con portafoglio, in un primo momento, con gli occhi sulla Salute. Poi, di fronte ai primi dinieghi, la trattativa si era spostata su dicasteri di minor peso, Turismo e Pari Opportunità, senza successo.

I NODI

Di qui lo showdown al Senato giovedì scorso. Quando Forza Italia si è astenuta alla votazione che ha incoronato (grazie ai voti del Terzo Polo e alcuni esponenti Pd, raccontano) Ignazio La Russa come presidente. E infine la goccia che ha fatto traboccare il vaso: gli appunti di Berlusconi a favor di telecamere contro un'alleata percepita come «prepotente». Ma non «ricattabile», ha replicato Meloni una volta deflagrata la polemica. 

Ora i pontieri sono al lavoro per ricucire. Entro martedì i singoli partiti dovranno indicare i capigruppo alla Camera e al Senato. Mercoledì, salvo imprevisti, potrebbero iniziare le consultazioni al Quirinale, fino al giorno X indicato per un possibile incarico a Giorgia, il 23 ottobre. 

QUI ARCORE

In prima linea per calmare gli animi, si diceva, c'è la famiglia Berlusconi. A Marina e Piersilvio - per non parlare di amici storici come Fedele Confalonieri e, soprattutto, Gianni Letta - non piace affatto la piega che ha preso lo scontro tra alleati. Uno scontro che, senza una mediazione immediata, potrebbe allungare la strada per Palazzo Chigi. Un guaio per Berlusconi politico e anche per Berlusconi manager delle sue aziende storiche, a partire dalla Fininvest. 

Di qui i primi contatti per ricucire. Il week end è servito a stemperare, il Cavaliere a Milano e Meloni a Roma insieme a Salvini, al lavoro sulla squadra di governo. Un canale resta aperto, si intravede una soluzione. Da entrambe le parti, garantisce chi è vicino ai leader, c'è l'intenzione di arrivare al traguardo e dare vita al primo governo di destra della storia repubblicana. Scongiurando l'ipotesi, concreta negli scorsi giorni, di un viaggio in solitaria al Colle della pattuglia forzista, per le consultazioni. 

LA TRATTATIVA

Sul tavolo gli ultimi nodi per i ministeri. FI ha chiesto la Giustizia, indicando prima il nome di Francesco Paolo Sisto e dunque quello dell'ex presidente del Senato Elisabetta Casellati. Ma Giorgia insiste: per via Arenula ha pensato da tempo a un nome, quello dell'ex magistrato Carlo Nordio. Nel pacchetto, perché il negoziato vada in porto, devono comunque entrare due ministeri di peso per FI. Per gli Esteri ad Antonio Tajani la strada è in discesa. Si tratta ora sul Mise: il Cav ha messo da tempo gli occhi sul ministero di via Molise. Un ministero chiave «per un partito come il nostro che ha importanti rapporti con il mondo produttivo» ha confessato al Messaggero Maurizio Gasparri. E che, tra l'altro, contiene le deleghe sul settore audiovisivo. Silvio e la tv, si sa, sono inseparabili.

Ultimo aggiornamento: 17 Ottobre, 16:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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