Balneari, scontro sul decreto: stretta sulle porte girevoli tra politica e aziende locali

Tensione con la Lega sulla mappatura delle concessioni pubbliche, arrivano paletti anche per i comuni

Venerdì 16 Settembre 2022 di Andrea Bassi
Balneari, scontro sul decreto: stretta sulle porte girevoli tra politica e aziende locali

Via alla ricognizione delle concessioni, spiagge comprese. E nuovi paletti agli affidamenti dei servizi pubblici locali, compreso un rafforzamento delle norme per evitare i giri di poltrone tra politica e società partecipate dai Comuni e dalle Regioni. Mario Draghi l'ha promesso. Smaltirà la maggior parte dei decreti attuativi legati al Pnrr, il piano nazionale di ripresa e resilienza, in modo da rendere al prossimo governo più agevole conseguire gli obiettivi necessari ad ottenere la seconda rata di quest'anno dei fondi europei, altri 20 miliardi circa.

Sul tavolo dei ministri arriveranno due decreti delicatissimi: le nuove regole per l'affidamento dei servizi pubblici locali, come il trasporto pubblico e la raccolta dei rifiuti, e la mappatura di tutte le concessioni pubbliche, compresa quella degli stabilimenti balneari. Ma su quest'ultimo provvedimento la Lega è immediatamente salita sulle barricate. Il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, ha preannunciato le proprie dimissioni nel caso in cui il consiglio dei ministri di oggi dovesse discutere la mappatura delle concessioni balneari.

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LA REAZIONE
«Se si fa una cosa che di fatto è inutile in un momento come questo - ha detto Garavaglia - mi dimetto». Sul testo del provvedimento, si è lamentato il ministro, il dicastero del Turismo non è stato nemmeno coinvolto. «Non ha senso - ha sottolineato - fare una azione che chiaramente sembra politica a una settimana dalle elezioni». L'altro decreto, quello sui servizi pubblici locali, prevede invece una serie di paletti all'affidamento in house (in casa) della gestione dei servizi pubblici locali da parte dei Comuni. La bozza di provvedimento, contiene anche una norma per evitare i giri di poltrone tra chi ha svolto incarichi politici e le stesse società controllate. Per due anni dalla cessazione dell'incarico politico, non potranno essere conferiti incarichi professionali, di amministrazione e neppure incarichi inerenti alla gestione del servizio, ai componenti di organi di indirizzo politico dell'ente che ha affidato la concessione. Oggi questa fase di raffreddamento è prevista dalla legge Severino, ma è limitata ad un solo anno. Ma torniamo ai paletti sugli affidamenti. Prima di decidere di assegnare ad una propria società la gestione di un servizio, i sindaci dovranno verificare se l'affidamento in house è compatibile con la finanza pubblica, dovranno dimostrare che, rispetto alle alternative, il servizio sarà di una qualità maggiore e a costi inferiori. Prima di avviare la procedura di affidamento del servizio, il Comune dovrà presentare una relazione nella quale sono indicate le ragioni del tipo di procedura scelta. Allegata a questa relazione, ci dovrà anche essere un piano economico-finanziario che dovrà contenere le proiezioni per il periodo di durata dell'affidamento dei costi e dei ricavi derivanti dall'affidamento, degli investimenti previsti e delle relative fonti di finanziamento.
Inoltre, spiega la bozza del decreto legislativo esaminata ieri nel preconsiglio dei ministri, il «piano deve essere asseverato da un istituto di credito o da una società di servizi iscritta all'albo degli intermediari finanziari». Nel caso poi, che fosse scelto l'affidamento in house, spiega ancora la bozza di decreto, i Comuni dovranno dare una «qualificata motivazione» che dia espressamente conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato ai fini di una efficiente gestione del servizio, illustrando i benefici per la collettività della forma di gestione prescelta. E nell'illustrare i possibili benefici, l'amministrazione pubblica dovrà anche dare conto dei risultati conseguiti in eventuali gestioni in house precedenti. Come dire, sarà difficile riaffidare il servizio di trasporto o quello dei rifiuti a una società pubblica che ha costantemente chiuso i bilanci in rosso.
 

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Ultimo aggiornamento: 17 Settembre, 10:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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