Autostrade, nuova proposta in Cdm: ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nell'azienda

Martedì 14 Luglio 2020
Autostrade, Cdm ripreso con nuova proposta: ingresso di Cassa Depositi e Prestiti nell'azienda

Autostrade, il premier Conte nella tarda serata di ieri ha riunito il Consiglio dei ministri sul dossier Autostrade. Una riunione carica di tensioni ed aspettative, con due scenari sul tavolo: la revoca della concessione ad Aspi o la sostanziale uscita dei Benetton, con un aumento di capitale e la discesa di Atlantia a una quota del tutto minoritaria.

Poco prima di mezzanotte il Cdm è stato sospeso. Subito dopo è iniziata una riunione ristretta tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e la titolare del Mit Paola De Micheli, insieme ai tecnici, per esaminare l'ultima proposta arrivata da Aspi sul tavolo del governo.


Il disappunto della ministra Bellanova. Sospeso il Consiglio dei ministri, è iniziata una discussione del premier Giuseppe Conte con il ministro Roberto Gualtieri, mentre gli altri ministri sono rimasti in attesa. È un metodo, a quanto viene riferito, che fa irritare la capo delegazione di Iv al governo Teresa Bellanova, che avrebbe espresso il suo disappunto. 

Il Cdm è poi ripreso dopo oltre 40 minuti di 
riunione ristretta tra il premier Giuseppe Conte, il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri e la titolare del Mit Paola De Micheli, mentre si apprende che sarebbe ancora in corso con Aspi un «duro negoziato» sul tema delle tariffe autostradali e sull'articolo 35 del decreto Milleproroghe che ha tagliato l'indennizzo in caso di revoca della concessione. Secondo fonti di governo, invece, sarebbe positiva l'interlocuzione sui futuri assetti societari che riguardano la partecipazione di Atlantia ad Aspi. L'art.35 del Milleproroghe prevede anche che in caso di revoca la gestione passi ad Anas. «Nessuna divisione nel governo», assicurano le stesse fonti, a margine del Consiglio dei ministri.
 

La nuova proposta


L'ingresso di Cassa Depositi e Prestiti in Autostrade e l'uscita, diluita nel tempo, di Atlantia da Aspi. È questa l'ipotesi di mediazione, spiegano fonti di maggioranza, alla quale il governo e la holding dei Benetton avrebbero lavorato nelle ore precedenti al Cdm. Secondo questo schema l'uscita di Atlantia sarebbe graduale e da completare in un tot di tempo che andrebbe dai sei mesi a un anno. Tra i nodi legati allo schema di accordo, spiega una fonte di governo, ci sarebbe il range temporale dell'uscita di Atlantia.

Benetton in Aspi attorno al 10-11%. Con la nuova proposta planata sul tavolo del governo, a quanto si apprende, la partecipazione dei Benetton in Aspi dovrebbe attestarsi attorno al 10-11%, fissando l'asticella della famiglia trevigiana attorno a una percentuale che non gli consentirebbe di esprimere nemmeno un membro nel cda di Autostrade per l'Italia.


Per M5S la nuova proposta è insufficiente. La nuova proposta per chiudere l'affaire Aspi planata ieri sera sul tavolo del Consiglio dei ministri è ritenuta dal M5S «insufficiente». Lo spiegano autorevoli fonti del Movimento, precisando che ci sono diversi punti della proposta che non convincono, soprattutto sulle condizioni dell'accordo transattivo, quindi risarcimenti, tariffe, investimenti, mancanza dell'impegno di una manleva della parte pubblica per tutte le richieste risarcitorie collegate al crollo del ponte Morandi.
A indispettire i 5 Stelle anche la «presunzione» di Aspi «di inserire nei ristori investimenti che comunque è tenuta a fare», lamentano fonti grilline.

 

Tra le ipotesi il commissariamento e la revoca


Pochi ritengono la revoca praticabile, ma certezze non ce ne sono. Se non che la maggioranza è divisa e nervosa. Ad aumentare la pressione su Conte non ci sono solo le aspettative del M5S, ma anche una lettera di Paola De Micheli, datata 14 marzo, in cui la ministra chiedeva a Conte di «valutare una soluzione transattiva» per evitare il rischio di un risarcimento «integrale», fino a 23 miliardi, ad Atlantia. Per «non far pagare il conto agli italiani», i renziani dicono di essere pronti a battersi.

Il Cdm era annunciato alle 11. Tanto che il cda di Atlantia si convoca, per rispondere ad eventuali scelte del governo. Ma il Consiglio dei ministri viene rinviato alle 22 e il cda dell'azienda si chiude senza prendere decisioni. In borsa, dopo aver bruciato lunedì 1,68 miliardi di capitalizzazione, Atlantia ha un rimbalzo in positivo ma recupera appena 66 milioni. Gli occhi di azionisti italiani e stranieri, dalla tedesca Allianz al fondo governativo cinese Silk Road Fund (la Farnesina smentisce però che abbia chiesto spiegazioni all'ambasciatore italiano), sono puntati sulle scelte dell'esecutivo.

L'amministratore delegato di Anas Massimo Simonini spiega che Anas non ha «particolare interesse verso le concessioni» ma è «a disposizione del governo». Potrebbe «subentrare nella fase dei controlli», mentre l'intera concessione - in caso di revoca - potrebbe essere messa a bando, sostiene il sottosegretario M5s Giancarlo Cancelleri. Per ora solo ipotesi, come quella - caldeggiata da Pd e Iv - dell'ingresso in Aspi dello Stato attraverso Cdp (ma sarebbero in partita anche soggetti come Poste Vita e F2i). Trapela intanto una lettera inviata il 13 marzo da De Micheli a Conte, per passargli il testimone sul dossier. Divulgarla sembra un modo, dicono fonti parlamentari Dem, per allontanare dalla ministra le accuse di inerzia, non un atto ostile del Pd. In quella lettera la ministra propone una soluzione che passi da un accordo con Aspi (con condizioni come i 3,4 miliardi di risarcimenti che però Conte nelle scorse ore ha valutato fortemente insufficienti). Si cita un parere dell'Avvocatura dello Stato di febbraio secondo cui, nonostante la norma del decreto Milleproroghe che fa scendere l'eventuale risarcimento per la revoca della concessione a 7 miliardi, l'azienda possa comunque ottenere l'intera somma di 23 miliardi.

«Il governo consideri anche l'impatto sociale della decisione», chiede ora la Fondazione Crt, che detiene il 4,53% delle azioni di Atlantia. La famiglia Benetton, dopo le durissime parole pronunciate lunedì da Conte, parla attraverso il presidente di Edizione, Gianni Mion: la «tragedia» del ponte Morandi, dice, rende «comprensibile la posizione del premier» ma «è nostro dovere difendere le due aziende, Aspi e Atlantia, e i loro dipendenti, finanziatori e azionisti». Mion si augura che «si possa trovare una soluzione equa nell'interesse di tutti». Ma quella soluzione, ribadiscono più fonti di governo, passa da un sostanziale azzeramento della presenza di Atlantia in Aspi. Conte si dice pronto a valutare una eventuale discesa della società, che detiene l'88%, al 10%, al 5%, all'1%. E in ambienti di governo in mattinata circola l'ipotesi che Atlantia possa mettere sul mercato la sua intera quota in Aspi. Riscontri a sera non ce ne sono. La revoca della concessione resta un'ipotesi sul tavolo.

Già circola il nome di un possibile commissario, l'ex ad di Terna Luigi Ferraris. C'è chi ipotizza che un commissario serva anche in caso di riassetto della governance. Secondo alcuni la scelta dovrebbe essere fatta nel weekend, per evitare altre ripercussioni sui mercati. Per la nomina potrebbe rendersi necessario un decreto, da votare poi in Parlamento. E a quel punto sarebbero problemi, se la maggioranza si presentasse divisa all'appuntamento. Ma il commissario, secondo alcune fonti, potrebbe anche essere fatto bersaglio di ricorsi e denunce degli azionisti di maggioranza e minoranza. Prima del Consiglio dei ministri notturno (che fa slittare un'ipotesi di cena del premier con alcuni ministri M5s), Conte partecipa con Di Maio e De Micheli a un ricevimento all'ambasciata di Francia, poi riunisce i capi delegazione di maggioranza. Il tentativo è colmare le divergenze e trovare una posizione unitaria. È possibile, secondo fonti Dem: anche una parte del M5s sarebbe convinta che la soluzione sia «fuori i Benetton» e non la revoca della concessione. Su questa partita, ha avvertito Iv sostenendo l'impossibilità della revoca considerati anche i rischi per i 7000 dipendenti di Aspi, la maggioranza si gioca la sua tenuta. In Cdm si arriva con i nervi assai tesi. A Conte, che tiene una linea assai dura, il compito di indicare una soluzione. Da fuori, Matteo Salvini incalza: «Se c'è il parere legale, si revochi la concessione, ma si decida: il Paese per colpa del governo è fermo». Il Quirinale intanto vigila preoccupato che la vicenda si risolva nel migliore dei modi, senza contraccolpi per il governo



Aspi, l'Avvocatura sconsigliò la revoca: «Rischio risarcimento integrale». La lettera (ignorata) di De Micheli a Conte

Autostrade, Toninelli: «Renzi deve accettare quello che Pd e M5S concorderanno»


 





No comment dal socio
Allianz Capital Partners

È un no comment quello che si raccoglie a Monaco da Allianz Capital Partners, socio di peso di Aspi, sul rischio di una revoca della concessione autostradale della società della quale Atlantia, che fa a sua volta capo ai Benetton, detiene l'88,06%. La societa di gestione del gruppo assicurativo tedesco Allianz, attiva nel private equity, nelle infrastrutture e nelle energie rinnovabili, ha fatto il suo ingresso in Aspi, attraverso Appia Investments nella quale sono presenti con quote minori la francece Edf e l'olandese Dif, tre anni fa con una quota pari al 6,94% che ne fa il secondo azionista alle spalle di Atlantia e davanti alla cinese Silk Road (5%). Di sicuro, al di là delle posizioni ufficiali, c'è da rilevare che Allianz, come del resto altri investitori internazionali che puntano sulle infrastrutture, è fra i candidati a investire ancora, in quello che rimane uno dei maggiori gruppi autostradali europei, se il governo decidesse di mettere all'angolo i Benetton. 

Ultimo aggiornamento: 15 Luglio, 06:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci