Appalti, spinta al made in Italy: criteri premiali nell’assegnazione dei bandi a chi utilizza materiali italiani o Ue

Post di Meloni: «Sostegno ai cittadini». Ma non partecipa alla conferenza stampa

Mercoledì 29 Marzo 2023 di Francesco Malfetano
Appalti, spinta al made in Italy: criteri premiali nell’assegnazione dei bandi a chi utilizza materiali italiani o Ue

Nuovi aiuti a famiglie e imprese sulle bollette, un codice degli appalti «con meno burocrazia» e un canale preferenziale per i materiali italiani, e lo stop alle carni prodotte sinteticamente in nome del «principio di precauzione». È la sintesi del Consiglio dei ministri tenuto ieri sera a palazzo Chigi, subito prima dell’inizio della cabina di regia sul Pnrr. Motivo, quest’ultimo, per cui in una rapida conferenza stampa a cui la premier Giorgia Meloni decide di non partecipare (così come il vicepremier Matteo Salvini), si sono recati solo i ministri dell’Agricoltura e della Salute Francesco Lollobrigida e Orazio Schillaci.

Un fronte forse sguarnito considerando l’ampiezza dei temi affrontati, con i presenti costretti infatti a dribblare qualche domanda, ma tant’è.

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I FILONI

Gli stanziamenti messi in campo ieri, come sottolinea in una nota il Mef, si articolano in due filoni principali. Il primo, «a sostegno di famiglie e imprese contro il caro bollette», è piuttosto articolato e consta di 22 punti che vanno dal rafforzamento del bonus sociale elettrico e per il gas (lo sconto sulle bollette per i redditi fino a 15mila euro), alla proroga fino al 30 giugno 2023 del taglio dell’Iva al 5% sul gas (con estensione al teleriscaldamento e all’energia termica prodotta con il metano). Un tentativo di mitigare l’impatto del caro energia sugli italiani che è più o meno la stessa formula utilizzata da Meloni per un post su Facebook con cui ha salutato il provvedimento: «Sostenere concretamente cittadini e imprese rimane la priorità di questo governo». Eppure i 4,9 miliardi di euro stanziati rappresentano risorse ben più contenute rispetto a 21 miliardi presenti in legge di bilancio per le misure che scadono il 31 marzo: a conferma che la fase di emergenza va verso il superamento. Al netto degli allarmi delle associazioni di consumatori che temono delle stangate, il governo scommette sull’effetto traino che il tetto Ue al prezzo del gas può avere sul mercato. E quindi se gli oneri di sistema restano azzerati nella bolletta del gas, tornano invece in quella della luce.
Il secondo filone d’intervento invece, illustrato rapidamente da Schillaci in conferenza stampa, riguarda le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale (SSN) a cui, per fronteggiare lo stato di grave carenza di organico del personale sanitario, sarà possibile affidare a terzi i servizi medici ed infermieristici «solo in caso di necessità e urgenza». Inoltre, come anticipato dal Messaggero, sono stati inseriti degli aumenti per le «prestazioni aggiuntive» dei medici (da 60 a 100 euro) e modificato il codice penale per inasprire la sanzione per le lesioni personali quando la persona offesa è impiegata nel settore sanitario. Non solo, il governo è intervenuto anche sul fronte della spinosa questione del payback, istituendo un contributo statale da 1,1 miliardi per il ripiano del superamento del tetto di spesa dei dispositivi medici.

LE RIFORME

Infine tra l’imposizione dello stop in Italia alla produzione e commercializzazione di cibi “in provetta” (con tanto di multe fino a 60mila euro), il mini-scudo sui reati fiscali e un’informativa sullo status dell’accoglienza dei migranti del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi (che ha invocato la necessità di un piano, individuando modalità e punti di raccolta), il cdm si è concentrato su un terzo filone, quello delle riforme. Non tutte però andate a buon fine. Dopo una lunga discussione (e la presenza in più di una bozza) sono infatti stati stralciati per le interlocuzioni in corso con l’Europa e l’assenza di adeguate coperture i provvedimenti relativi al ddl concorrenza nella parte relativa ai saldi e al 5G. Idem per gli ambulanti, a seguito di un intervento diretto di Meloni che ha chiesto «equità di trattamento sugli ambulanti». 

È invece andato in porto il nuovo codice degli appalti pubblici. «Meno burocrazia, meno perdita di tempo, più fiducia alle imprese e ai sindaci, fiducia alle imprese dei territori, alle imprese anche più piccole artigiane, significa più cantieri, più lavoro e più sicurezza in tutta Italia: dalle parole ai fatti» è il video-messaggio inviato da Salvini. Una rivoluzione che, secondo l’esecutivo, consentirà di risparmiare da sei mesi a un anno nell’assegnazione delle gare, in nome di un principio legato ai risultati ottenuti e alla fiducia nella legittimità delle scelte fatte. Infine, se nel nuovo Codice c’è anche una norma definita «Prima l’Italia» che fissa dei criteri premiali per il valore percentuale dei prodotti originari italiani o dei Paesi Ue, non è mancata qualche polemica. Nel testo infatti, l’esecutivo si sarebbe «scordato» i consorzi artigiani, come denuncia la Cna, impedendo così di fatto agli artigiani l’accesso alle gare.

Ultimo aggiornamento: 30 Marzo, 09:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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