Paolo Palumbo, il padre Marco a processo: la finta terapia e la maxi colletta tra i vip per lo chef con la Sla

All'oscuro di tutto, tra il 2019 e il 2020, Papa Francesco, più diversi nunzi apostolici, Barack Obama, alcuni ambasciatori, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ma anche più della metà del Governo Conte, lo stesso premier, ma anche Amadeus e il Festival di Sanremo

Venerdì 11 Novembre 2022 di Umberto Aime
La finta terapia e la maxi colletta tra i vip. A processo il padre dello chef con la Sla

Nessuno poteva immaginare che quella campagna di solidarietà, senza confini, nascondesse qualcosa di poco chiaro, come poi scopriranno gli investigatori della Polizia postale e com'è scritto negli atti di un processo appena cominciato al Tribunale di Nuoro per una truffa intorno almeno ai 150mila euro. All'oscuro di tutto, tra il 2019 e il 2020, Papa Francesco, più diversi nunzi apostolici, Barack Obama, alcuni ambasciatori, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, ma anche più della metà del Governo Conte, lo stesso premier, ma anche Amadeus e il Festival di Sanremo.

Di quella che appare come una strana zona grigia non potevano sapere le tantissime persone che avevano sostenuto la battaglia di Paolo Palumbo, lo chef di Oristano poco più che ventenne, per tentare di battere la Sla che lo inchioda al letto già da diversi anni.

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Attraverso il sintetizzatore e grazie all'abilità sui social il giovane oristanese è diventato famoso e amico di molti vip. Calciatori di serie A, cantanti, attori e ricchi imprenditori, a iniziare da Flavio Briatore. In tanti per mesi si erano mobilitati proprio per permettere a Paolo Palumbo di essere sottoposto a una terapia sperimentale in Israele che sarebbe dovuta costare un milione di euro. Qualche mese dopo erano emerse le prime stranezze e si era scoperto che la clinica che quella terapia la svolge davvero non aveva mai avuto contatti con la famiglia sarda. Da qui l'inchiesta e l'accusa, nei confronti del padre dello chef: una raccolta fondi ingannevole, aggravata e continuata, consumata ai danni di benefattori sparsi per il mondo e che col tempo erano arrivati a essere diverse centinaia. Il processo a carico di Marco Palumbo è stato aperto ieri e rinviato per l'interrogatorio dell'imputati e dei testimoni.

Nel dettaglio il padre dello chef dovrà difendersi dall'accusa di aver fatto credere a tutti, compreso il neurologo di fiducia del figlio di aver contattato il medico ricercatore israeliano Dimitrios Karoussis, per far somministrare a Paolo l'innovativa e costosa terapia Brainistorm, destinata forse a rallentare gli effetti neurodegenerativi della Sla. Ancora più nel dettaglio, sempre secondo il pubblico ministero, Marco Palumbo avrebbe fatto credere al medico che il professionista israeliano avrebbe inserito Paolo in un trattamento sperimentale. Per poi avviare una sottoscrizione che «avrebbe indotto diverse persone a fare cospicue donazioni attraverso un crowdfunding e che, dopo qualche mese, avevano portato alla raccolta di oltre 150 mila euro». Ma alla fine la Polizia postale è arrivata a scoprire che l'indirizzo mail attribuito al ricercatore Karoussis e da lui utilizzato per contattare la famiglia Palumbo era farlocco. Generato da un telefono mobile agganciato a una cella dell'Oristanese e da un dominio riconducibile all'Italia.

Subito dopo essere stato denunciato Marco Palumbo, con precedenti per evasione fiscale alle spalle, dichiarò di essere rimasto anche lui una vittima e aggiunse di essere «pronto a restituire le donazioni». In Tribunale dovrà confrontarsi anche con il medico ricercatore israeliano che aveva già fatto sapere di essere molto indignato. In Aula potrebbero arrivare anche molti dei vip che contribuirono alla colletta.
 

Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 01:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA