Quasi 1500 persone sfollate, oltre 20mila ettari di territorio, di boschi, oliveti e campi coltivati ridotti in cenere, aziende agricole devastate, case danneggiate. È pesantissimo il bilancio del gigantesco rogo scoppiato nel Montiferru, nell'Oristanese.
Argentario, vasto incendio brucia ettari di bosco: gli elicotteri spengono le fiamme
La Giunta regionale, presieduta dal governatore Christian Solinas, ha approvato lo stato di emergenza, propedeutico alla richiesta di stato di calamità da parte del Governo. Alla seduta dell'esecutivo hanno partecipato, da remoto, anche i sindaci di Cuglier, Sennariolo, Tresnuraghes, Flussio, Modolo, Tinnura. Suni, Santu Luussurgiu, Scano Montiferro, Sagama, Macomer, Arzana e Villagrande, tutti territori coinvolti negli incendi di oggi.
Sono trascorsi quasi 27 anni dall'ultimo rogo scoppiato nel Montiferru: era l'agosto del 1994 quando un incendio, poi risultato doloso, cancellò i boschi di Seneghe, Bonarcado, Cuglieri, Santu Lussurgiu e Scano Montiferro. Ed è proprio nella stessa zona, tra Bonarcado e Santu Lussurgiu che sabato sono partite le fiamme. Le alte temperature e il vento hanno alimentato il fuoco che si è velocemente propagato circondando prima Santu Lussurgiu e poi spostandosi a Cuglieri. Il piccolo paese è stato assediato dalle fiamme per tutta la notte: 200 le persone sfollate. Con loro anche tutti gli abitanti di Sennariolo, 155 persone, che si trova a pochi chilometri e dove gli tessi cittadini di Cuglieri avevano trovato rifugio.
#Oristano #incendio di vegetazione a Bonarcado: 60 #vigilidelfuoco al lavoro a terra in contrasto alle fiamme col supporto aereo di 3 #canadair e 1 elicottero AW-139 Drago VF 144. Nelle foto la ricognizione aerea sull'area di Santu Lussurgiu [#25luglio 11:15] pic.twitter.com/NGcVJ0HZTK
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) July 25, 2021
All'alba sono ripresi i lanci d'acqua dal cielo, ma dopo una lieve tregua, con il passare delle ore e con l'aumento delle temperature e della forza del vento, le fiamme hanno ripreso vita trasformando tutta l'area in un inferno. Il fronte del fuoco si è spostato raggiungendo Porto Alabe. Il piccolo centro è stato circondato dal fuoco: 200 le persone allontanate da casa, tra queste anche tanti turisti. Contemporaneamente il forte vento di scirocco riaccendeva i focolai anche a Santu Lussurgiu, nella frazione di San Leonardo: 50 le famiglie allontanate. Le fiamme hanno anche raggiunto Scano Montiferro, dove sono state evacuate alcune abitazioni e sfollate 400 persone, tra le quali anche gli ospiti di una struttura per anziani e Borore nel Nuorese con altre trenta famiglie allontanate.
Questo è il cielo sopra Macomer, a 30 km dagli incendi che stanno devastando il centro Sardegna, e non solo. Un abbraccio a chi vive lì, a chi lavora per spegnerli, e un posto all’inferno, che dovrebbe somigliare a questo, ai responsabili. Forza @emergenzavvf pic.twitter.com/YjmAzuD35i
— Geppi Cucciari (@GeppiC) July 25, 2021
Un'emergenza continua, con i centralini di Protezione civile e vigili del fuoco presi d'assalto dai cittadini. Per tutta la giornata si sono susseguite le riunioni operative tra i vertici delle forze al lavoro per l'emergenza: lo stesso presidente della Regione, Christian Solinas è nella sala operativa della Protezione civile per coordinare e seguire le operazioni. Il governatore ha annunciato che scriverà al presidente Draghi per chiedere al Governo «un sostegno economico immediato per ristorare i danni e che una quota del PNRR sia subito destinata alla Regione per un grande progetto di riforestazione. Anche la Giunta regionale si è riunita, con tutti i sindaci delle zone colpite, ed è pronta a chiedere lo stato di calamità. »Non è ancora possibile effettuare una stima dei danni causati dagli incendi - ha evidenziato ancora il presidente della Regione -, ma si tratta di un disastro senza precedenti«. Nel gigantesco rogo del 1994, nel Montiferru erano andati in fumo 12mila ettari di territorio e si era salvato anche l'olivastro millenario »Sa Tanca Manna« simbolo di Cuglieri. Oggi la furia del fuoco ha spazzato via già il doppio di territorio e anche quell'albero con 2000 anni di storia.