Nuovo Dpcm, matrimoni: invitati più distanti e un fondo per indennizzare gli sposi. Ecco le proposte salva-cerimonie

Mercoledì 14 Ottobre 2020 di Antonio Calitri
Nuovo Dpcm, matrimoni: invitati più distanti e un fondo per indennizzare gli sposi. Ecco le proposte salva-cerimonie

Salvare gli ultimi matrimoni dell'anno con contributi a sposi e operatori danneggiati, deroghe o nuove misure di sicurezza. Il tetto dei 30 invitati ai matrimoni prevista dall'ultimo Dpcm rischia di dare il colpo finale al sistema del wedding italiano che stava faticosamente tentando una minima ripresa negli ultimi mesi. Ieri Regioni e operatori hanno fatto appello al premier Giuseppe Conte e ai ministri della salute Roberto Speranza e delle Regioni, Francesco Boccia, per prevedere dei contributi per gli sposi e gli operatori che sono stati danneggiati dalla restrizione sul numero dei partecipanti ai festeggiamenti e soprattutto perché almeno gli eventi di questa settimana che sono già in moto, possano farsi come previsto.

Proposte che però trovano divisi gli operatori del settore, che quest'anno ha perso l'87% del fatturato italiano, calcolato in 10 miliardi di euro l'anno, e il 100% dei quasi 10.000 matrimoni stranieri che si sono celebrati nel 2019.


Su come eventualmente correggere la norma, lunedì in Conferenza delle Regioni, il presidente della Liguria ha proposto una clausola di salvaguardia spiegando che «i matrimoni sono feste che si organizzano con grande anticipo, dev'esserci una clausola di salvaguardia che consenta sia alle persone di recuperare i soldi che hanno anticipato, sia ai locali e ai musicisti di avere un risarcimento, su questo abbiamo chiesto l'apertura di un tavolo urgentissimo con il governo». Attenzione per i matrimoni anche da parte del veneto Zaia, che mette in evidenza: «Chi ha già organizzato il matrimonio per il prossimo sabato e domenica come fa a ridurre di punto in bianco gli invitati?».

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La richiesta


Stessa richiesta di deroga arriva da Serena Ranieri, presidente di Federmep, associazione di professionisti e aziende di matrimoni ed eventi privati che in una nota scrive che «nel prossimo fine settimana sarebbero previste oltre cinquemila cerimonie, tra matrimoni, comunioni, battesimi. Eventi che saranno annullati o limitati a pochi intimi, gettando nel caos e nello sconforto gli sposi e gli altri festeggiati. Centinaia di migliaia di euro di prodotti deteriorabili saranno gettati» e chiede al governo «una deroga per gli eventi programmati prevedendo rigidi controlli da parte delle autorità competenti e ristori per le cerimonie che saranno annullate». Non ci sta alla scelta del governo Michele Boccardi, presidente di Assoeventi, associazione di categoria all'interno di Confindustria, che boccia anche un eventuale contributo di salvaguardia come «non risolutivo del problema che si sta creando». E spiega al Messaggero la proposta che sta portando ai ministri Boccia e Speranza.

La proposta

«Il settore ha estremo bisogno di poter lavorare in questo ultimo periodo dell'anno, almeno per poter far fronte a parte delle spese che comunque si sono accumulate. Il tetto di 30 persone», continua Boccardi, «non ha senso perché non tiene conto delle dimensioni delle sale. Noi invece vogliamo rilanciare chiedendo di poter continuare a lavorare regolarmente in questo periodo proponendo di aumentare la sicurezza dei nostri eventi, portando il distanziometro che è considerata la misura di prevenzione più importante al doppio, due metri rispetto al metro di oggi, oltre a tutte le altre misure già in corso».

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Nella lotta al coronavirus c'è quella che viene chiamata dagli esperti "falla di sistema": stazioni, bus, metro, treni di pendolari strapieni di passeggeri. Senza il distanziamento obbligatorio. E questo in barba alla prescrizione, ribadita dal nuovo Dpcm , di una capienza non superiore all'80%.


 
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Ultimo aggiornamento: 08:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA