Ha 53 anni, fa la cameriera a Mestrino, in provincia di Padova. Questa mattina la sua casa è stata perquisita dalla Digos, perché la donna è una delle attiviste No-vax finite sotto inchiesta per avere organizzato manifestazioni violente per contrastare l’adozione del Green pass, tramite la chat Telegram «I guerrieri».
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In programma c’era anche una manifestazione violenta a Roma, prevista per l’11 e il 12 settembre, ma non solo. Alcuni membri del gruppo stavano organizzando una riunione preparatoria in vista dell’appuntamento romano e stavano raccogliendo armi. Tra gli elementi di spicco della chat, anche cinque donne, definite dagli inquirenti come «molto determinate e arrabbiate». Una di loro abita in provincia di Venezia, in passato è stata vicina agli ambienti indipendentisti dei «Serenissimi» e le era stato revocato il porto d’armi per problemi psichiatrici. Gli indagati non sarebbero legati a particolari fazioni e sono principalmente disoccupati, operai, portinai, camerieri.
Nelle chat sequestrate dagli investigatori coordinati dalla procura di Milano, si leggono frasi deliranti: si parla di «costruire detonatori da remoto», di fare attentati sul Parlamento con «un piccolo drone pilotato con 500 grammi di tritolo», si condividono presunti indirizzi del premier Mario Draghi e tutorial per costruire e reperire armi. Una delle armi più gettonate da procurarsi in vista delle manifestazioni era la pistola con lo spray al peperoncino. «È perfettamente legale - si legge nelle chat - più precisa e meno dispersiva del classico spray. Se anche hanno i caschi, basta un piccolo spruzzo che passa sotto la visiera e sono fott... Accecati per almeno mezz’ora. L’ho usata e funziona alla grande. La pistola costa meno di 50 euro, le ricariche si trovano su internet».