I negozi per i No vax: in chat gli annunci di bar, ristoranti e pizzerie, di professionisti e medici che non chiedono il Green pass

Sette giorni di shopping: duemila attività per gli acquisti illegali. Scatta il mutuo soccorso tra imprenditori

Martedì 8 Febbraio 2022 di Nicola Pinna
I negozi per i No vax: in chat gli annunci di bar, ristoranti e pizzerie, di professionisti e medici che non chiedono il Green pass

I trucchi di un agente segreto stavolta non sono necessari. Intrufolarsi nei meccanismi di questa economia parallela è cosa facile: basta riuscire a sopportare le notifiche di una chat con 5.900 iscritti e avere la pazienza di schivare da mattina a notte fonda il bombardamento di denunce, fake news e proclami via messaggino. Prima bisogna assistere in silenzio allo show dei complottisti: solo dopo si può provare a fare qualche domanda. E alla prima, infatti, nessuno risponde. Ma il giorno dopo qualcuno spiega meglio. E basta una richiesta più ammiccante per farsi raccontare tutto: «Se non voglio più regalare i miei soldi ai negozianti che discriminano noi non vaccinati come devo fare?».

La risposta arriva quasi all’istante ed ecco, in allegato, la preziosa lista che serviva. La mappa dell’enorme rete commerciale sommersa nella chat c’era qualcuno che non vedeva l’ora di sbandierarla. Ma qualcun altro comunque avverte: «Attenzione perché qui è pieno di sbirri e di servi delle case farmaceutiche».

L’esperimento

Il Green pass obbligatorio ai “No vax” non fa quasi più paura. C’è il mercato clandestino per aggirare le regole. Sommerso sì ma non troppo. Gli affari si fanno quasi alla luce del sole, tramite chat facilmente accessibili e raccogliendo informazioni tra negozianti, professionisti e medici che oramai non bluffano più. E per chi ancora ha paura di aderire c’è un’avvertenza rassicurante che campeggia nella home page del blog: «Promuovere la propria attività in questo sito non è illegale».

L’esperimento del cliente agofobico dura una settimana. Per verificare sul campo basta giusto una lavagnetta, di quelle da appendere vicino al frigorifero. Gessetto bianco e pronti al gioco. Il lunedì si inizia con l’appuntamento dal nutrizionista e la tappa in palestra, il martedì c’è la visita medica e la riparazione del computer, mentre il mercoledì c’è da andare dal veterinario e dal massaggiatore, che al telefono non si fida troppo a parlare di relax senza vaccino: «Venga pure, quando arriva ne parliamo. Le spiego tutto, non avrà problemi». Il giovedì è il giorno fissato per la cena con gli amici. E prenotare nel centro di Napoli non è complicato. Nella lista della chat i numeri non mancano: «Noi diamo da mangiare a tutti - dice un pizzaiolo con cinquanta tavoli non lontano da lungomare - Per assaggiare la nostra margherita ci vuole solo molta fame, di certo non un certificato». 

Prof no vax ai Covid party per avere il Green pass a Treviso: «Pagano anche 300 euro»

I trucchi dei no vax, scali all’estero e “vedette”: così si viaggia senza Green pass

Da Nord a Sud

Per l’aperitivo con i colleghi bisogna aspettare il venerdì sera: per spritz e mojito “Qr code free” le proposte non mancano. E al timore della sanzione il barista di Genova replica con italica praticità: «Ma lei si immagina i carabinieri che fanno il giro dei tavolini? Quanti eserciti ci vorrebbero per verificare chiunque prenda una birra o un caffè?». Superate le fatiche della settimana lavorativa, il sabato può dedicare il tempo allo shopping, alla parrucchiera e all’estetista. Prenotazioni a primo colpo: una a Cagliari, una a Trento e una a Trastevere. La vita senza restrizioni, dunque, è facile e possibile anche senza aspettare l’annunciata fine dello stato di emergenza. Si può fare tutto, già oggi, e si può fare in qualsiasi città italiana, perché quelli che al vaccino non si vogliono arrendere, e che di Green pass manco a parlarne, hanno trovato l’escamotage per aggirare facilmente le regole. Non solo per ignorare obblighi e divieti, ma anche per sostenersi a vicenda: più o meno come una setta. «Certo - racconta un’edicolante romana - perché noi ora rischiamo di perdere i clienti. E questo non è giusto. Io e mio marito ci siamo vaccinati subito, ma ovviamente aderiamo a questa rete, perché non vogliamo che nessuno venga penalizzato sulla base delle scelte sulla propria salute. Una mano lava l’altra, quindi io adesso vado da una parrucchiera che ho conosciuto nel gruppo e che manda da noi anche i suoi parenti». 

Il mercato

È il mutuo soccorso che regge economicamente il microcosmo ossessionato dalla dittatura sanitaria. L’esperimento è iniziato in Francia e in Germania e da qualche settimana funziona bene anche in Italia: le aziende che aderiscono, e che pubblicano le loro inserzioni sulle vetrine virtuali delle chat, oramai sono più di duemila. Il triangolo dell’economia No vax si estende principalmente tra Roma, Milano e Torino, ma la rete è molto estesa e ha raggiunto anche i paesi della periferia: dalla Sardegna alla Sicilia, fino al Trentino e alla Valle d’Aosta. Le iscrizioni sono quotidiane e regalano soddisfazioni alle casse di chi alle regole dei Dpcm prova in ogni modo di sfuggire. Nella lista non ci sono solo attività commerciali che il Green pass sarebbero obbligate a controllarlo all’ingresso, ma anche negozi, studi professionali e uffici che aderiscono alla filosofia e che contribuiscono a rafforzare l’autosufficienza della meta-economia. «Io non controllo il certificato ai miei clienti, ma da qualche giorno mi sono accorto che alcuni vicini si sono accorti che il viavai nel locale è aumentato e ho paura che facciano la spia - svela un barista milanese - Da ieri faccio almeno la finta col telefonino, così pure gli spioni si tappano la bocca». 

(3- Fine)

Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 09:01 © RIPRODUZIONE RISERVATA