Napoli, gli influencer dei clan della camorra e i milioni di like sui social. Rita, 'o Malese e 'o Boxer, ecco chi sono

Lunedì 10 Maggio 2021 di Luigi Sabino
Napoli, gli influencer dei clan della camorra e i milioni di like sui social. Rita, 'o Malese e 'o Boxer, ecco chi sono

Oltre mezzo milione di follower e circa 25 milioni di like. Sono questi i numeri social di Rita De Crescenzo, la quarantenne del Pallonetto di Santa Lucia, balzata agli onori della cronaca dopo la diffusione di alcuni video, da lei stessi postati sulle sue pagine in cui, dopo essere stata fermata dalla Polizia municipale per un controllo, irrideva gli agenti con balletti e mossettine. Sono numeri impressionanti soprattutto se si considera che De Crescenzo non può certo definirsi un modello positivo. Nel 2017, infatti, fu arrestata insieme a decine di esponenti del clan Elia. Le indagini documentarono diversi episodi di spaccio di stupefacenti che vedevano la «pazzarella», come qualcuno l’ha soprannominata, direttamente coinvolta insieme al figlio, all’epoca dodicenne.

Accuse pesantissime che, per lei, ebbero come conseguenza la perdita della patria potestà. Una storia che, però, non le ha impedito, una volta tornata a casa, di diventare, per una parte di napoletani, una star del web. 

I suoi video su TikTok, non solo quelli diffusi negli ultimi giorni, sono diventati virali al punto che De Crescenzo è diventata un fenomeno social. Da mesi, ormai, i messaggi video rivolti ai follower, che lei chiama «amori», «cuori», «fiori», spopolano sul web e questo le ha permesso di conquistarsi anche ospitate televisive presso una emittente locale dove si è esibita in improvvisati duetti con noti cantanti neomelodici. Un personaggio che non ha mancato di suscitare critiche ma sono tanti, troppi, quelli che, invece, la ritengono una influencer al punto da chiederle una dedica o un semplice saluto durante una delle sue dirette. 

De Crescenzo, però, non è l’unica che ha raggiunto la notorietà pubblicando video dai contenuti discutibili. Un altro personaggio che grazie a TikTok è diventato, per così dire, famoso è tale ’o Malese, al secolo Sabino Edificante di Afragola. Il suo «stracc» è diventato un tormentone e non sono pochi quelli che lo fermano per strada per chiedergli un selfie. Nel suo passato, però, una lunga lista di incidenti con la giustizia. Edificante, infatti, è finito più volte nei guai soprattutto per quella che era la sua specialità, le truffe agli anziani. Ufficialmente venditore di frutta e verdura ambulante, fino a qualche anno fa bazzicava i mercatini del Nord Italia dove avrebbe messo a segno alcuni raggiri ai danni degli ignari clienti ai quali avrebbe sfilato banconote dal portafoglio o rifilato denaro contraffatto. Il segreto della sua fama virtuale è il catfight, espressione anglosassone per indicare i litigi tra utenti del web. Numerosi quelli che lo hanno apertamente criticato, anche con lo stesso linguaggio, per i video in cui si atteggia a camorrista. Critiche alle quali ’o Malese e i suoi follower hanno risposto a tono.

Video

Altro personaggio che sta scalando le gerarchie del web è ’o Boxer, napoletano di Scampia. Una popolarità nata quando ha cominciato a postare video in cui raccontava le bravate commesse quando era detenuto, bravate che gli sarebbero costate trasferimenti nelle carceri di mezza Italia. Tra le imprese raccontate, i problemi creati all’interno dei padiglioni Livorno e Avellino del penitenziario di Poggioreale. Una volta fuori, grazie ai social e a un sapiente uso di un dialetto caricaturale, ha conquistato migliaia di follower, tra cui diversi suoi ex compagni di cella. Nemmeno le ripetute violazioni delle linee guida che regolano il social, con conseguente chiusura dei profili, ha messo un freno alla diffusione dei loro video. I tiktoker bannati, nel giro di pochi minuti, erano di nuovo sul web lanciando appelli ai loro follower. E con loro, ogni giorno, nuovi personaggi, ognuno desideroso di conquistarsi una fetta dell’immenso pubblico virtuale postando video dai contenuti a dir poco discutibili. C’è chi, ad esempio, offende apertamente le forze dell’ordine mentre altri, senza nessuna remora, pubblicano immagini di armi e soldi, inneggiando ai piaceri della malavita. Un fenomeno preoccupante per le decine di migliaia di utenti che seguono questi “influencer”. Sono loro il vero problema perché espressione di una cultura che strizza l’occhio alla criminalità e che, ancora oggi, sembra essere ancora largamente diffusa, soprattutto tra i giovanissimi. 

Ultimo aggiornamento: 11:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA