Tutti assolti in secondo grado a Milano gli ex vertici di Mps, Deutsche Bank, Nomura e i loro ex manager, imputati per le presunte irregolarità, ora cancellate o prescritte, nelle operazioni di finanza strutturata, Alexandria e Santorini, Chianti Classico e Fresh, effettuate da Rocca Salimbeni tra il 2008 e il 2012 per coprire le perdite dovute all'acquisizione di Antonveneta.
E ancora, gli ex dirigenti di Deutsche Bank Ivor Scott Dunbar, Michele Faissola e Michele Foresti, Dario Schirladi, Marco Veroni e Matteo Angelo Vaghi. E poi Sadeq Sayeed e Raffaele Ricci per Nomura. Infine l'assoluzione anche per gli stessi istituti di credito, compresa la filiale londinese della banca tedesca, nei cui confronti è stata revocata la confisca di quasi 153 milioni di euro e annullata la sanzione pecuniaria di tre anni fa di 3 milioni di euro per Deutsche e 3 milioni e 450 mila per la banca nipponica. «Ho scelto di difendermi solo e soltanto dinanzi al mio giudice naturale, non vi è oggi ragione di mutare registro» ha voluto dire Mussari, esprimendo gratitudine nei confronti dei suoi legali, Tullio Padovani, Fabio Pisillo e Francesco Marenghi. I quali hanno commentato: «Questo è il disvelamento di come si esercita il terribile potere di accusa in Italia dove, per fortuna, esiste ancora un giudice, rintanato a Berlino». Baldassarri, in aula come sempre, ha affermato: «Sono molto contento che alla fine sia caduto l'ultimo pilastro di questa vicenda montata sulle menzogne di personaggi privi di scrupoli». «Questa assoluzione arriva dopo un'analoga pronuncia a Siena. La giustizia funziona, gli anticorpi costituzionali hanno reagito. Verrà anche il tempo per rileggere, a mente fredda, una pagina poco felice della nostra storia giudiziaria», ha affermato Francesco Centonze che con Carla Iavarone, assiste Vigni.
«Come avvocato credo molto nella giustizia. Anche oggi è stata fatta» ha commentato Giuseppe Iannaccone, legale di alcuni manager di Deutsche Bank, mentre Francesco Isolabella ha parlato di «giudici coraggiosi» e l'istituto di credito di «validità delle argomentazioni difensive». «È stato riconosciuto - ha dichiarato Guido Alleva, avvocato di Nomura - che il comportamento della banca era stato assolutamente lineare e regolare e che l'operazione conclusa si è svolta nella piena legalità, come abbiamo sempre sostenuto». Intanto oggi Mps ha presentato i conti del trimestre, chiusi con un calo del 92% dell'utile, a 10 milioni di euro, a causa delle maggiori rettifiche su crediti e di un dimezzamento del contributo dal trading, nonostante un ritorno in 'nerò dopo la perdita di 79 milioni dell'ultimo trimestre del 2021.
Il nuovo piano industriale verrà presentato il 23 giugno e dovrà «tener conto dell'evoluzione del mutato scenario economico» che ha costretto Siena ad alzare l'asticella degli accantonamenti a 111 milioni (+50%). Tra le «azioni più urgenti», ha detto l'ad Luigi Lovaglio, c'è la necessità di tagliare i costi e la soluzione del problema dei rischi legali, oggetto di richieste di risarcimento per 1,87 miliardi. «Stiamo andando avanti nella revisione del piano industriale, focalizzandoci su poche e chiare priorità: il sostegno dei nostri clienti, il miglioramento dell'efficienza operativa, il mantenimento di un basso profilo di rischio, la ricostruzione della solidità della banca e della capacità di essere profittevole in modo sostenibile». In Borsa Mps ha chiuso in calo del 5% a 0,72 euro, con gli analisti che attendono maggiori indicazioni dal piano, in particolare sull'ammontare dell'aumento di capitale, al momento fissato in 2,5 miliardi a fronte di una capitalizzazione di 720 milioni.