Il 2020, cosa ci lascia l'anno più terribile: gli italiani morti per il virus, certezze spazzate via, il mondo di prima non esiste più

Mercoledì 30 Dicembre 2020 di Mario Ajello
Il 2020, cosa ci lascia l'anno più terribile: gli italiani morti per il virus, certezze spazzate via, il mondo di prima non esiste più

Più fragili, più poveri, più spaventati. Ora c'è la pandemia, e poi? Adesso dobbiamo salvarci la pelle, ma quando l'incubo finirà quale futuro ci aspetta? Tutte le immagini di questo 2020 vanno proiettate in avanti. Perché sono storia e la storia guarda in prospettiva. Anche quando non descrivono la nostra vita alle prese con il virus, le foto di questo annus horribilis - dal crollo del ponte di Genova alla morte di Proietti o di Maradona - interrogano l'avvenire. E lo fanno per esempio così: dopo il Morandi c'è un altro Morandi, dunque dopo l'Italia schiacciata su se stessa può esserci e ci sarà un'Italia che riparte dalle proprie macerie con più sapienza - quanto è stata veloce e virtuosa la ricostruzione di quel viadotto! - e necessariamente con maggiore energia. Oppure: il genio artistico che ha avuto in Gigi e Diego le sue eccellenze come saprà reinventarsi nell'era D.C. (Dopo Covid) e essere altro rispetto a prima (Ante Covid), visto che la discontinuità investirà ogni ambito della società sopravvissuta al morbo?


L'Italia in rinascita avrà bisogno, oltre che di un vaccino, anche di uno spirito nuovo. Capace di ricostruire ciò che il 2020 ha inghiottito lasciandoci sgomenti ma non arresi. Interi settori del lavoro verranno ripensati, lo spirito di solidarietà sperimentato in questi mesi («Non c'è isola nella peste», diceva Camus) forse sopravviverà, la giovane generazione forgiata nella tragedia avrà un surplus di consapevolezza di cui l'Italia farà tesoro.

Non ci illudiamo di andare nel migliore dei mondi possibili. Ma rimetterci in cammino è naturale.


Le crisi sono cesure e anche possibilità. E la vicenda umana è piena di boom economici, e in generale di prove di forza, in seguito alle pandemie. Boccaccio, dopo la peste nera del 1348, era impressionato dell'estrema vitalità che si andava sprigionando in Italia. Ecco, ci si rigenera nel confinamento e nella paura. Magari si fanno anche più figli (l'Inghilterra dopo la febbre spagnola nel 1920 ebbe il record mai più replicato di nascite). L'importante è fare più progetti. E non farsi annichilire, ma spingere, dalle foto per lo più tristi che pubblichiamo in queste pagine. Valgano come doping.

 

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Ultimo aggiornamento: 13:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA