Portogruaro, testa spaccata sul bidet e casa incendiata, così è morta Marcella. Fermato un 23enne marocchino

Venerdì 24 Luglio 2020
Portogruaro, testa spaccata sul bidet e casa incendiata, così è morta Marcella. Fermato un 23enne marocchino

Uccisa barbaramente, con la testa sbattuta ripetutamente sul bidet del bagno, al punto da ridurlo in frantumi. È morta così Marcella Boraso 59enne di Portogruaro, il cui corpo è stato ritrovato senza vita nella casa Ater di via Croce Rossa in cui viveva, data intenzionalmente alle fiamme. I carabinieri hanno fermato per l'omicidio un giovane marocchino, Wail Boulaieb, 23 anni, che vive nello stesso complesso Ater dove - osserva l'azienda - aveva abusivamente occupato un alloggio assieme ad un'altra persona dello stesso nucleo familiare.

Il medico legale ha notato tracce di sangue della vittima sul soffitto del bagno: in caso di una caduta accidentale della donna gli schizzi non sarebbero potuti arrivare così in alto. È stata anche posta sotto sequestro la maglietta che il giovane indossava al momento del fermo: presentava tracce ematiche: delle quali ora le analisi cercheranno di stabilire l'eventuale compatibilità con la vittima. 

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Il giovane era stato denunciato anche per ricettazione nelle ultime settimane delle attrezzature rubate ai vicini. La stessa Ater l'1 luglio aveva presentato un esposto alla Procura di Pordenone. A lanciare l'allarme al 115 poco dopo mezzogiorno di mercoledì 22 luglio sono stati i vicini di casa. Al secondo piano del condominio Ater di via Croce Rossa 98 infatti hanno notato del fumo che usciva dall'appartamento 9. A meno di 24 ore dalla scoperta gli investigatori hanno fermato il 23enne che è stato trasferito nella caserma dei Carabinieri di Portogruaro.
 
Il ragazzo tradito dalle intercettazioniIl 23enne non poteva sapere quello che ha raccontato al fratello dopo essere stato sentito come persona informata dai fatti sul ritrovamento del cadavere di Marcella Boraso: secondo me lei è andata in bagno, è scivolata ed ha battuto la testa, avrebbe detto. Ma l'abitazione della donna era rimasta chiusa dall'esterno fino al ritrovamento, quindi come poteva il 23enne avere tutte queste informazioni nei momenti subito dopo la scoperta? Questo dettaglio ha fatto insospettire gli inquirenti.

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A questo dettaglio, fondamentale, si aggiunge il contesto nel quale entrambi vivevano e il tipo di rapporto che avevano: si erano conosciuti al Sert, entrambi avevano problemi di dipendenze, e 20 giorni prima di questa tragedia era successo qualcosa. Il giovane era stato accusato del furto di un decespugliatore e Marcella Boraso era stata sentita, visto che lo conosceva e frequentava. In quell'occasione la donna avrebbe dichiarato che il 23enne la picchiava e che ogni giorno si presentava da lei per avere i soldi per comprare le sigarette. Dettaglio da non tralasciare: pare che il 23enne avesse le chiavi di casa della vittima.
 

 

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