Autista senegalese dirotta e dà fuoco a bus con 51 bimbi: 14 feriti. «Basta morti in mare». Piccoli legati

Mercoledì 20 Marzo 2019
Autista senegalese dirotta bus con 51 bimbi e lo incendia: 14 feriti. «Basta morti in mare»

«Voglio farla finita, vanno fermate le morti dei migranti nel Mediterraneo». Terrore su uno scuolabus sulla strada provinciale 415 all'altezza di San Donato Milanese (Milano). L'autista, un 47enne italiano di origini senegalesi Ousseynou Sy, che doveva riportare 51 bambini a scuola dopo un'attività sportiva all'aperto, a un certo punto ha cambiato percorso e, rivolgendosi agli studenti con in mano un coltello, ha detto: «Andiamo a Linate, qui non scende più nessuno, morirete tutti».

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A quel punto uno degli studenti a bordo ha chiamato con il cellulare i genitori che, a loro volta, hanno avvisato i carabinieri.

Immediatamente sono scattati una serie di posti di blocco mentre le pattuglie hanno raggiunto il mezzo. L'autista a quel punto ha forzato uno sbarramento dei carabinieri, speronando le auto, ma ha perso il controllo: il bus ha rallentato e poi è finito contro il guardrail. A quel punto Sy ha cosparso il mezzo di benzina e ha appiccato il fuoco con un'accendino quando i bambini erano ancora a bordo. I militari sono riusciti a mettere in salvo studenti e professori entrando dalla porta posteriore e rompendo i finestrini.

Il bilancio è di dodici ragazzini e due adulti portati in ospedale. I ragazzi sono tutti in codice verde, uno degli adulti è stato trasportato in codice giallo alla clinica De Marchi. «Nessuno», spiegano dal 118, è ferito. 

L'uomo è accusato di sequestro di persona, strage, incendio e resistenza. Ha ammesso la premeditazione cioè di aver ponderato
«da giorni» il gesto compiuto. «Ieri ha comprato la benzina e le fascette» da elettricista con cui, su suo ordine, i due insegnanti e il bidello, hanno legato i bimbi ai sedili del pullman.

Sy «aveva da qualche giorno preordinato da solo senza consultare nessuno». «Voleva che tutto il mondo potesse parlare della sua vicenda» e paradossalmente lui che «ha chiesto di fermare le stragi» in mare ora è accusato «di strage» per aver dirottato l'autobus.


«È stata una mia scelta personale, non ne potevo più di vedere bambini sbranati da squali nel Mediterraneo, donne incinte e uomini che fuggivano dall'Africa», ha detto ai pm Ousseynou Sy durante l'interrogatorio. Ha cercato di sminuire la sua azione dicendo che «non voleva fare male a nessuno e voleva arrivare a Linate e da lì prendere un aereo e scappare in Senegal» perché «esasperato dall'attuale situazione migratoria».

«Ha risposto a tutte le domande e ha attribuito i fatti, che gli sono sfuggiti di mano, alla volontà di fare un gesto eclatante per richiamare l'attenzione su quello che sta succedendo a proposito delle politiche migratorie ma non voleva fare del male a nessuno», ha detto Davide Lacchini, difensore di Ousseynou Sy.

Al termine dell'interrogatorio, l'avvocato ha ribadito che Sy «voleva alzare un sipario e rendere molto evidente quello che sta succedendo» nel Mar Mediterraneo «perché a suo giudizio non c'è la corretta attenzione da parte dell'opinione pubblica. Così ha pensato che in questo modo poteva rendere massimamente evidente quello che per lui è un problema». Sui precedenti dell'uomo, «che faceva l'autista di linea da 25 anni», l'avvocato ha detto che erano «di minimo conto».


Il procuratore della Repubblica di Milano Francesco Greco nel ringraziare i carabinieri in particolare quelli della stazione di San Donato Milanese che hanno salvato i bambini ha detto che con il loro coraggio «hanno compiuto un'operazione che si vede nei film delle squadre speciali» anche perché «l'intento stragista». 

La procura di Milano effettuerà anche una serie di verifiche per capire come l'uomo, con precedenti accuse per violenza sessuale e guida in stato di ebbrezza, potesse svolgere l'attività di autista di bus. L'inchiesta è coordinata dal pm Luca Poniz e dal capo del pool dell'antiterrorismo Alberto Nobili.

«Stiamo valutando tutte le ipotesi, anche quella del terrorismo»: ha spiegato il procuratore di Milano Francesco. Il procuratore ha chiarito infatti che del caso si sta occupando anche Alberto Nobili, capo del pool dell'anti terrorismo milanese. Ousseynou Sy ha commesso un gesto che ha creato panico nella popolazione. Per questo, come ha riferito Nobili si sta valutando di contestare l'aggravante della finalità terroristica. L'uomo, tuttavia, non è legato all'Isis e a nessun genere di organizzazione terroristica di matrice islamica.

Per la procura di Milano Ousseynou Sy «é un lupo solitario che non ha fatto nessuna riflessione sull'Isis» e «non è inquadrabile per conoscenze investigative pregresse in nessun contesto radicalizzato o stragismo islamico». 

Sy «aveva già registrato un video fatto arrivare in Senegal» in preparazione del suo «gesto eclatante»: lo ha detto Alberto Nobili spiegando che, dall'interrogatorio dell'uomo, è emerso che la sua azione «voleva mandare il messaggio 'Africa Sollevati'». «Voleva dire agli africani di non venire più in Europa e punire l'Europa per le politiche a suo dire inaccettabili contro i migranti».

Come è stato spiegato in conferenza stampa da Nobili che coordina le indagini con il collega Luca Poniz, Sy, è stato appurato, ha postato tra ieri e questa mattina «sul suo canale youtube il video perché voleva fare un'azione dimostrativa». Video che era destinato ad amici, parenti e conoscenti a Crema e anche in Senegal e con cui voleva annunciare «che di lui si sarebbe parlato».​


Ousseynou Sy «lo conoscevamo» ha spiegato uno degli insegnanti che era con i ragazzi. Non era quindi la prima volta che guidava un autobus con a bordo gli studenti. «Voleva arrivare sulla pista di Linate» ha aggiunto, spiegando che ce l'aveva con il governo per le politiche sui migranti.

Ultimo aggiornamento: 21 Marzo, 08:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA