Naufragio a Crotone, quelle famiglie spezzate. Le urla dei sopravvissuti: «Dove sono i nostri figli?»

I piccoli naufraghi sollevati con le braccia per tentare di salvarli da onde altissime: ma molti erano già deceduti

Lunedì 27 Febbraio 2023 di Mauro Evangelisti
Quelle famiglie spezzate Le urla dei sopravvissuti: «Dove sono i nostri figli?»

L'immagine che i primi soccorritori non dimenticheranno mai è quella degli adulti, immersi nell'acqua tra onde gigantesche, che sollevavano i corpi dei bambini.

Speravano di salvarli, di portarli verso quella riva che in fondo non era così distante. La salvezza era a 150 metri quando l'imbarcazione con i migranti è stato trascinata dalla forza del mare in una zona di secca e ha colpito degli scogli. Uno dei bambini aveva appena 7 anni, a tenerlo in alto, fuori dall'acqua, erano lo zio e il fratello maggiore. Quando i soccorritori, circondati dai cadaveri che galleggiavano, se ne sono presi cura, hanno capito che per il bambino non c'era nulla da fare. «Con tutte le nostre forze - dice Laura De Paoli, medico che opera per la Fondazione Cisom Cavalieri di Malta a supporto della Guardia costiera - abbiamo provato a rianimarlo, ma aveva i polmoni pieni d'acqua». «Dove sono i nostri figli? Siamo venuti fino a qui per vederli morire. Non si può resistere ad un dolore così intenso» grida qualcuno dei sopravvissuti. Gli operatori di Medici senza frontiere: «Ci sono tanti nuclei familiari e ognuno ha perso qualcuno». Chiedono di potere telefonare ai parenti rimasti nel Paese di origine. «Vogliono dire di essere ancora vivi. O anche, purtroppo, comunicare che un figlio, un familiare, non c'è più». Le vittime minorenni hanno un'età compresa tra gli 8 mesi e i 13 anni.

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NUMERI
Alla Prefettura di Crotone temono che tra i dispersi vi siano ancora molti bambini. Le storie che più hanno sconvolto i soccorritori sono quelle di due gemellini e del bimbo di otto mesi. Sulla spiaggia c'è una bambina di 9 anni, una sigla come nome. Attorno, nell'immagine spettrale dell'alba, con il mare in burrasca e il vento, si sentivano le urla dei naufraghi. Le più disperate erano quelle delle madri che cercavano i propri figli. Nella sabbia i pezzi di legno della barca raccontano come questo fosse un viaggio di disperati. Ieri è stato anche lanciato un appello: «Diamo sostegno ai sopravvissuti: servono con urgenza indumenti per i bambini». Dice il sindaco di Cutro, Antonio Ceraso: «Tutti vogliono aiutare, siamo rimasti sconvolti da quanto avvenuto. Per questo abbiamo proclamato un giorno di lutto cittadino». Quando arriva la sera i vigili del fuoco assicurano: resterà attivo per tutta la notte, nella zona delle operazioni, il nostro presidio, con una squadra di soccorritori acquatici pronti a intervenire. «A causa delle avverse condizioni del mare, le operazioni di ricerca riprenderanno con la luce».

 

Il comandante provinciale dei vigili del fuoco di Crotone, Roberto Fasano: «Pensare che ormai erano arrivati, erano quasi salvi, mancavano 100-150 metri alla riva. Purtroppo sono finiti in una zona di secca. Anche per noi è stato difficile organizzare i soccorsi perché solo con le moto d'acqua riesci ad operare. E abbiamo mobilitato gli specialisti speleologi fluviali». Racconta un altro soccorritore: «Sulla battigia abbiamo trovato per almeno 300-400 metri i pezzi dell'imbarcazione. Così come i cadaveri, sparsi in varie aree. Molti cadaveri sono senza vestiti. Forse perché già quando erano sottocoperta, stivati, le persone avevano caldo». L'ipotesi dell'esplosione, riferita da alcuni dei superstiti (in totale 81), lascia perplessi, non ci sono segni di ustioni. Alcuni dei ricoverati, però, risultano essere intossicati dalle esalazioni del kerosene, dunque tutte le piste sono battute. Ricapitoliamo i numeri: sull'imbarcazione si presume vi fossero fino a 180 persone; 81 si sono salvati, 59 sono i cadaveri ritrovati. Restano 30-40 dispersi che, con ogni probabilità, andranno ad aggiungersi alla lista dei morti. E forse qualche corpo non sarà mai trovato o identificato.
 

Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 12:15 © RIPRODUZIONE RISERVATA