Michele Broili, il pugile con i tatuaggi nazisti: polizia giudiziaria al lavoro

Domenica 19 Settembre 2021
Michele Broili, il pugile con i tatuaggi nazisti: polizia giudiziaria al lavoro

Quando è salito sul ring  al Palachiarbola di Trieste per disputare il titolo italiano dei pesi Superpiuma (vinto poi da Hassan Nourdine) aveva indosso solamente i pantaloncini, perciò il corpo nudo del pugile triestino Michele Broili è apparso pieno di tatuaggi.

Fin qui, nulla di strano. Quei tatuaggi sul torace e sulle braccia però hanno richiami palesemente nazisti. In bella vista compare "Ritorno a Camelot" che è il nome di un raduno quinquennale orfanizzato da movimenti neonazisti italiani ed europei. Ci sono poi la "testa di morto", il totenkopf, che richiama l'unità paramilitare addetta alla custodia dei campi di sterminio della Germania nazista, il simbolo delle SS.

Non è stato aperto un fascicolo in Procura sul caso. Il caso sarà prima oggetto di valutazione da parte della polizia giudiziaria, che dovrà individuare e contestare eventuali reati al pugile, e successivamente dei magistrati della Procura. Valutazioni che hanno bisogno di tempi tecnici e che dunque avranno un eventuale approfondimento domani. 

La Federazione pugilistica ha voluto stigmatizzare l'episodio e promette di deferire Broili alla giustizia federale. «Durante l’incontro si sono notati alcuni tatuaggi sul corpo del Pugile Broili inneggianti al nazismo e, come tali, costituenti un comportamento inaccettabile e stigmatizzato da sempre dalla Federazione Pugilistica Italiana, la quale è costantemente schierata contro ogni forma di violenza, discriminazione e condotta illecita e/o criminosa», ha scritto in una nota in cui si ricorda che «tale comportamento è in palese contrasto con le norme sancite dal "Codice di Comportamento Sportivo del Coni (art.5)"».

Michele Broili «non vuole entrare nella questione dei tatuaggi. Parla solo di sport e vuole fare solo sport». Lo riferisce all'ANSA il suo allenatore, Denis Conte, dell'Associazione sportiva dilettantistica «Ardita Trieste», affiliata alla Federazione pugilistica italiana che ieri ha stigmatizzato Broili per essersi presentato all'incontro per il titolo italiano dei pesi Superpiuma col torace coperto da tatuaggi con simboli nazisti. «Ieri purtroppo è andata male per il titolo, ovviamente per merito dell'avversario - racconta Conte - però oggi lui è giù di morale a livello sportivo». Lo descrive come «una persona tranquilla, a modo e riservata», che dedica buona parte delle sue giornate allo sport: «Ogni mattina va a correre alle 4 e mezza, poi svolge l'allenamento con il preparatore atletico alle 11 e la sera si allena in palestra». «Il mio pugile si è sempre comportato in maniera sportiva e corretta - assicura l'allenatore - rispettando le regole all'interno delle sedici corde e nella vita di ogni giorno».

Il precedente

I tatuaggi di Michele Broili avevano già suscitato polemiche nel febbraio del 2020, quando la sua foto a petto nudo era apparsa nella locandina della «Boxe Night», vicino al logo del Comune di Trieste. Sulla sua pelle, infatti, erano ben visibili diversi richiami alle Schutzstaffen, un'organizzazione paramilitare nazista, il numero 88, che nella simbologia nazista viene usato come saluto al posto di «Heil Hitler». Inoltre, compariva anche la sigla dell'organizzazione di estrema destra «Veneto Fronte Skinhead». Dopo le accuse da parte dell'opposizione, la Giunta comunale si era difesa sostenendo di essere all'oscuro del fatto e che, alla fine, le locandine erano state rimosse dai muri e dagli autobus della città.

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