Messaggio in una bottiglia lanciata in mare. Un giovane la ritrova a Bari e lancia un appello: «Vorrei conoscere Ettore»

Giovedì 26 Agosto 2021 di Enzo Schiavano
Messaggio in una bottiglia lanciata in mare. Un giovane la ritrova a Bari e lancia un appello: «Vorrei conoscere Ettore»

Trova un messaggio in bottiglia al largo di Bari e si affida ai social per trovare l’autore. Giuseppe Angelini, un ricercatore di Casarano trapiantato da alcuni anni a Milano, ha lanciato nei giorni scorsi un appello dal suo profilo facebook chiedendo aiuto per rintracciare un ragazzino di 14 anni che circa un anno e mezzo fa aveva lanciato in mare una bottiglia con un messaggio formato da una decina di pensieri da destinare «a qualcuno che li riesca a capire».

Il lungo viaggio della bottiglia

La potenza dei social e della comunicazione immediata ha completato il lavoro in meno di 48 ore: si tratta di Ettore, uno studente di Manduria, provincia di Taranto, che l’anno scorso aveva affidato al mare di San Pietro in Bevagna (la marina di Manduria) il suo profondo pensiero.

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In un anno il viaggio del messaggio, dopo aver superato il capo di Santa Maria di Leuca e sostenuto dalle correnti risale il mar Adriatico, si è fermato a Bari, per la precisione lungo la riva di Palese.

Nella bottiglia, incastrata tra gli scogli, c’è un foglio ripiegato. Il pezzo di carta è scritto a penna su entrambi i lati. Si tratta di un elenco di una decina di pensieri e una considerazione finale, con firma, età e luogo del lancio. 


«Sembrano dieci comandamenti laici, scritti per se stesso e, proprio per questo motivo, guidati da una ispirazione intima e prorompente. Leggendoli mi hanno ricordato molto “Il Profeta” di Khalil Gibran, libro che adoro», dice Angelini.

L'incontro tra Giuseppe e Ettore

Martedì scorso scrive un post, racconta la vicenda e pubblica la foto, lanciando un appello con l’obiettivo di rintracciare Ettore. Neanche 48 ore e l’autore del messaggio si palesa, stavolta utilizzando canali di comunicazione attuali e più veloci. «Ciao Giuseppe, sono contento che tu abbia ritrovato il mio messaggio in bottiglia e di averne apprezzato i miei pensieri – scrive Ettore – ti ringrazio moltissimo per aver reso pubblica la mia storia. Non mi sarei aspettato una sorpresa del genere». Poche parole e solo messaggi scritti che fa capire ad Angelini che non è il caso di insistere.«Con lui ho comunicato solo per iscritto – racconta il ricercatore – ci metteva del tempo per rispondere alle mie domande e quindi era chiaro che aspettava l’assenso dei genitori».
Niente contatto fisico, quindi, nessuna foto di abbracci e nessun selfie. Non sempre le storie che il web svela terminano come si desidera. «Sarà mia premura inviare ad Ettore una copia de “Il Profeta” di Gibran con dedica e firma (rigorosamente scritta a mano!) sul frontespizio - conclude Angelini - questa storia dovrebbe insegnarci ad usare i social per quello che sono: soltanto un ponte virtuale per permettere alle persone un primo contatto, dal quale partire per poi stabilire legami concreti e lenti».

Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 09:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA