“Medicane”, l’uragano nato nel Mediterraneo. Vittime e danni al Sud

Entro venerdì potrebbe formarsi un vero ciclone tropicale con venti fino a 130 km/h

Lunedì 25 Ottobre 2021 di Antonio Calitri
“Medicane”, l’uragano nato nel Mediterraneo. Vittime e danni al Sud

Il maltempo che sta colpendo Sicilia e Calabria in questi giorni durerà fino al prossimo weekend e oltre ai devastanti danni che sta provocando, ci sta facendo conoscere un nuovo fenomeno meteorologico conseguenza del riscaldamento terrestre. Con la tropicalizzazione del Mediterraneo infatti, si sta creando il rischio della formazione di un Medicane, parola che nasce dalla contrazione di Mediterranean e Hurrycane ovvero uragano tropicale mediterraneo.

In Sicilia e Calabria le strade si sono trasformate in alvei di fiumi in piena per la pioggia battente, con acqua a fango che veloci travolgono e trasportano alberi, auto e persone, invadendo case, garage e negozi e allagano vie di collegamento e campagne.

Un’alluvione accompagnata da violente raffiche di vento che hanno raggiunto i 100 chilometri l’ora. A Scordia, paese della Piana di Catania che è stato il territorio maggiormente colpito, vittima del maltempo una coppia: il corpo del marito è stato ritrovato, la moglie ancora dispersa.

TEMPERATURE ALTE

Secondo la maggior parte dei meteorologi, con le piogge che si sono scatenate in questi giorni a causa dallo scontro tra una perturbazione fredda proveniente dal Nord Atlantico con il mare più caldo di almeno 2, 3 gradi rispetto alle medie stagionali a Sud della Sicilia, si è creato un particolare ciclone che sta prendendo la forma tipica dell’uragano tropicale, con un occhio di aria calda al centro e i venti che girano intorno in senso antiorario. E che, se come alcuni modelli prevedono si realizzerà entro venerdì, spiega Edoardo Ferrara meteorologo di 3BMeteo.com «potrà portare a un vero e proprio uragano simile a quelli che si creano nei Caraibi, con venti che possono arrivare ai 120, 130 chilometri orari».

A differenza degli uragani tropicali e in particolare quelli caraibici, la forza del Medicane è più limitata a causa della minore estensione della superficie marina rispetto agli oceani ma presenta la stessa dinamica di movimento caricandosi di energia in mare e andando a sprigionarla sulla terra ferma sotto forma di piogge e vento.

 

La perturbazione che si è abbattuta sulla Sicilia e sulla Calabria continuerà almeno fino a venerdì, conferma Mario Giuliacci, fondatore di MeteoGiuliacci.it «e potrebbe formare un Medicane anche se al momento non si è ancora formato il tipico occhio al centro con un diametro di 20, 30 chilometri che contraddistingue gli uragani tropicali. Certo è che questi fenomeni una volta rari dalle nostre parti, proprio a causa del riscaldamento dei mari, che è una conseguenza del riscaldamento climatico in generale, arriveranno sempre più frequentemente proprio in autunno. Così come, in estate come abbiamo potuto notare quest’anno con i picchi di calore, l’anticiclone africano è avanzato verso nord di almeno 500 km».

Con il riscaldamento terrestre e marino, aggiunge Antonio Sanò, direttore de IlMeteo.it «stiamo notando che fenomeni che avvenivano a latitudine 30 adesso si iniziano a verificare a latitudine 35 e così sta avvenendo anche per la possibilità che questa perturbazione si trasformi in una tempesta tropicale. Un fenomeno non del tutto sconosciuto ma fino a pochi anni fa molto raro, con un avvenimento ogni 10 anni mentre ora nelle aree più calde del mediterraneo e in particolare tra Ionio ed Egeo, si inizia a vedere e probabilmente si vedrà sempre più spesso nei prossimi anni».

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PREVISIONI INCERTE

Una situazione che rende anche incerte le previsioni perché il fenomeno è altamente instabile. Di massima, continua Sanò, «possiamo dire che al momento questo vortice rimane lì, tra Sicilia e Calabria, nella seconda parte di domani (di oggi, per chi legge), dovrebbe tornare in Sicilia, nelle aree di Catania e Siracusa. Dopo essersi scaricato lì dovrebbe riprendere forza nel canale di Sicilia e tornare in Calabria e poi di nuovo ricaricarsi in mare e scaricare in Sicilia facendo così per almeno altri 2, 3 giorni. Ma questi fenomeni a volte sono imprevedibili proprio come quelli tropicali potrebbe anche dissolversi oppure dirigersi verso l’Egeo e la Grecia». 

Se questi fenomeni rappresentano una sorta di tropicalizzazione del Mediterraneo, l’unica consolazione, conclude Ferrara «è che a causa di condizioni diverse con un mare chiuso e di dimensioni limitate, seppur questi Medicare sono simili agli uragani che vediamo abbattersi su Caraibi e Stati Uniti, non superano la categoria 2 rispetto a quelli violenti come Katrina che invece era di categoria 5 con venti a 200 km all’ora».
 

Ultimo aggiornamento: 26 Ottobre, 14:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA