Matteo Messina Denaro, il patrimonio da 4 miliardi: scommesse, supermercati, villaggi turistici, droga e anche eolico

I sequestri raccontano una parte degli affari e degli immensi investimenti che ha messo in piedi il boss di Castelvetrano

Martedì 17 Gennaio 2023
Matteo Messina Denaro, il patrimonio miliardario: scommesse, supermercati, villaggi turistici, droga e anche eolico

Fino a 4 miliardi di euro. A tanto ammonta il patrimonio del boss Matteo Messina Denaro arrestato ieri dopo 30 anni di latitanza. Droga, estorsioni, riciclaggio. Il metodo è sempre lo stesso: i proventi delle attività illecite, il denaro sporco viene "lavato" e immesso nell'economia attraverso investimenti redditizi. Chi investiva per conto del boss lo ha fatto in settori innovativi come le energie rinnovabili, in particolare l'eolico.

L'uomo di riferimento di Messina Denaro è l'imprenditore trapanese Vito Nicastri, ex elettricista di Alcamo e pioniere del green in Sicilia, che per anni avrebbe tenuto le chiavi della cassaforte del capomafia.

Edilizia e supermercati, è questa l'altra grossa fetta degli affari di Messina Denaro. Attraverso la "6 Gdo" di Giuseppe Grigoli, il salumiere diventato in poco tempo il re dei Despar nell'isola al quale furono sequestrati beni - di proprietà del boss secondo i magistrati - per 700 milioni.

È la Direzione investigativa antimafia a parlare di numerose misure di prevenzione patrimoniale e sequestri preventivi eseguiti nei confronti di soggetti rientranti nell’orbita di Messina Denaro. Nella relazione semestrale del 2021 citano una confisca di beni, per un valore di circa 4,5 milioni di euro, nei confronti di un nucleo familiare titolare di imprese edili, ritenuto appartenere alla famiglia di Castelvetrano. C'è poi il sequestro di beni, per circa 1 milione di euro, nei confronti di un ex consigliere comunale di Castelvetrano, “fedelissimo” del boss. E ancora: la confisca di beni (emessa dal Tribunale di Trapani nel 2016 su proposta del Direttore della DIA e confermata dalla Corte d’Appello di Palermo nel mese di giugno 2021) per un valore di circa 100 milioni di euro, riconducibili a un imprenditore di Monreale (PA) legato al clan di Mazzara del Vallo sin dagli anni ’70 e descritto come un “imprenditore spregiudicato” in rapporti anche con la famiglia di Castelvetrano e, in particolare, con il cognato di Matteo Messina Denaro.

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Scommesse e giochi - Anche il mondo delle scommesse fa gola: qui c'è un altro importante sequestro di beni per un valore di circa 6 milioni di euro, nei confronti di un imprenditore del mondo delle scommesse e dei giochi online, la cui ascesa imprenditoriale sarebbe stata agevolata da esponenti dei mandamenti mafiosi vicini a Messina Denaro. 

Turismo - Anche l'ex Valtur era finita nella sfera mafiosa del boss. Parliamo del colosso del turismo di proprietà di Carmelo Patti, l'ex muratore di Castelvetrano divenuto capitano d'azienda che, come Al Capone, finì nei guai per un'accusa di evasione fiscale. Gli investimenti però a un certo punto si bloccano per via di un imponente sequestro: beni per 1,5 miliardi. Sigilli a resort, beni della vecchia Valtur, una barca di 21 metri, un campo da golf, terreni, 232 proprietà immobiliari e 25 società. Ammonta a 60 milioni di euro invece il patrimonio di Giovanni Savalle, proprietario del resort Kempisnky di Mazara del Vallo. Anche qui, secondo i pm, c'era la mano del boss. A parlare dei rapporti tra Savalle e il capomafia di Castelvetrano fu il medico affiliato alla 'ndrangheta Marcello Fondacaro, che ha raccontato di un progetto imprenditoriale del boss trapanese: un villaggio a Isola Capo Rizzuto che prevedeva la partecipazione al 33% di Cosa nostra e 'Ndrangheta.

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Anche l'asset della droga è presidiato. Il pentito Franco Safina raccontò che Messina Denaro aveva un tesoro in Venezuela creato investendo 5 milioni di dollari in un'azienda di pollame. Per gli inquirenti un evidente escamotage per riciclare i proventi del traffico di stupefacenti.

Le ricchezze illecite ancora da scoprire sarebbero enormi. Ci sono i soldi che gli sarebbero stati affidati da Totò Riina. «Una persona responsabile ce l'ho e sarebbe Messina Denaro. Però che cosa fa per ora questo Matteo Messina Denaro non lo so. Suo padre era uno con i coglioni», spiegava il capomafia intercettato. 

Ultimo aggiornamento: 14:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA