Matteo Messina Denaro, la caccia al malato oncologico 60enne Bonafede: come si sono mossi i carabinieri. De Lucia: «Parte della borghesia lo ha aiutato»

I carabinieri si sono avvicinati: «Scusi, lei è Matteo Messina Denaro?». E lui: «Sono io Matteo Messina Denaro»

Lunedì 16 Gennaio 2023
Andrea Bonafede, malato oncologico di 60 anni: chi cercavano i carabinieri

II riscontro effettivo dell'identità c'è stato solo stamattina. Metodi, appostamenti e le intercettazioni «che, se non fosse chiaro sono fondamentali», sottolinea il numero uno della Procura di Palermo Maurizio De Lucia. Sistemi molto tradizionali per catturare il super boss Matteo Messina Denaro. Questo sottolineano i carabinieri del Ros, guidati da Pasquale Angelosanto, nella conferenza stampa congiunta con i pm di Palermo che oggi hanno mosso lo scacco matto al latitante.

Non c'è stata alcuna nessuna soffiata, nessun collaboratore. Ma le intercettazioni si sono rivelate fondamentali. «Senza intercettazioni non si possono fare le indagini di mafia», ha ribadito il capo dei pm di Palermo De Lucia. Che ha aggiunto: «C'è stata certamente una fetta di borghesia che negli anni ha aiutato Messina Denaro e le nostre indagini ora stanno puntando su questo». 

 I Carabinieri del Ros e gli uomini del Gis si sono presentati questa mattina poco prima delle otto alla clinica Maddalena di Palermo in attesa che arrivasse un paziente oncologico di nome "Andrea Bonafede".

L'uomo che usava quel nome e cognome, occhiali scuri e cappellino bianco di lana, si è presentato puntuale per fare il tampone prima di eseguire la seduta di chemioterapia.

C'è stata una forte accelerazione negli ultimi giorni, quando gli investigatori hanno stretto il cerchio su tutti i pazienti che avevano quella patologia oncologica e quelle caratteristiche emerse dall'identikit e dalle indagini svolte sull'andirivieni del boss dalla clinica. 

Da circa tre mesi gli inquirenti hanno capito che il boss potesse usare quello pseudonimo per curarsi. Dalle intercettazioni di amici e parenti gli inquirenti hanno avuto la conferma che Messina Denaro era gravemente ammalato, tanto da avere subito due interventi importanti.

Fari puntati sul paziente Andrea Bonafede, malato oncologico di 60 anni

A quel punto, sono iniziate le indagini sui pazienti oncologici con un'età compatibile con quella di Messina Denaro. E tra i nomi sospettati c'era proprio quello di Messina Denaro, alias Andrea Bonafede, nipote di un fedelissimo originario di Campobello di Mazara.

Quando gli investigatori del Ros e del Gis hanno saputo che Bonafede si sarebbe dovuto sottoporre oggi alla chemioterapia si sono presentati alla Maddalena. Lo hanno atteso e quando è arrivato, dopo il tampone, lo hanno fermato. Prima ha tentato di allontanarsi ma la figa è durata pochi minuti. «Scusi, lei è Matteo Messina Denaro?», gli chiedono. E lui risponde: «Sono io Matteo Messina Denaro». Finisce così, 30 anni dopo la sua fuga, la latitanza della primula rossa.

«Allo stato non abbiamo elementi per parlare di complicità del personale della clinica anche perchè i documenti che esibiva il latitante erano in apparenza regolari, ma le indagini sono comunque partite ora», ha detto De Lucia. 

Le complicità

«C'è una fetta di borghesia mafiosa che ha aiutato questa latitanza, su questo abbiamo contezza e ci sono in corso delle indagini». Così il procuratore capo di Palermo Maurizio de Lucia.

Ultimo aggiornamento: 19:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA