Matrimonio forzato a Bologna, ragazza di 19 anni denuncia: «Mio padre mi ha minacciato di tagliarmi la gola»

Isolata, tenuta a digiuno due giorni dai familiari che le avrebbero dato da bere del latte dal sapore cattivo che l'ha fatta addormentare e poi risvegliare con un gran mal di testa

Giovedì 27 Aprile 2023
Matrimonio forzato a Bologna, ragazza di 19 anni denuncia: «Mio padre mi ha minacciato di tagliarmi la gola»

Matrimonio forzato a Bologna.

Una ragazza di 19 anni è stata isolata, tenuta a digiuno due giorni dai familiari che le avrebbero dato da bere del latte dal sapore cattivo che l'ha fatta addormentare e poi risvegliare con un gran mal di testa.

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La denuncia

Lo ha raccontato ai suoi insegnanti la ragazza indiana di 19 anni che accusa i familiari di maltrattamenti e di costrizione al matrimonio. Il 13 aprile la scuola, un istituto superiore del Bolognese, ha segnalato i fatti alla Polizia. Il padre aveva scoperto che si era innamorata di un giovane connazionale e l'avrebbe picchiata: si sarebbe seduto davanti a lei dandole dei calci e avrebbe minacciato di tagliarle la gola.

Le parole del legale

“Un’altra Saman che si cerca di salvare, ma la burocrazia non riesce a farsene carico”, ha detto il legale che la sta aiutando. “Ieri ho ricevuto una richiesta di aiuto da parte di questa ragazza. Era andata a scuola, ma una volta arrivata a casa i familiari le hanno sequestrato il cellulare. E’ riuscita a comunicare con me grazie ai social, mi ha chiesto di vederci questa mattina. Padre, madre, zio e nonna la picchiano, la tengono segregata e le hanno preso i documenti perché rifiuta un matrimonio forzato, si è innamorata di un altro ragazzo”. Le ha così consigliato di sporgere denuncia, ma “non c’era nessuna possibilità di collocamento in protezione, se non metterla da sola in un b&b e se volevo avrei potuto dormire io con lei. Ora è stata affidata alla preside, una privata cittadina, mettendo a repentaglio la sua incolumità perché la famiglia la sta cercando. Io mi sarei aspettata che lo Stato rispondesse: è un codice rosso, sono reati gravissimi. Invece dopo cinque ore di pianti, ci si schianta contro la realtà. Gli strumenti ci sono ma non vengono applicati”.

Le segnalazioni

La prima segnalazione alla polizia è quindi stata fatta dalla scuola, mentre successivamente la ragazza è stata sentita e ha formalizzato la sua denuncia. Ieri è tornata in commissariato insieme all'avvocata che la difende, Barbara Iannuccelli, per cercare una soluzione. Nella notte è stata affidata e ospitata dalla preside, mentre ora la Questura di Bologna (territorio dove è presente la scuola frequentata dalla ragazza, che invece risiede nel Modenese) si è attivata per la collocazione in una struttura protetta. La scuola si è mossa a fine marzo dopo che una parente della giovane telefonò dicendo che la ragazza non stava bene e che aveva perso il cellulare. Ma il giorno dopo la ragazza raccontò a un insegnante che non aveva avuto malattie, che il telefono le era stato tolto e mostrò i segni sul collo, che le sarebbero stati fatti dal padre dopo la scoperta della relazione con un ragazzo che, a suo dire, non avrebbe potuto avvicinare perché già promessa sposa. La giovane ha riferito anche di essersi svegliata, dopo aver bevuto il latte cattivo, e di aver trovato i suoi vestiti impacchettati. La scuola ha attivato anche volontari di un centro antiviolenza, a cui la ragazza ha ribadito i racconti.

Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 16:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA